ROMA – Il responsabile giustizia Leva, bersaniano, prende tempo: “Il ministro parli in Aula, poi valuteremo”. I renziani cavalcano le dimissioni, i lettiani tacciono. Contro la mozione di sfiducia del M5S si schiera il Pdl: “Strumentale”.
Brunella Bolloli sul Libero scrive:
“Il «cuore dimamma» di Anna Maria Cancellieri rischia di farla saltare da ministro della Giustizia. Mentre il Pd, spaccato sul tema, preferisce aspettare che il Guardasigilli riferisca in Aula e poi (magari dopo un cenno del premier Enrico Letta), chiederne le dimissioni, il M5S ha confermato che presenterà una mozione di sfiducia in Parlamento perché «la vicenda legata al passaggio di Giulia Ligresti dall’arresto in carcere, duratounmese, ai domiciliariimpone di farlo». I grillini non vogliono soltanto «mettere il ministro di fronte alle proprie responsabilità, ma anche ricevere tutte le informazioni del caso rispetto alla rete che, alla sua richiesta di attivazione, ha tradotto i suoi desideri in azioni». Per Grillo e i suoi, dunque, non c’è scampo: l’interessamento del ministro della Giustizia nei confronti di una detenuta illustre costa caro. Si dimetta e basta. Il Pdl la difende, ma con dei distinguo.
I filogovernativi, con Angelino Alfano in testa, vedono nell’attacco alla titolare della Giustizia un tentativo di spallata messo in atto dagli ultras della crisi,da chi vuole tornare al voto, per cui lodano le sue mosse, telefonata compresa. Dai falchi si fa sentire Daniela Santanché che, pur sostenendo l’operato dell’inquilina di via Arenula, prende spunto per chiederle di fare luce sualcuni pm da sempre accaniti contro Berlusconi. La Pitonessa consiglia di non dimettersi ma «per coerenza di inviare gli ispettori a Milano». La Lega parla di «intercettazioni inquietanti» e sollecita un intervento rapido in Aula. Ma è dal Pd che emerge una situazione di caos e imbarazzo su come affrontare l’affaire. (…) Meglio temporeggiare, è la linea della segreteria. I lettiani tacciono, il Quirinale pure, mentre i renziani, se fossero uniti, vedrebbero nello scandalo l’occasione per fare saltare il banco. A sentire Antonio Funiciello, vicino al sindaco di Firenze, Cancellieri dovrebbe fare le valigie subito: «La Idem impiegò 10 giorni a dimettersi.
Alfano 10 giorni per non dimettersi. Vediamo quale record batterà il ministro Cancellieri». Come lui Ernesto Carbone. Ma un altro renziano, Dario Nardella, frena: «Le dimissioni sono fuori luogo. La Cancellieri è competente. Per quanto mi riguarda la sua spiegazione dissipa ogni dubbio». Il ministro ha giustificato il suo interessamento in ragione delle condizioni di salute cagionevoli di Giulia Ligresti. La donna in carcere non toccava cibo e si stava spegnendo, come peraltro accertato dalmedico chiamatodallaprocura. I domiciliari, dunque, si sono resi necessari per scongiurare gesti autolesionistici dell’imprendi – trice e anche il procuratore Caselli conferma. (…)
Il presidente, Nicola Marino, afferma che quella della Cancellieri «è una condotta gravissima, un ennesimo episodio di malapolitica a tutela di una potente. Per Marino le condizioni di detenzione «sono spesso disumane per i presunti piccoli delinquenti, così come per i colletti bianchi. Le telefonate del ministro, un pessimo e ricorrente vizio della politica italiana, necessitano di spiegazioni davvero convincenti in Parlamento, altrimenti attendiamo le dimissioni». Nella bufera, Cancellieri si può sempre consolare facendosi due risate: il senatore Pd Luigi Zanda è finito nella trappola della Zanzara di Radio24 e ha elargito consigli a una finta Cancellieri: «Sono sicuro che sei intervenuto solo per la questione umana Anna Maria. Vai in Parlamento a spiegare tutto. Comunque, se sento qualcosa ti faccio sapere, ne riparliamo».”