Lotito fermato all’aeroporto Oslo: voleva passare controlli con 4 litri acqua

Lotito fermato all'aeroporto Oslo: voleva passare controlli con 4 litri acqua
Claudio Lotito (LaPresse)

ROMA – Clamorosa gaffe di Claudio Lotito, il consigliere federale al seguito della Nazionale Italiana voleva passare i controlli all’aeroporto di Oslo con delle bottiglie d’acqua. La notizia è stata ripresa da molti media nazionali con delle piccole differenze: La Gazzetta dello Sport parla di un litro e mezzo d’acqua, Il Messaggero invece – in un articolo a firma di Ugo Trani – parla di quattro litri e mezzo d’acqua.

Ne parla in maniera approfondita  La Gazzetta dello Sport in un articolo che riportiamo di seguito per la nostra rassegna stampa online.

Aeroporto di Oslo-Gardermoen, notte tra martedì e mercoledì. La Nazionale ha battuto la Norvegia e si appresta a rientrare in Italia. E’ l’una del mattino, il terminal è vuoto e però c’è trambusto ai controlli di sicurezza. Per colpa di chi? Del consigliere federale Claudio Lotito.

«E’ per la mia dieta!» Ecco la scena che si presenta agli occhi dei giornalisti in coda: Lotito ha in mano una bottiglia di acqua minerale effervescente naturale da un litro e mezzo e non vuole buttarla nel cestone. Non si possono introdurre bevande e alcolici nelle aree degli imbarchi, lo sanno tutti. Lo sa anche Lotito, che però insiste con gli addetti: «E’ per la mia dieta!», urla in italiano. Imbarazzato, uno degli uomini di scorta alla nostra squadra cerca di spiegare al presidente della Lazio che non ci si può fare niente, che esiste un protocollo internazionale e che le polizie di frontiera hanno pieni poteri sul tema. I norvegesi si irritano, fanno capire che la tolleranza è al limite e che non c’è tempo da perdere. A quel punto Lotito si scola l’acqua rimasta e consegna la bottiglia. Poi si avvia verso il gate, rimarca il fatto che deve bere tanto ed esclama: «E’ l’acqua del nostro sponsor!», quasi a sottintendere che le minerali degli azzurri dovrebbero godere di immunità aeroportuali. Salito in aereo, si accomoda in prima fila, vicino al presidente Tavecchio. Chiede a una hostess di pulirgli una mela. Arriva la squadra e al passaggio di Daniele De Rossi gira le spalle. Grande freddo. I due si ignorano. Viaggiano insieme, condividono ritiri, ma si parlano a distanza. Rapporto difficile, che potrebbe diventare un problema anche per Conte.

Replica e punzecchiate Nella zona mista di Oslo, De Rossi si era lamentato del presenzialismo lotitiano: «Ci sono miei fastidi personali, non vuol dire che siano di tutto il gruppo. (…). Mi dicono che è giusto che alcuni consiglieri stiano lì, sono 21 e speriamo che non vengano tutti..». Lotito così gli ha risposto ai microfoni di Rai- Sport: «Non sono solo consigliere federale, ma molto di più. Io posso stare lì». Anche Lele Oriali, team manager azzurro, ha detto la sua sull’argomento: «Sappiamo benissimo che il presidente Lotito è stato sia a Bari sia a Oslo, ma lui sa che all’interno dello spogliatoio non può venire. Quella è una zona franca e non si è mai visto, devo dire. Vorrà dire che per par condicio inviteremo gli altri consiglieri». E i giocatori? «Lamentele non ce ne sono state, a parte questa di De Rossi, che è un’esternazione personale». Con De Rossi si è schierato Mauro Baldissoni, d.g. della Roma: «Lotito è al seguito dell’Italia, secondo molti in maniera un po’ ingombrante: evidentemente non ha di meglio di cui occuparsi e si occupa della Nazionale ».

Però ci vuole altro per fermare Lotito, che ha proclamato: «E’ necessario avviare quanto prima un processo di riforme che ci restituisca competitività in ambito europeo e internazionale. Serve un nuovo corso, per superare l’immobilismo. Farò il possibile affinché il nostro Paese possa misurarsi con realtà più efficienti». A seguire il buffetto del romanista Massimo D’Alema: «Lotito passeggia, fa, è un uomo esuberante, ma non mi pare che faccia danni». Qui ci vuole un brindisi, a base di acqua minerale”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie