Letta, dalle palle di acciaio alla faccio di bronzo. Tramontano sul Giornale
Pubblicato il 12 Novembre 2013 - 13:36 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Letta tira a campare accusa Salvatore Tramontano dalle pagine del Giornale: “Non bastano tasse, crisi e burocrazia, gli italiani ora devono fare i conti perfino con un premier che pensa di essere Catherine Deneueve. È l’effetto collaterale delle larghe intese. È l’egolettismo”.
Poi l’attacco frontale: ” È l’autocelebrazione come programma politico. È un viaggio ombelicale dalle palle d’acciaio alla faccia di bronzo. È l’idea adolescenziale che se parli bene di te qualcuno ci crede. È uno schiaffo alla saggezza popolare dei proverbi della nonna, per cui chi si loda, s’imbroda”.
Ecco a voi Superletta, l’uomo di latta con le «balls of steel». Qualcosa di ibrido tra il Mago di Oz, un campione di wrestling e Iron Man. L’importante è vivere in una realtà parallela, che non è la stessa degli italiani qualunque
“Egoletta” vende ottimismo:
La crisi grazie a lui è già finita. «Sono su un aereo in volo sull’Atlantico e già vedo i grattacieli di Manhattan». Peccato che li veda solo lui. Non li vede la Banca d’Italia, la Confindustria, i sindacati, commercianti, artigiani e un’intera generazione di senza lavoro. Ma Egoletta insiste: «La stabilità è la prima legge, dopo 5 anni, che abbassa le tasse su imprese e famiglia». Non ha detto però in quale Paese. Forse in Svizzera. «Entro l’autunno l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti». È arrivato il freddo, l’inverno è alle porte, e i partiti stanno ancora al caldo.
Ogni santo giorno così. Egoletta racconta a tutti la sua epopea. Va in Europa e mette paura a tutti. Sbatte i pugni sul tavolo e mette in riga tedeschi e francesi. Poi spegne il videogame e stringe le mani davanti al petto in preghiera. Come il suo predecessore Monti si è convinto che al suo governo non ci siano alternative. « Il cupio dissolvi non porta da nessuna parte ». È quello che gli ripete continuamente Napolitano, il capo dello Stato che punta a passare alla storia come l’uomo che ha sospeso la democrazia. L’unico che può dare un voto al governo Letta è Letta. O al massimo il diversamente alfaniano Angelino Alfano per procura. Mister palle d’acciaio si sente già uno Special One, uno con il quid da allenatore vincente. E al Cavaliere fa sapere: «Sono più forte di Allegri. Non dipendo da Berlusconi, io».