Rassegna stampa. Scandalo Lombardia, Formigoni e legge di stabilità

Meno Irpef ma Iva più pesante. I conti (difficili) per le famiglie. Il Corriere della Sera: “Legge di stabilità. L’imposta sulle transazioni finanziarie non farà distinzioni tra speculazione e risparmio”.

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Un sospetto intollerabile. Editoriale di Sergio Romano:

Per approfondire: Lombardia, aut aut Lega a Formigoni. E lui: “Se cado io, con me Zaia e Cota”

“Sicuro di sé, infastidito dalle domande della stampa, il presidente della Regione Lombardia continua a sostenere che le accuse mosse contro la sua amministrazione sono «fiction» e che il caso dell’assessore Domenico Zambetti, accusato di avere pagato 200.000 euro a una organizzazione criminale per l’acquisto di 4.000 preferenze, è un caso personale. Formigoni sembra dimenticare che il caso Zambetti non è un episodio isolato. È l’ultimo capitolo, per ora, di una serie di vicende in cui sono coinvolti 14 esponenti della Regione (di cui quattro assessori tra l’attuale e la precedente giunta) e che hanno avuto per risultato l’arresto di cinque persone.
Non mi azzardo ad anticipare un giudizio su indagini non ancora concluse. Mi limito a osservare che le dimissioni o il rapido ricorso al voto, in queste circostanze, non sono necessariamente un indice di colpevolezza. Un governo si dimette o si rinnova quando le accuse e i sospetti incidono sulla sua credibilità, interferiscono nelle sue funzioni quotidiane, rendono sempre più difficile il lavoro per cui è stato eletto”.

Formigoni al bivio tra voto e rimpasto totale. Ultimatum della Lega: via tutti gli assessori. Articolo di Elisabetta Soglio:

“Il giorno più duro di Roberto Formigoni. Quello dell’arresto di un suo assessore, Domenico Zambetti, accusato di avere comprato voti dalla ‘ndrangheta. Quello in cui la Guardia di Finanza arriva al Pirellone e sequestra pacchi di carte dopo che la Procura ha contestato i reati di truffa aggravata e peculato all’ex presidente del Consiglio regionale Davide Boni, all’ex vicepresidente Franco Nicoli Cristiani e al consigliere pdl Massimo Buscemi. Quello in cui la Lega lo mette alle corde chiedendogli di scegliere fra l’azzeramento della giunta o le dimissioni. Una batosta dopo l’altra, con il pallottoliere della Regione che continua a girare e sale a 14 il numero degli amministratori regionali alle prese con vicende giudiziarie”.

Case e affari, accuse al capogruppo Idv. Scrive Fiorenza Sarzanini:

“Sono stati sparsi su dieci conti correnti i soldi che Vincenzo Salvatore Maruccio ha sottratto dalle casse dell’Idv alla Regione Lazio. Sette depositi personali e tre gestiti in codelega con i vertici del partito guidato da Antonio Di Pietro. Ma il sospetto è che il capogruppo e segretario regionale del partito dell’ex pm, abbia movimentato molto più di quei 780 mila euro segnalati dagli ispettori della Banca d’Italia e scovati dagli investigatori del Nucleo valutario. Perché il politico, che ha 34 anni ed è originario di Vibo Valenzia, ha gestito numerosi affari già quando era assessore ai Lavori Pubblici nella giunta guidata da Piero Marrazzo”.

Il governo è ansioso di riuscire a offrire un’agenda popolare. La nota politica di Massimo Franco:

“I confini politici e finanziari delle regioni si vanno restringendo. Lo Stato si riprende un ruolo di regista nella distribuzione delle risorse, che gli sprechi e gli scandali emersi negli ultimi mesi negli enti locali fanno apparire inevitabile. Il taglio delle tasse per i redditi più bassi fa pensare che il governo di Mario Monti voglia bilanciare l’immagine di un esecutivo accusato di aumentare solo il carico fiscale: nonostante l’aumento dell’Iva di un punto dalla primavera del 2013. Traspare la preoccupazione di non perdere il consenso dell’opinione pubblica, sebbene il premier non abbia obiettivi elettorali.

