Lorenzo Lavia assolto: accusato di calunnia per una lite tra padroni di cani

Lorenzo Lavia (Foto Facebook)
Lorenzo Lavia (Foto Facebook)

ROMA – Assolto perché il fatto non sussiste. E’ stato assolto Lorenzo Lavia, attore, figlio di Gabriele Lavia, dall’accusa di calunnia. La vicenda risale al 2009 ed è nata da una lite tra padroni di cani. La racconta il Messaggero:

Era il febbraio del 2009, quando Lorenzo Lavia, attore, figlio del più noto Gabriele, al parco di Colle Oppio, a due passi dal Colosseo, stava passeggiando con i suoi due cani, un boxer di quaranta chili, che deve il suo nome grande attore giapponese Zeami, e un cucciolo, un bulldog francese. C’era anche la sua compagna dell’epoca, Euridice Axen. In realtà la coppia passeggiava all’esterno dell’area dedicata ai cani, il boxer Zeami, era libero di muoversi, senza guinzaglio. E improvvisamente si era scagliato su un’altro cane, un chou chou, portato a spasso da una due pensionati. Nella foga, Zeami aveva fatto cadere in terra l’anziana proprietaria del chou chou. «Il marito della donna ha reagito prendendo a calci il boxer e anche il cucciolo di bulldog – ha testimoniato in aula Euridice Axen- Poi si è scagliato contro Lorenzo e lo ha colpito al collo» . Lorenzo Lavia, il giorno successivo, era andato al pronto soccorso, dove i sanitari avevano giudicato il suo trauma guaribile in tre giorni.

Era andata peggio alla signora caduta in terra: fratture multiple alla gamba, diverse interventi chirurgici e una lunga convalescenza. Terminate le visite ospedaliere il marito della vittima aveva telefonato all’attore per organizzarsi su un possibile risarcimento del danno. A questo punto Lavia aveva denunciato ai carabinieri l’aggressione subita e ne era scaturito un processo, tuttora in corso, ai danni del pensionato. Parallelamente, l’anziano aveva denunciato Lorenzo Lavia, che per questa stessa vicenda sta affrontando anche un processo in sede civile, accusandolo di calunnia. Ma all’attore in questo caso è andata bene. Il tribunale lo ha assolto perché il fatto non sussiste. «Attenderemo le motivazioni della sentenza – afferma Giorgio Morganti, avvocato dell’attore – probabilmente il giudice ha ritenuto che la persona offesa avesse effettivamente aggredito il mio cliente».

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