Libero e le 10 domande a Enrico Letta sul caso Laura Boldrini

boldrini e letta
Laura Boldrini e Enrico Letta (LaPresse)

ROMA – Per Palazzo Chigi il viaggio della presidente della Camera Laura Boldrini è una “polemica chiusa”. Ma non è così: dall’invito ai costi dell’aereo ecco cosa non torna. Ecco qualche domanda per Enrico Letta (e per la presidente Boldri­ni).

Scrive Paolo Bracalini sul Giornale:

ERA INVITATA O SOLTANTO COMPONENTE DELLA DELE­GAZIONE?

La differenza, nel ceri­moniale previsto per i voli di Sta­to, non è da poco. In base alle leggi in materia (decreti 2008 e 2011) il presidente della Camera rientra nelle cariche che hanno diritto al volo blu «per lo svolgimento di compiti istituzionali». Ma se il go­verno sudafricano ha invitato alla cerimonia il governo italiano, cioè il premier Letta, e il viaggio della Boldrini è stato dunque di propria iniziativa, allora in quel ca­so la Boldrini figurava come sem­plice componente della delega­zione del premier Letta, alla stre­gua degli altri accompagnatori del capo del governo, nelle vesti di capo della delegazione italiana. Una presenza che, se autorizzata dalla segreteria generale di Palaz­zo Chi­gi e quindi dal sottosegreta­rio con delega, è perfettamente le­gittima. Ma che, in questi termini, si può chiamare anche con un al­tro nome: un indimenticabile viaggio sudafricano gentilmente offerto da Palazzo Chigi.

A CHE TITOLO VIAGGIAVA IL COMPAGNO?

Se la Boldrini si è «autoinvitata» a Johanne­sburg, e viaggiava dunque nella delegazione del premier per pro­pria scelta, la presenza del fidan­zato ( il sesso non c’entra nulla,sa­rebbe identico a generi invertiti) è ancora più strana. Mentre la mo­glie di Letta, come «first lady», è una figura istituzionale prevista nel cerimoniale, la moglie, o mari­to, o compagno o amico di un componente della delegazione non ci rientra affatto. È come se una collaboratrice di Letta, com­ponente dello staff in delegazio­ne del premier, si fosse portata dietro il proprio compagno. A che titolo viaggerebbe su un volo di Stato?

NESSUN COSTO AGGIUNTI­VO?

La Boldrini precisa che non c’è stato nessun costo extra per il bilancio della Camera. Ma il volo era pagato da Palazzo Chigi, e la domanda è quindi un’altra:ci sono stati costi extra per Palazzo Chigi visto che il numero di pas­seggeri, dopo l’aggiunta di Boldri­ni& Co., è raddoppiato? Non ci so­no costi assicurativi ed extra lega­ti al numero delle persone a bor­do? Quanto è costato il viaggio complessivamente?

L’AEREO BLU IMPIEGATO ERA UN AIRBUS A319?

An­che questo non è un dettaglio. La flotta di Palazzo Chigi dispone di velivoli con capacità molto diffe­renti. Per tragitti più brevi e mi­nor numero di passeggeri ci so­no due tipi di Falcon, il 900 Easy e il 900 Ex, che portano rispettiva­mente 16 e 12 persone oltre l’equipaggio.Con lo staff del pre­mier più la moglie (in 7 più scor­ta) sarebbero stati sufficienti. Ma con l’aggiunta della Boldrini e quattro persone al seguito più la scorta, no. Serve un aereo più grande di quelli in dotazione a Palazzo Chigi, l’Airbus A319CJ. La differenza? Il peso (almeno 50 tonnellate di differenza) e quindi il costo del carburante per Roma-Johannesburg-Ro­ma: 30mila euro di differenza.

NON BASTAVA LA PRESEN­ZA DEL PREMIER?

Al Man­dela Memorial erano invitati ca­pi di Stato e di governo da tutto il mondo. È vero che per alcuni Pa­esi, come Austria e Ungheria, c’erano i presidenti delle Came­re, ma per rappresentare l’Italia non era sufficiente il premier Let­ta? Anche per evitare fraintendi­menti e polemiche sulla presen­za aggiuntiva della Boldrini con fidanzato e aiutanti?

TRE COLLABORATORI PIÙ LA SCORTA?

Era indispen­sabile, per la Boldrini, portarsi dietro il portavoce e anche il re­sponsabile della comunicazio­ne ( e poi anche la consigliera per le relazioni internazionali e quin­di la scorta)? Per produrre un pa­io di comunicati tipo «Per me che ho lavorato per 25 anni nel settore umanitario essere qui og­gi vuol dire tantissimo»?

IMITARE I TEDESCHI, NO?

Quando la cancelliera Me­rkel si sposta con il volo di Stato, il marito Joachim Sauer, se la se­gue, prende voli di linea (spesso low cost) pagati da sé. Se si fa da­re u­n passaggio dal volo blu paga­to dai contribuenti tedeschi, rim­borsa l’equivalente del biglietto alle casse pubbliche. Non po­tremmo adeguare allo standard tedesco le norme italiane sui voli di Stato e loro eventuali «ospiti»?

SE FOSSE STATO UN AL­TRO?

La Boldrini accusa di sessismo chi obietta sul viaggio, Letta parla di doppiopesismo. Ma se fosse stato un ministro di un altro schieramento politico ad aggiungersi con un parente, la reazione sarebbe stata la stessa?

PERCHÉ BOLDRINI SÌ E MA­STELLA NO?

Anche l’ex mi­nistro aveva diritto all’uso dei vo­li di Stato. Anche lui si «imbucò» su un volo riservato ad un altro ministro (chiese un «passaggio» a Rutelli che, con volo di Stato, andava a Monza per premiare da ministro il terzetto dei primi arrivati al Gran Premio), antici­pando il viaggio a Milano di un giorno (quindi risparmiando su un secondo volo blu) e portando con sé un’altra persona, il figlio, regolarmente autorizzato. Un ca­so analogo a quello della Boldri­ni. Ma fu massacrato e processa­to.

ALTRE METE?

La Boldrini è andata in Sudafrica per­ché «ci teneva tantissimo», e si è potuta portare sul volo blu com­pagno e staff. Significa che Bol­drini& Co. possono aggiungersi ad ogni viaggio istituzionale di Palazzo Chigi, se la meta rientra negli interessi della presidente?

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