ROMA – Ricchi assegni per i politici pugliesi. Un anno fa l’annuncio: tagliamo tutto. Oggi si scopre che non è cambiato nulla: basta aver lavorato 30 mesi.
Scrive Fosca Bincher su Libero:
Fu un tweet di Nichi Vendola a dare l’annuncio un po’meno di un anno fa: «Oggi la Regione Puglia ha abolito i vitalizi e l’assegno di fine mandato. Le nuove disposizioni entreranno in vigore il primo gennaio 2013». Vero? Per capirlo basta una data: 12 marzo 2013. Quel giorno si è dimesso dal consiglio regionale della Puglia Patrizio Mazza, eletto nelle fila dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro per la prima volta l’11 maggio 2010. (…)
Fare il politico per lui è stata una breve parentesi: in tutto due anni e mezzo in consiglio regionale. Pochi mesi prima delle dimissioni aveva provato a candidarsi anche alle comunali di Taranto, ma gli è andata male, edalla delusionenonsi è ripreso. Così ha deciso di tornare ai suoi pazienti, interrompendo l’aspet – tativa che si era preso. Prima di andare via ha fatto le ultime pratiche. Ha chiesto agli uffici: «Ma il vitalizio c’è ancora?». Gli hanno spiegato: «Sì, per i consiglieri in carica la legge non vale.Mabisogna avere almeno 5 anni di versamenti. Lei ne ha due e mezzo, però può versare in anticipo se vuole quello che manca e il vitalizio se lo prende subito». Mazza si è fatto fare due conti: i versamenti che mancavano erano di 66.564,51 euro. Cifra altina. Ma gli uffici della Regione Puglia gli hanno dato un’altra buona notizia: essendosi dimesso, aveva diritto pure alla liquidazione, a quell’assegno di fine mandato che secondo Vendola a novembre 2012 era stato abolito. No, non era stato abolito: si poteva riscuotere tutto il maturato fino al 31 dicembre 2012. (…)
Il professor Mazza si è fatto fare due conti. Per i due anni e mezzo della grande delusione da consigliere regionale gli spettavano69.154,24 euro: più di quelli che avrebbe dovuto versare per ottenere il vitalizio. Cosa che naturalmente ha fatto, guadagnandoci pure 2.500 euro. Una liquidazione dovuta? Sì, certo: nel mondo reale per raggiungere quella cifra di liquidazione in soli due anni e mezzo di lavoro bisognerebbe guadagnare 27.662 euro lordi al mese. Praticamente non accade da nessuna parte. In Puglia – l’unica isola felice per i politici italiani – accade ancora. (…)
Anche un altro ex parlamentare, specialista in cambi casacca come Luciano Sardelli (protagonista prima del salvataggio di Silvio Berlusconi dalle mire di Gianfranco Fini, poi del siluramento del Cavaliere) ha ottenuto dal primo aprile scorso un vitalizio mensile da 7.023,47 euro. Per un politico pugliese ogni sogno economico è realizzabile, in barba ad anni di campagne sui costi della politica e di annunci di roboanti risparmi che sarebbero arrivati da nuove leggi. Prendi Arcangelo Sannicandro, di Sel. Si è dimesso a marzo dal Consiglio regionale semplicemente perché Vendola lo aveva fatto eleggere in Parlamento con il Porcellum. Sannicandro era una vecchia volpe della Regione Puglia: eletto in consiglio ininterrottamente dal 18 luglio 2000.
Dodici anni e mezzo di lavoro. Si è fatto fareduecalcoli e dare la liquidazione. Gli sarebbero spettati 324.160,50 euro, ma siccome sia nel 2005 che nel 2011 si era fatto dare sostanziosi anticipi per 219.564,71 euro, alla fine in tasca prima di arrivare a Roma si è trovato un assegno da 104.595,79 euro. Meglio che niente. E il vitalizio? Sannicandro, classe 1943,aveval’età e idiritti maturati per prenderlo. Ma il vitalizio non si può cumulare con lo stipendio da deputato. Tanto una volta eletto avrebbe poi preso la pensione da parlamentare. (…)”