Libero: “Berlusconi azzera le cariche e lancia Marina”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Ottobre 2013 - 12:46 OLTRE 6 MESI FA
La tabella di Libero, pro o contro Berlusconi

La tabella di Libero, pro o contro Berlusconi

ROMA – Berlusconi “sfascia” tutto, azzera le cariche e lancia Marina. Questa la strategia futura del Cav secondo Salvatore Dama di Libero:

Il Cavaliere ha convocato un ufficio di presidenza del Pdl per stasera. Durante il quale metterà ai voti la rinascita della sua prima e più fortunata creatura politica: «Così vediamo chi sta con me e chi sono quei traditori mi danno già per pensionato…». È un primo passaggio formale. Ne seguirà un secondo – probabilmente l’8 dicembre – con la convocazione del consiglio nazionale del Popolo della libertà, allo scopo di ratificare la decisione chesarà assunta oggidalla cupola azzurra. «Ho deciso, lo facciamo», l’ex premier esce da settimane di tentennamenti. Un intervallo di tempo in cui è stato impegnato dalle proprie vicende giudiziarie, finendo col mettere tra parentesi l’impegno politico: «Ed è stato l’errore più grande che potessi fare», si pente. Da un lato perché ha offerto una rappresentazione debole di se stesso: «Sono apparso vulnerabile e i magistrati se ne sono approfittati, l’offensiva giudiziaria ha raggiunto livelli mai visti». Dall’altro lato perché il partito ha patito l’assenza del manico. «Non posso lasciare che vi autogestiate», ha detto ai dirigenti in processione a Palazzo Grazioli, «guardate che casino che è successo, avete ancora troppo bisogno di me…».

FUORI I DISSIDENTI A meno che Silvio non ci ripensi (cosa frequente ultimamente), c’è un piano. Messo a punto l’al – traseraa cenaconDenisVerdini. L’ufficio di presidenza, finora sempre convocato in formazione sparsa, stavolta sarà aperto soltanto agli aventi diritto al voto. Che, a norma di statuto, sono 24. Scorrendo i nomi, sulla carta emerge chiara la maggioranza dei lealistie dei falchi, mentrei filo governativi sono soltanto cinque. In questa assise blindata sarà una passeggiata per il Cavaliere far approvare le sue volontà. L’applicazione pedissequa dello statuto, infatti, lasciafuori – guarda caso – varie figure «scomode». Due in particolare: Gaetano Quagliariello e Fabrizio Cicchitto che, fino alla scorsa legislatura, erano ricompresi nel bureau azzurro in quanto capigruppo in Parlamento. A Palazzo Grazioli, però, giurano che non si tratta di esclusioni ad personam. D’altronde, spiegano, Berlusconi ha intenzione di impostare la cosa in modo da non dare alibi ai dissidenti. Silvio non vuol far passare l’azze – ramento delle cariche come una misura punitiva nei confronti del segretario di Angelino Alfano: «Riprendo in mano io il partito, sarò presidente a tempo pieno», non ci saranno pertanto numeri due, tre o quattro. Ma soprattutto il cambiamento anagrafico – da Pdl a Forza Italia – non muterà l’atteggiamento nei confronti del governo: «Continueremo a sostenere le misure dell’esecutivo se sarà coerente con il nostro programma elettorale ma», ci ha tenuto a sottolineare, «i ministri dovranno essere al miofianco». Il problema semmai è di prospettiva. L’ex premier continua a domandarsi «come faremo a restare in maggioranza insieme al Pd dopo che i democratici avranno votato la mia decadenza da senatore?». Quando sarà, la soluzione potrebbe essere quella dei partiti gemelli: uno di lotta (Forza Italia) e l’altro di governo (Pdl). Fin qui la cronaca di ieri. Giornata che ha visto falchi e lealisti imperversare a Palazzo Grazioli, con Alfano a Bruxelles al vertice del Partito popolare europeo. Oggi il vice premier sarà di rientro a Roma. E non è escluso che riesca a trovare una soluzione intermedia, incassando la vice presidenza della nascitura Forza Italia quando l’8 dicembre il consiglio nazionale ne ratificherà la rina- scita. Per certo, Alfano vuole evitare la conta, che vedrebbe i filo governativi soccombere. Oltretutto la conseguenza di uno scontro così duro in ufficio di presidenza non potrebbe che essere la scissione finora più volte minacciata dalle colombe. Insomma, per taluni c’è ancora margine per evitare la conta interna. Secondo altre fonti, invece, il dado è tratto: Silvio, azzerando le cariche e riprendendo in mano lo scettro, starebbe spianando la strada alla discesa in campo della figlia Marina. FUORI I SOLDI Successione in famiglia, tuttavia, non significa la rinnovata disponibilità finanziaria della dinastia di Arcore. Anche i Berlusconi, dopo le note vicende, hanno adottato la spending review. Tanto che, all’ordine del giorno dell’ufficio di presidenza di oggi, c’è anche la dolorosa questione del «recupero crediti» dai parlamentari e dai consiglieri regionali che non pagano l’obolo dovuto al partito. Tocca a loro adesso aprire il portafoglio e sganciare.