Non ci può essere l’«agenda popolare» invocata per il futuro dal Pd. Ma senza dirlo, il presidente del Consiglio cerca di venire incontro a quanti insistono perché contraddica l’impressione di una manovra che, come accusa la Cgil, è «depressiva» per l’economia e i consumi; e colpisce i ceti più poveri. Eppure, anche gli ultimi provvedimenti avranno un costo sociale elevato. L’allarme permanente dei governatori, che il loro presidente Vasco Errani ha convocato anche per oggi, segnala il timore di uno smantellamento progressivo delle funzioni e dei margini di manovra delle amministrazioni periferiche”.
Ecco i conti per le famiglie l’aumento Iva pesa 324 euro. Articolo di Francesca Basso:
“Vediamola così. Il conto per le famiglie è salato ma le previsioni, forse, erano anche peggiori. Il taglio dell’Irpef fino all’altra sera sembrava impossibile e l’aumento dell’Iva minacciato nei mesi scorsi dal governo era di due punti percentuali. Alla fine il Consiglio dei ministri ha optato per un taglio di un punto delle aliquote più basse: si scende dal 23% al 22% per i redditi fino a 15 mila euro e dal 28% al 27% per quelli oltre i 15 mila fino ai 28 mila euro. Mentre l’imposta sul valore aggiunto salirà dal primo luglio dal 10% all’11% e dal 21% al 22%.
Ma non sono gli unici interventi. Perché il governo è intervenuto anche su deduzioni e detrazioni. Del resto se il gettito si riduce da una parte deve aumentare dall’altra perché tengano i conti dello Stato. Premesso che saranno tutelati i redditi fino a 15 mila euro, per i quali non cambierà nulla su questo fronte, per tutti gli altri scattano i tagli alle agevolazioni fiscali: arriva un tetto di 3 mila euro alle detrazioni e per molte deduzioni (ma non su quelle per la sanità) viene introdotta una franchigia di 250 euro. Tradotto, gli assegni al coniuge, i contributi previdenziali (quelli delle colf), la previdenza complementare, la beneficenza e le adozioni potranno essere dedotte dai 250 euro in su. Mentre per le detrazioni, ovvero gli interessi passivi del mutuo, le spese funebri, le spese per l’università e la beneficenza, potranno raggiungere un massimo di 3 mila euro. Non vi rientrano quelle per le spese mediche e per la ristrutturazione degli immobili”.
La Repubblica 11-10-12

La Repubblica: “La ‘ndrangheta al Pirellone”. Un’altra tangentopoli. Editoriale di Gad Lerner:

“Dalla Calabria alla Lombardia, come vent’anni fa, stiamo vivendo il tracollo rapidissimo di una classe politica che precipita nel vortice di una Nuova Tangentopoli. Con un’incoscienza che misuriamo anche nella prima reazione di Formigoni all’arresto del suo assessore rivelatosi complice della ‘ndrangheta”.
Il Giornale: “Qui viene giù tutto”. Editoriale di Alessandro Sallusti:
“Ci mancava l’assessore in odore di’n­drangheta nel cuore della Regione Lombardia. Le agenzie di stampa ag­giornano di ora in ora il bollettino della guerra alla malapolitica. Arresti e indaga­ti a destra e sinistra, finanzieri che irrompono nei quartieri generali delle Regioni Piemonte e Molise mentre altri sono al lavoro da giorni in quelli del Lazio e dell’Emilia. A sera in reda­zione si tira il bilancio. Mi sembra di tornare ai tempi di Tangentopoli, inizio anni Novanta, quando prima di andare in macchina si spun­tava l’elenco di indagati e inquisiti per evitare che nella fretta un nome sfuggisse. Le analo­gie sono anche altre. Batman-Fiorito è il nuo­vo Mario Chiesa, il granello di sabbia che, sfila­to, fa franare la montagna che sembrava grani­tica. «Mariuolo», lo apostrofò Bettino Craxi pensando di chiudere così il caso. Mal lo incol­se, e come andò a finire è cosa nota.
Applaudiamo a tanto attivismo delle procu­re: il malaffare di oggi è vero come vero era il sistema tangentizio della Prima Repubblica. Ma proprio perché l’esperienza insegna, re­stiamo guardinghi”.
Il Fatto Quotidiano 11-10-12

