ROMA – “Ecco l’affitto di Renzi”. Questa l’apertura di Libero Quotidiano del 19 marzo che mette in risalto il documento che proverebbe che Marco Carrai, imprenditore che riceve appalti e incarichi dal Comune di Firenze, ha preso l’attico in locazione e l’ha messo a disposizione dell’attuale Premier.
Scrive Giacomo Amadori:
Alla fine Marco Carrai ha accettato dimostrare il contratto d’affitto dell’attico di via degli Alfani 8 a Firenze. Ossia dell’appartamento dove il premier Matteo Renzi per 32 mesi, dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014, ha risieduto a spese di Carrai. Scopriamo così che il primo contratto con il proprietario della casa, Alessandro Dini, viene stipulato il 28 marzo 2011. La settimana scorsa, sulla Repubblica, Carrai aveva affermato: «L’appartamento di via degli Alfani 8 non l’avevo affittato per Matteo. Era il mio. Era il posto dove stavo io e l’avevo affittato molto prima che Renzi si trasferisse».
Ma l’accordo racconta una verità diversa. Il «conduttore», cioè l’inquilino, è ufficialmente Carrai, anche se lui manterrà la residenza a Greve in Chianti (Firenze). Si tratta di un affitto concordato, 3 anni più 2, che garantisce agevolazioni fiscali sia per il proprietario che per l’affittuario. La pigione è di 900 euro al mese, la cauzione dello stesso importo e Dini si riserva l’uso di uno dei cinque vani. Forse per conservare la residenza nello stabile. Nell’aprile dello stesso anno entra in vigore la cosiddetta cedolare secca, che garantisce agevolazioni per i proprietari. Per questo Carrai e Dini, il 30 marzo del 2012, si rivedono per siglare un nuovo contratto, questa volta un 4+4. Viene fatto anche un adeguamento del canone che diventa di 1.200 euro mensili. All’articolo 7 si legge: «L’immobile deve essere destinato a uso di civile abitazione del conduttore e delle persone attualmente con esso conviventi».
La formula dovrebbe far riferimento a Renzi, in quel momento residente nell’apparta – mento. Ricapitoliamo: nel 2009 Renzi trasloca a Firenze in via Malenchini 1 a 400 metri dal suo nuovo ufficio di sindaco; nel 2011, non riuscendo più a sostenere l’esborso di mille euro al mese, decide di lasciare la mansarda di proprietà degli aristocratici Luigi Malenchini e Livia Frescobaldi. Per questo il 14 marzo 2011 trasferisce la residenza a casa dell’imprenditore Dini. Due settimane più tardi, quattro dei cinque vani dell’apparta – mento vengono dati in locazione a Carrai, amico e finanziatore del sindaco. Dunque l’attuale premier lascia che sia il suo fund-raiser a sopportare il peso dell’affitto della casa dove «convivono». In realtà gli inquilini di via degli Alfani 8 intervistati da Libero ricordano il sindaco, ma non Carrai. Le possibilità sono due: o non viveva lì oppure è passato inosservato per la proverbiale discrezione. Qualunque sia la risposta, Carrai ha fatto risparmiare a Renzi migliaia di euro, sobbarcandosi la pigione (corrisposta senza bonifico bancario) di 10.800 per il primo anno, 14.400 per il secondo e di altri 12 mila sino alla fine di gennaio 2014 (ma non conosciamo la data esatta della rescissione del contratto). In tutto circa 37mila euro.
È ovvio che un risparmio così importante nel bilancio di casa Renzi non possa non sollevare dubbi sull’opportunità di concedere nel frattempo importanti incarichi pubblici allo stesso Carrai o permettere che la sua società, C&T Crossmedia entrasse nei servizi per la cultura del Comune di Firenze. Senza contare che la futura moglie di Carrai, la ventiseienne Francesca Campana Comparini è stata designata come co-curatrice della mostra organizzata dall’assessorato alla cultura sul pittore statunitense Jackson Pollock, uno dei principali eventi dell’anno michelangiolesco. Una decisione criticata pubblicamente dai consiglieri comunali Tommaso Grassi e Ornella De Zordo. Carrai, furibondo, ha inviato al Corriere fiorentino, dorso locale del Corriere della Sera, una nota di risposta a queste insinuazioni: «Nella seduta del Consiglio comunale il consigliere Grassi, lasciando intendere cose di cui risponderà davanti al tribunale, ha asserito che io sono un plurinominato da parte dell’amministrazione comunale di Firenze». Quindi ha attaccato Libero: «Siccome questa sciocchezza sta da giorni campeggiando sulla cronaca di un quotidiano, voglio ricordare che il sottoscritto attualmente ricopre un unico incarico di nomina diretta da parte del Comune di Firenze, quello di consigliere d’ammini – strazione del Gabinetto scientifico Vieusseux. Carica per la quale non ricevo alcun compenso e in relazione alla quale ho da tempo presentato le mie dimissioni».
L’organigramma dello storico e prestigioso Gabinetto è la rappresentazione plastica del Renzismo e della sua straordinaria capacità di creare connessioni. Nel consiglio d’amministrazione, oltre a Carrai, siede anche Livia Frescobaldi, dal 2009 al 2011 padrona di casa di Renzi e con la sua famiglia sponsor del presidente del Consiglio. Il presidente è l’ex assessore alla Cultura Giuliano da Empoli, socio della C&T Crossmedia, di cui Carrai è socio asuavolta epresidente. La C&T Crossmedia, con da Empoli assessore, aveva ottenuto, attraverso l’associazione Museo dei ragazzi, l’affidamento del servizio di guide multimediali su tablet di Palazzo Vecchio. Successivamente l’incarico è stato esteso a un altro museo civico, quello della Cappella Brancacci. Senza gara e con questa motivazione: «Fra Crossmedia e Associazione museo dei ragazzi si è già realizzata una forma di proficua collaborazione». È il 27 luglio 2012, l’ex assessore è diventato socio dellaCrossmedia eafirmare la scrittura privata per conto del Museo dei ragazzi è il presidente Matteo Spanò, vecchia conoscenza di Renzi ed ex dipendente della Florence Multimedia, di cui Carrai è stato amministratore delegato. Anche nella chiesa di Santa Maria Novella e nell’annesso museo civico il percorso viene illustrato dalle guide di Crossmedia. Quanto alle cariche pubbliche, attualmente Carrai è presidente dell’Aeroporto di Firenze, un poltrona che gli frutta 80mila euro annui. Lui sostiene che il posto non gli è stato affidato dal Comune. Anche se nel consiglio d’amministrazione è sbarcato, con tutta probabilità, grazie ai suoi legami con Renzi (…)
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