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Magistrati difendono il posto oltre i 70 anni‏. Santacroce: “Così Corte suprema dimezzata”

di FIlippo Limoncelli |13 Giugno 2014 9:03

Santacroce, pres. Corte Cassazione (LaPresse)

ROMA – Una norma che imponga l‘immediata uscita dei magistrati che hanno compiuto 70 anni, porterebbe una scopertura di organico in Cassazione di circa il 50 per cento. Una carenza “non sopportabile” e che causerebbe “un gravissimo pregiudizio alla ragione stessa di esistenza della Corte di legittimità”. Così si è espresso il presidente Giorgio Santacroce, a proposito dei progetti in tema di pensionamento dei dipendenti pubblici allo studio del governo.

Scrive Il Messaggero:

Santacroce esprime il suo «allarme per le pesanti conseguenze» che avrebbe sulla Cassazione una disciplina «priva di gradualità» in una lettera indirizzata la ministro della Giustizia Orlando e al vice presidente del Csm Michele Vietti. E la ragione centrale della sua preoccupazione è il fatto che «la professionalità dei magistrati che lascerebbero il servizio potrebbe essere ricostruita, per numero delle persone e qualità della preparazione, solo dopo un ungo e intenso periodo».

Se la norma non avesse una gradualità, dovrebbero lasciare subito la Cassazione 47 magistrati, che sono nella fascia di età tra i 70 e i 75 anni (il 13,09 per cento dell’organico), tra cui ci sono lo stesso Santacroce, il presidente aggiunto della Cassazione e 32 presidenti di sezione. E quelli compresi tra i 66 e i 70 anni (il 13,65% dell’organico) «sarebbero fortemente incentivati ad andare in pensione», per effetto di un’altra norma che già non consente l’attribuzione di incarichi direttivi a chi non può assicurare quattro anni di permanenza nel servizio. Vuoti che si sommerebbero alla «ormai storica» carenza di organico della Cassazione, pari al 17,55 per cento.

«Nell’immediato – avverte Santacroce, che pure dice di valutare «con favore la prospettiva di un ringiovanimento della dirigenza degli uffici» – verrebbero meno i modesti ma incoraggianti risultati di riduzione dei tempi di durate del giudizio di Cassazione e andrebbero persi tutti progetti organizzativi avviati nell’interno dell’Ufficio e destinati a produrre i loro risultati negli anni futuri».
Sul tema ha lanciato l’allarme anche il Consiglio nazionale della magistratura: con una delibera approvata dal plenum, invita il ministro della Giustizia Andrea Orlando a farsene testimone «in tutte le sedi istituzionali» sollecitando anche «la previsione di una disciplina transitoria per la ragionevolezza della scelta legislativa» (…)

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