Laura Boldrini. Giuseppe Farina, Fim metalmeccanici Cisl: “Non sa di che parla”

Pubblicato il 8 Luglio 2013 - 04:23 OLTRE 6 MESI FA
Laura Boldrini. Giuseppe Farina, Fim metalmeccanici Cisl: "Non sa di che parla"

Laura Boldrini: per i metalmeccanici della Cisl, non sa di che cosa parla

Sulla Stampa di Torino si può leggere l’intervista a Giuseppe Farina, segretario generale della Fim, il sindacato dei metalmeccanici aderente alla Cisl e da tempo staccato dalle posizioni della Fiom. Giuseppe Farina liquida la presidentessa della Camera Laura Boldrini con parole molto tranchant:

“Non sa di cosa parla”.

Il riferimento è al rifiuto di Laura Boldrini di accettare l’invito dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, a visitare martedì prossimo lo stabilimento Sevel in Val di Sangro. Ma soprattutto, come riferisce Antonio Pitoni, autore dell’intervista,

“è stato in particolare il riferimento alla «gara al ribasso sui diritti»  a finire nel mirino”.

Giuseppe Farina la “liquida” così:

“Una lettera sbagliata sia nel merito che nel metodo. Certamente non adeguata al ruolo istituzionale che l’onorevole Boldrini ricopre”.

Prosegue Giuseppe Farina: c’è un errore di merito,

“perché la realtà della Fiat è totalmente diversa da quella che Laura Boldrini ha descritto. Non è quella della Fiom, un sindacato ormai minoritario che non mi sembra possa oggi ergersi a rappresentante degli interessi e delle opinioni dei lavoratori. Se si fosse informata meglio avrebbe evitato di dare giudizi infondati perché gli accordi sindacali sono stati fatti nel pieno rispetto delle leggi”.

Poi ‘è un errore di metodo, perché

“quando un presidente della Camera interviene su una materia così delicata dovrebbe usare maggiore cautela”.

Insiste  Antonio Pitoni: nessuna «gara al ribasso sui diritti»?

Replica Giuseppe Farina:

“Ripeto, la presidente Boldrini parla di una realtà che non conosce. L’unico ribasso che ho notato in questi giorni è quello del livello istituzionale sulle vicende economiche e industriali del Paese. Visitando la fabbrica e incontrando i lavoratori Fiat in carne e ossa avrebbe potuto verificare personalmente il loro apprezzamento per l’impegno dell’azienda e per le scelte che il sindacato ha fatto in Fiat”.

Antonio Pitoni rileva che la lettera solleva l’allarme sul «processo di deindustrializzazione che colpisce aree sempre più vaste del Paese».

Giuseppe Farina si dice d’accordo “in generale”, perché la preoccupazione di Laura Boldrini è anche quella del sindacato. Però precisa che Laura Boldrini

“forse dovrebbe guardare a quanto sta accadendo, ad esempio, in Indesit, perché oggi il vero tema della delocalizzazione sta interessando il settore dell’elettrodomestico. Quanto alla Fiat, è vero che abbiamo dovuto fare sacrifici su Termini Imerese e sulla Iribus, due problemi ancora aperti e da risolvere, ma è anche vero che in Fiat siamo in presenza del più importante programma di investimento privato oggi in campo in Italia. E grazie agli accordi abbiamo fatto rinascere gli impianti di Pomigliano e Grugliasco.

“Nel quadro della crisi industriale consiglierei al presidente della Camera di rivolgere l’attenzione verso altri reparti perché forse la Fiat, da questo punto di vista, oggi è messa meglio rispetto ad altri settori”.