STRASBURGO – “I debiti uccidono il futuro e chiedere tempo per fare le riforme significa fare nuovi debiti. […] Sulle riforme abbiamo bisogno di fatti, non di parole. Il governo italiano le faccia, poi parleremo di tutto il resto”: Manfred Weber, il nuovo capogruppo del Partito popolare europeo che nella seduta inaugurale del Parlamento europeo ha attaccato Renzi sulla flessibilità, non lascia spazio all’Italia.
Interrogato da Alberto D’Argenio di Repubblica, Manfred Weber ha ribadito:
“La frazione del Ppe ha deciso i contenuti dopo un attento esame delle linee politiche da prendere. E nella discussione sul Patto di stabilità la nostra linea – sostenuta anche da greci, spagnoli, irlandesi e portoghesi – è quella che ho espresso in aula”.
Manfred Weber, informa Alberto D’Argenio, è un imprenditore bavarese rinomato per non prendere ordini dalla politica e fa parte della Csu, partito regionale federato con la Cdu della Cancelliera ma con posizioni più intransigenti. Dice:
“E’ importante che anche Renzi e il Pse riconoscano che i testi vanno bene, ma bisogna dire che la flessibilità significa fare nuovi debiti e se cediamo a questo richiamo rischiamo di deragliare. La Francia ne è stato l’esempio perfetto, ha chiesto più tempo sul deficit ma ha fatto riforme deludenti. Per questo non ci fidiamo dei governi del Pse. Non vogliamo che si facciano nuovi debiti in cambio delle riforme. Però molti punti del programma di Renzi, come la crescita, il Mercato interno o il commercio estero, hanno l’appoggio del Ppe”.
Chiede D’Argenio se Weber non si rispecchi nel documento preparato da Herman Van Rompuy:
“Quel testo è una buona premessa per costruire un ponte tra noi e il Pse. Nelle prossime settimane ne parleremo con Juncker, discuteremo con lui su come si applica il Patto. Ma l’Italia ha il debito al 130% del Pil e tutti devono sapere che se arriva una nuova crisi i mercati vanno di nuovo nel caos”.