ROMA – Alla fine il promesso rinvio del pagamento delle tasse per gli alluvionati di Genova non è arrivato nella legge di Stabilità ma, in compenso, sottolinea sarcastico Antonio Castro di Libero, “si continuano a finanziare i terremotati sicialiani del 1990 (30 milioni l’anno per i prossimi 3 anni), e a garantire un reddito agli oltre 20mila lavoratori socialmente utili, e, nascosto nascosto, a girare alla Regione Calabria i fondi per garantire un reddito ai forestali calabresi (10mila) e sicialiani (circa 28mila)”.
E poi c’è “la bomba in arrivo delle Province” scrive Castro: (…) Forse molto prima della prossima primavera potrebbe scattare la bomba ad orologeria delle Province. Gli oltre 50mila dipendenti sono in fermento e continuano le occupazioni, che forse si allargheranno anche ad altre istituzioni locali (le Regioni). Il governo rassicura, però c’è chi teme di non avere già nei prossimi mesi i quattrini per pagare gli stipendi: «Sembra che il governo e il sottosegretario Graziano Delrio», ironizza il responsabile degli enti locali della Lombardia, Daniele Nava«, abbiano avviato per Natale una sorta di campagna “adotta un dipendente delle Province”». Insomma, l’espondente locale lombardo non ci crede alle promesse di collocare tutti i dipendenti delle ex (?) province in tribunali o altri enti locali. «Se non cambieranno le cose, e anche in fretta», fa di conto Nava, « non ci saranno i soldi per pagare gli stipendi, nonostante le dichiarazioni di stampa di qualche esponente del governo». Che prevede: «Il 31 marzo prossimo – la stragrande maggioranza delle Province dichiarerà ufficialmente il dissesto finanziario. Non vorrei che il governo stesse aspettando proprio questo passaggio per cambiare con un colpo di mano le procedure sul personale, giustificando il tutto con la straordinarietà della situazione». E neppure il piano per assorbire gli esuberi sembra solido: «Per quanto riguarda la Regione Lombardia», fa di conto l’assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia, «non c’è nessun problema: noi abbiamo circa 30 dipendenti che vanno in pensione ogni anno e quindi siamo in grado di assorbire 30 persone l’anno, che nell’arco di 4 anni significa assorbire 120 dipendenti. Per il resto ci penserà il governo». C’è poi il pasticcio sullo sconto Irap alle imprese senza dipendenti. La concessioni dello sgravio potrebbe sollecitare l’attenzione della commissione europea. E forse l’apertura di una procedura d’infrazione europea. Con il paradosso che per cercare di rilanciare l’economia ci ritroveremo fra qualche tempo con l’ennesima multa comunitaria.
E poi c’è il capitolo partite Iva:
Matteo Renzi fa un’altra promessa ai giovani professionsti, all’esercito delle partire Iva. “Serve un provvedimento ad hoc per i giovani professionisti che non hanno avuto vantaggi dalla legge di stabilità: un intervento correttivo è sacrosanto e mi assumo la responsabilità di farlo nei prossimi mesi”. Lo ha detto il premier parlando ai Rtl 102,5 a proposito del trattamento ricevuto dalle partite Iva nella legge di stabilità. “La legge di stabilità – ha spiegato Renzi – ha un punto problematico sui temi delle partite Iva: abbiamo ridotto al settore le tasse di circa 1 miliardo per 1 milione di destinatari ma il meccanismo ha un effetto che fa molto arrabbiare i giovani nella suddivisione di questi soldi. Il giovane avvocato o architetto ha qualche difficoltà in più essendo stato alzato il contributo sociale”. Renzi ha poi parlato anche delle opportunità offerte dalle nuove norme sul lavoro: “Non voglio entrare nei dettagli tecnici, stanno ancora discutendo nei tavoli di lavoro al ministero e a palazzo Chigi -con il Jobs act sarà più facile assumere, non licenziare ed eliminiamo il più possibile ricorso ai giudici”. Renzi ha ribadito che i lavoratori “che hanno già un contratto mantengono lo statuto del passato perché la nuova normativa si applica ai nuovi ed è un elemento di certezza per loro”.