ROMA – Legge di stabilità, la Camera ha dato il via libera. Lunedì 23 dicembre è atteso il sì finale del Senato. Sul Sole 24 Ore Marco Mobili e Marco Rogari spiegano che cosa implicherà.
“Una nuova tassazione della prima casa in formato service tax, denominata Iuc, ma con un’appendice di ulteriori ritocchi sul versante Tasi attesi nei prossimi giorni. Un primo mini-taglio dell’Irpef sul lavoro con un aumento delle detrazioni di circa 200 euro l’anno per i redditi fino a 28mila euro annuali e progressivamente sempre più leggero salendo fino a 55mila euro. Un nuovo Fondo per la riduzione della pressione fiscale, in versione multiuso, alimentato già dal 2014 dai maggiori risparmi della spending review rispetto a quelli già assorbiti dai vincoli di bilancio e dai proventi della lotta all’evasione, pure in forma una tantum, anche con l’obiettivo (ma non “esclusivo” come invece annunciato inizialmente dal Governo) di ridurre il cuneo destinando le risorse in parti uguali a deduzioni Irap sulle imprese e detrazioni Irpef sui lavoratori. Un più facile accesso al credito per famiglie e imprese. Il salvataggio nel 2014 di altri 17mila esodati. Un contributo di solidarietà sulle pensioni superiori ai 90mila euro annui e un blocco più leggero dell’indicizzazione. Una web tax ma con una fisionomia soft. Procedure accelerate per la costruzione di stadi da parte di privati ma senza “cubature premio”. E sanatoria per le spiagge. Sono queste le tessere chiave del puzzle della legge di stabilità, in più punti smontato, rivisto e rimontato da Camera e Senato, su cui ieri mattina il Governo ha incassato a Montecitorio la fiducia con 350 sì, 196 no e un astenuto”.
Il via libera, ricordano i cronisti del Sole 24 Ore, non è arrivato senza polemiche, tutt’altro.
“Con Fi, Lega e M5s all’attacco contro la «legge mancia» e le «marchette» inserite nel testo. In serata è arrivato il via libera al provvedimento (258 sì, 103 no e 3 astenuti, con la maggioranza al di sotto del numero legale raggiunto grazie ai presenti dell’opposizione). Questa mattina mattina arriverà il “sì” a Ddl di Bilancio e conseguente nota di variazione. E lunedì la “stabilità” riceverà il disco verde definitivo del Senato. Anche se la sessione di bilancio avrà un’indiretta prosecuzione con la misura urgente alla quale sta già lavorando il Governo per agire sulle aliquote Tasi e consentire ai Comuni di avere maggiori risorse per le detrazioni sulla prima casa”.
Pilastro della manovra è la nuova tassazione sugli immobili.
“uscita a ottobre da Palazzo Chigi nel segno delle “larghe intese” diventate però poi “mini” durante il cammino in Parlamento. Un cammino tortuoso che ha visto la service tax, nata con la denominazione Trise, trasformarsi in una Iuc (Imposta unica comunale) basata su due presupposti: il possesso di immobili da cui deriva l’Imu (che sopravvive, abitazioni principali escluse) e la fruizione di servizi comunali cui sono agganciati un tributo per i servizi indivisibili (Tasi) e una tassa sui rifiuti (Tari). L’aliquota massima Imu più Tasi non può andare oltre il 10,6% mentre quella della Tasi (al momento) per il 2014 non può superare il 2,5 per mille. Previsto anche lo slittamento al 24 gennaio 2014 del versamento della mini-rata Imu 2013 sulle prime case e la non applicazione delle sanzioni per chi ha commesso errori nella Babele di aliquote e scadenze sull’Imu 2013 di questo fine d’anno”.
“(…) Sul fronte previdenziale è garantita la rivalutazione al 100% delle pensioni fino a 3 volte il minimo e al 95% per quelle fino a 4 volte il minimo. Con un’operazione da 950 milioni tra il 2014 e il 2020 vengono salvaguardati altri 17mila esodati. Scatta un prelievo del 6% sugli assegni sopra i 90mila euro annui, che sale al 12% sopra i 128mila euro e al 18% per la parte eccedente i 193mila euro. Tetto al cumulo tra pensione e stipendi da incarichi pubblici (non potranno essere superati i 300mila euro annui), che vale anche per i vitalizi dei parlamentari sui quali dovrà scattare (insieme a quelli di Corte costituzionale e Regioni) un contributo di solidarietà. Che viene prorogato fino al 2016, nella misura del 3%, per tutti i redditi superiori ai 300mila euro l’anno. Stretta sul pubblico impiego, con proroga del blocco della contrattazione e limiti al turnover”.