ROMA – Letta rifila il museo islamico a Venezia scrive Andrea Morgi su Libero:
Purché si sobbarchino i conti di Alitalia, va bene tutto, anche l’egemonia culturale dei musulmani. Il compromesso trova un entusiasta sindaco pd di Venezia, Giorgio Orsoni, dal quale arriva «un ringraziamento particolare al presidente del Consiglio Enrico Letta per il suo interesse verso la realizzazione di un museo islamico di grande respiro internazionale a Venezia, nel segno della storia di questa Città e della sua apertura verso il dialogo tra culture e religioni». Insomma, se navi da crociera e transatlantici non potranno più passare dalla Laguna, occorrerà trovare qualche altra fonte di guadagno. Così Orsoni si attribuisce il merito dell’iniziativa: «Il museo islamico, del quale ho parlato con il Presidente Letta nel corso di alcuni colloqui», ha aggiunto il sindaco, «si inserisce in quella politica che l’Amministrazione comunale persegue da sempre: portare le grandi istituzioni culturali di caratura internazionale a Venezia».
Non trova però d’accordo le altre istituzioni, a partire dalla Regione. «Sorprende che il presidente del Consiglio, Enrico Letta di fronte alle enormi emergenze del Paese abbia soldi da buttare per fare un Museo Islamico a Venezia», lo critica il presidente del Veneto, Luca Zaia. Il governatore, alle prese con l’evoluzione del maltempo, si era convinto «che le priorità fossero altre», ma «la dichiarazione del premier sulla necessità di un museo islamico mi sembra il segno di un paese ormai allo sbando di fronte a emergenze epocali». Zaia rinvia al mittente le possibili accuse di chiusura sul fronte immigrazione: «In Veneto non siamo chiusi al dialogo. Infatti, siamo la prima regione per livello di integrazione, ma ci sono priorità che un governo dovrebbe avere invece che perdere tempo realizzando un museo islamico. Non vorrei che con la scusa della bandiera del dialogo si cogliesse un’ulteriore occasione di spreco di risorse». Orsoni, che evidentemente si trova a suo agio con i petrodollari, ribatte svelando i colloqui in corso con un comitato di privati in contatto con istituzioni arabe, che ha visitato Venezia alcuni mesi fa e spera nella prosecuzione dei contatti.
Chiusura totale, invece, per la «cultura leghista retrograda, che non ha nulla a che fare con la nostra città, che da sempre è un luogo aperto al dialogo e crocevia di culture. Bene quindi che possa sorgere un museo islamico come ce ne sono in tante città europee, ad esempio a Parigi. Se vogliamo che Venezia continui a essere crocevia di culture nel mondo, dobbiamo essere aperti», ha concluso. Quel che lo attende, in realtà, è una dura opposizione, anticipata dall’europarlamentare della Lega Nord, Mara Bizzotto, vice segretaria veneta della Lega Nord, che annuncia: «Non per- metteremo mai di costruire un museo islamico a Venezia: siamo pronti alle barricate per fermare un simile progetto». È una nuova linea del Piave, che adatta il mormorio al nuovo invasore. Ora non passa il beduino. E Massimo Bitonci, capogruppo della Lega Nord al Senato, se ne fa portavoce: «Da veneto mando al premier un messaggio chiaro: non vogliamo alcun museo islamico a Venezia. Letta farebbe meglio a concentrarsi sulla crisi economica invece di pensare a come favore e diffondere l’islam. Francamente in questo momento il Veneto ha bisogno di altro». Glielo ricorda, nel caso in cui le trasferte sul Golfo gli abbiano fatto perdere la memoria dei drammi locali: «Se poi pensa di distrarre qualcuno dai fallimenti del suo governo, ultimo in ordine di tempo la vicenda Electrolux, si sbaglia di grosso», , conclude Bitonci, accusando l’esecutivo di essere «degno proseguimento di Monti», perché «ha messo il Nord sul lastrico. Per quanto ci riguarda, se davvero ci sono forze e risorse per promuovere musei, allora pensiamo a un progetto per diffondere la cultura e la tradizione veneta». Non ci sarà petrolio, sotto la Laguna. Ma c’è un giacimento ben più importante e inesauribile.
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