Il Fatto Quotidiano: “La grande retata”. Nuoto a rendere. Editoriale di Marco Travaglio:

“In attesa di un monito del Quirinale contro la traversata dello Stretto di Messina a nuoto da parte di Grillo, fomentatrice di qualunquismo e antipolitica a causa dell’allusione subliminale a un Paese che fatica a stare a galla, ma soprattutto per via dei rimandi a precedenti infausti come le nuotate di Mussolini, Mao, Le Pen e Putin, giunge molto opportuno il titolo di Repubblica. it: “Grillo è approdato a Messina: ‘ Vittoria’. Ma è già polemica sulla traversata”. Ora si attendono le traversate degli altri leader politici e non, che giustamente riceveranno ben altra accoglienza per il loro alto valore patriottico e riformista. Mario Monti solcherà sobriamente la piscina attigua alla Bocconi indossando il sobrio slippino color verde-loden, seguito a breve distanza da Corrado Passera aggrappato al tavolo della crescita. Vivo plauso della stampa tutta per l’ennesimo miracolo di SuperMario. Silvio Berlusconi camminerà sulle acque del laghetto di Milano 2 con i cigni numerati, a bordo di un galleggiante più che sicuro, Giuliano Ferrara; per l’occasione i maestri truccatori di Arcore sperimenteranno un toupet, un fard e un cerone a tenuta idrica; il Cavaliere indosserà le tradizionali pinne col rialzo e nuoterà in stile “dorso”, in linea – spiega il portavoce Bonaiuti – “con il passo indietro necessario a unire i moderati”. Prevista anche la presenza di Nicole Minetti nella parte della boa, anzi delle boe. Vivo compiacimento dall’intero centrodestra, a parte Alfano che era già pronto a una nuotata, ovviamente in stile rana. Roberto Formigoni organizzerà una sua personale traversata ai Caraibi, sempreché Piero Daccò riesca a far partire il bonifico dal carcere”.
Mani sporche, liste pulite. Scrive Antonio Padellaro:
Fanno quasi sorridere le analogie con Tangentopoli di cui testé abbiamo celebrato il ventennale. Sembrava che nel ‘ 92 l’Italia avesse toccato il fondo con le retate dei politici mazzettari che avrebbero portato all’implosione di un sistema partitico marcioeallemonetinedelRaphael. Maoggièpeggio, molto peggio. Gli arresti a raffica sono gli stessi ma riguardano profittatori che intascano in proprio e non certo per il partito come piagnucolavano i vecchi tangentisti. Ora vince l’arroganza dei Formigoni tra le macerie. Un malcostume trasversale che non risparmia nessuno e dove nessuno può più dirsi al di sopra del sospetto, e lo ha dovuto amaramente constatare alla Regione Lazio Antonio Di Pietro. Come la linea della palma descritta da Sciascia, anche il voto di scambio dal profondo sud ha infine raggiunto il ricco nord, ma con una novità: a vendere voti e a comprare poltrone e anime morte sono direttamente le cosche affiliate alla ‘ ndrangheta, multinazionale del crimine il cui pil cresce impetuoso mentre, intorno, tutto s’impoverisce”.
La Stampa: “Lombardia, manette in regione”. Il silenzio di fronte agli scandali. Editoriale di Francesco Manacorda:

