ROMA – M5s, insulti e minacce ai fuoriusciti. Sul blog di Beppe Grillo non si contano gli attacchi ai fuoriusciti. E gli altri ribelli temporeggiano: “Uscire allo scoperto? Non è il momento”. Il discorso in aula con cui Tommaso Currò ha abbandonato il Movimento 5 Stelle è stato definito sul blog “una sceneggiata”, attirando nuovi insulti contro il deputato catanese. C’è chi minaccia “ci sono gli incontri che sicuramente farai, che faranno i tuoi parenti… ” e chi chiede che i “traditori” in politica vengano “impiccati, possibilmente per legge”.
L’elemento che ha più preoccupato i vertici del M5s, come riporta Annalisa Cuzzocrea su Repubblica,
è la possibilità che la mossa sia stata concordata con il premier, che Matteo Renzi ne fosse a conoscenza o l’abbia addirittura studiata. “È in difficoltà e dà il via al mercato delle vacche”, dice uno di quelli che parla più spesso con Grillo e Casaleggio. Dal Pd confermano solo che la nascita di gruppi autonomi alla Camera e al Senato che possano – quando serve – rimpolpare i numeri della maggioranza, sarebbe utile al governo. E non solo per l’elezione del presidente della Repubblica, dove i primi a voler entrare in gioco sono gli ortodossi: “Siamo pronti a sederci al tavolo con il Pd come abbiamo fatto per l’elezione del Csm”, ha detto ieri a Otto e mezzo Barbara Lezzi.
Il capogruppo pd Roberto Speranza crede però che gli applausi dei suoi a Currò siano stati un errore.
“In questo momento dobbiamo solo starli a guardare, un atteggiamento diverso danneggia chi esce. L’errore di Currò – confermato perfino da chi come Walter Rizzetto lo ha difeso è stato dare l’impressione di consegnarsi a Renzi. Agiranno diversamente i prossimi a uscire. Si parla di Marco Baldassare e Samuele Segoni, vicini all’espulso Massimo Artini. E – per motivi diversi – Cristian Iannuzzi, deputato, di sua madre Ivana Simeoni, senatrice, e del tesoriere di Palazzo Madama Giuseppe Vacciano: sono considerati “integralisti a 5 stelle” e non hanno digerito la scelta del direttorio. «Ormai raccontiamo favole, come l’uscita dall’euro con una legge di iniziativa popolare – scrive Iannuzzi – non si fa altro che urlare, puntare il dito, vivere in un clima militarizzato dove chi non è allineato al blog viene tacciato come traditore”.
“Tra i nostri sostenitori ce ne sono alcuni che incutono timore per i toni e le minacce che scrivono sul blog o sulle bacheche Facebook dei fedelissimi di Beppe”, confida un deputato a Lettera43.it chiedendo l’anonimato.
“Noi abbiamo sposato le idee del Movimento, ma siamo consapevoli che la linea imposta dall’alto, quelle idee, ce le fanno tradire. Le parole usate da Currò siamo in tanti a condividerle, ma ora non è il momento di uscire allo scoperto”.
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