L’errore di Grillo? Abbandonare i suoi a Roma. Vittorio Feltri, Il Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Dicembre 2014 - 08:48 OLTRE 6 MESI FA
L'errore di Grillo? Abbandonare i suoi a Roma. Vittorio Feltri, Il Giornale

L’errore di Grillo? Abbandonare i suoi a Roma. Vittorio Feltri, Il Giornale

ROMA – “Beppe Grillo se ne è andato perché un po’ stanchino – scrive Vittorio Feltri del Giornale – Il rischio è che presto si stanchi di essere stanchino e torni ad aleggiare sopra le 5 stelle, troppe per un solo partito che non è neanche un partito, essendo rimasto fermo a dove è nato: alla confusione dell’antipolitica, rivelatasi peggiore della politica, il che è tutto dire”.

L’articolo di Vittorio Feltri:

Una, dieci, cento volte egli manifestò il proposito di aprire il Parlamento come una scatola di tonno. Invece ha rotto tutte le scatole tranne quella che intendeva scoperchiare. Non ha realizzato neppure il 5 per cento del programma, peggio di Matteo Renzi. Quest’ultimo se non altro siede a Palazzo Chigi e si è conquistato il record mondiale di visibilità. In nove casi su dieci, se accendi il televisore compare il premier impegnato a illustrare i propri meriti; praticamente vive 24 ore negli studi di varie emittenti. Probabilmente dorme lì, in poltrona, temendo di perderla. Cosa che non ha potuto fare il leader (ex) pentastellato, avendo in uggia le telecamere.

Il punto è questo: perché egli ha sempre rifiutato lo strumento più adatto alla propaganda, cioè la tv, vietandone l’uso (per mesi e mesi, anni) anche al proprio esercito di neofiti? Il sospetto è che Grillo, consapevole di non avere idee guida e neanche argomenti persuasivi, abbia evitato con cura di partecipare ai talk show allo scopo di sottrarsi al contraddittorio con qualunque avversario. Non so se sia stato un errore tragico, ma so che un generale non è in grado di comandare le truppe standosene chiuso in villa, pigramente sprofondato in un divano.

In epoca di miracoli tecnologici, non è arduo fare diagnosi a distanza, controllare i bilanci e l’attività di aziende con sede in altri continenti. Col computer tutto è possibile, tranne però che dirigere un gruppo di onorevoli e senatori, ciascuno con i propri sentimenti, le proprie pulsioni, ambizioni e storture mentali. O gli ordini sono diretti, e se ne verifica l’esecuzione di persona, oppure quando giungono a destinazione sono già inquinati dal passaparola, rendendo quasi automatica la disobbedienza. Difatti il Movimento si è sbriciolato.

L’iniziale compattezza è solo un ricordo. Ora prevale la tendenza all’anarchia. La sostituzione del capoccia con la Rete è una caricatura della democrazia, una finzione che produce equivoci. Il sogno di Grillo è svanito venerdì. Il vecchio e canuto condottiero (a parole) si è così ritrovato con cinque mosche in mano e le ha incaricate di costituire un direttorio che ha suscitato l’ira degli esclusi dal medesimo, cioè la quasi totalità dei grillini (…)