“Ma che fine ha fatto a Milano e dintorni la tanto decantata «società civile»? Perché di fronte all’ondata di malcostume e di malaffare che si solleva dai palazzi della politica locale tacciono anche le voci di quella che un tempo era una borghesia imprenditoriale e delle professioni che guardava idealmente a Nord dei propri confini e alla quale buona parte d’Italia guardava a sua volta con non poche speranza?L’ultimo arresto di ieri per un’accusa – più Calabria che Baviera – di voto di scambio, con tanto di tariffario delle preferenze veicolate dalla ’ndrangheta, si aggiunge a scandali seri e grotteschi (vedi alla voce Nicole Minetti) e certifica l’ennesimo colpo al potere di Roberto Formigoni. Cinque assessori delle sue giunte arrestati in otto anni, rendono sempre più debole la linea difensiva del presidente della Lombardia, che derubrica d’abitudine ogni inciampo della sua squadra a responsabilità personali. La condanna a dieci anni di reclusione appena inflitta al sodale Pierangelo Daccò per la spoliazione del San Raffaele potrebbe traslare sul piano politico responsabilità penali”.

Ankara fa atterrare aereo di linea siriano. Scrive Francesca Paci:

“«Non siamo più stati colpiti, ma ora è la paura della guerra a toglierci il sonno» confida Ibrahim Ergun, titolare del Nil Café, uno dei due bar della città turca Ackakale. Mentre l’esercito rafforza le postazioni a poche centinaia di metri dal suo locale e dalla casa dove mercoledì una granata ha ucciso cinque persone, la tv pubblica Trt lancia la notizia di un aereo di linea siriano in volo tra Mosca e Damasco costretto dagli F-16 turchi ad atterrare ad Ankara perché sospetto di trasportare armi russe destinate ad Assad. Ankara ha poi fatto sapere di aver trovato sull’Airbus A320 «componenti missilistiche e sistemi di comunicazioni militari». Le autorità avrebbero anche ordinato agli aerei civili turchi di evitare i cieli siriani per timore di rappresaglie”.

Il Sole 24 Ore: “Stretta su detrazioni e oneri deducibili”. I piccoli passi e la priorità dimenticata. Articolo di Fabrizio Forquet:

Per approfondire: La legge di Stabilità 2012: il testo integrale

“È un provvedimento complesso quello approvato ieri dal Consiglio dei ministri sotto il nome di legge di stabilità. La parola d’ordine è non chiamarla manovra. Ma è proprio di questo che si tratta, con interventi significativi sia sulle entrate sia sulle spese. Purtroppo, a 24 ore dall’approvazione in Consiglio dei ministri, sono poche le certezze sui saldi e sugli importi delle singole poste. Tra la Ragioneria, il Mef e Palazzo Chigi i tecnici sono ancora al lavoro e solo nelle prossime ore il quadro sarà definito nei particolari. Intanto cominciano a emergere le prime sorprese. L’intervento sull’Irpef, per cominciare, non produrrà un beneficio di 4-5 miliardi per i contribuenti, come farebbe ritenere la riduzione di un punto dell’aliquota sui primi due scaglioni. Il complesso meccanismo di revisione delle detrazioni e delle deduzioni, infatti, vanificherà per molti contribuenti il beneficio dell’intervento sulle aliquote”.

Il Messaggero: “Lombardia, la ‘ndrangheta in Regione”. Il dovere di fare pulizia. Editoriale di Giovanni Sabbatucci:
“Prima la notizia-choc del comune di Reggio Calabria commissariato dal ministro degli Interni perché di fatto in mano alla ’ndrangheta. Poi, in rapida sequenza, l’arresto di un assessore della regione Lombardia, membro di una giunta ormai quasi azzerata da arresti e imputazioni: l’accusa è di aver comprato (e nemmeno a buon mercato) pacchi di voti dalla malavita organizzata. Infine, l’ultimo capitolo dell’interminabile saga del Lazio-gate, col capogruppo dell’Italia dei valori al Consiglio regionale indagato per peculato: avrebbe distratto dai finanziamenti destinati al suo partito (che non risulta averne mai denunciato la dismisura) una somma pari più o meno alla metà di quella che alimentava le spese folli del suo omologo Pdl, l’ormai celeberrimo Franco Fiorito”.
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