Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Cavillo e cavaliere”

Berlusconi, la vignetta del Fatto Quotidiano
Berlusconi, la vignetta del Fatto Quotidiano

ROMA – “Cavillo e cavaliere”, questo l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano (12 settembre). “Una volta era tutto più facile: le leggi gliele scrivevano su misura Craxi & C., poi passavano alla cassa. Dunque gli era davvero difficile violarle – scrive Travaglio – Poi purtroppo Craxi & C. si fecero beccare, i giudici corrotti finirono dentro e quelli corruttibili iniziarono a scarseggiare. Non gli restava che scendere in campo per farsi le leggi da solo.”

Ecco l’editoriale di Marco Travaglio:

“Dunque con Napolitano e Mancino c’entra come i cavoli a merenda. Poi la Consulta, pur di dare ragione al Presidente, s’inventò che i giudici dovevano distruggere le bobine senza farle ascoltare ai difensori del processo sulla trattativa Stato-mafia “in base all’art. 371 Cpp”: che non c’entra una mazza perché riguarda le intercettazioni che violino il segreto professionale fra medico e paziente, avvocato e cliente, confessore e penitente. Da allora vale tutto. Si può persino sostenere che il Pdl votò la Severino, figlia di un decreto Alfano (che se ne vantò pure), sulla decadenza e l’incandidabilità dei parlamentari condannati, ma per applicarla solo ai parlamentari condannati per reati commessi dopo, cioè non ancora commessi, cioè per non applicarla a nessuno. Resta da capire perché fu varata in tutta fretta prima delle elezioni di febbraio, se non mirava a ripulire le liste dai condannati già condannati (ovviamente per reati precedenti), ma solo da quelli futuri, dunque inesistenti.

Del resto, grazie al centrosinistra, abbiamo la legge penale tributaria più blanda dell’universo: se non evadi almeno 50 mila euro o non frodi il fisco per almeno 33 mila euro all’anno, non è reato. B. ha frodato per 300 milioni, quasi tutti prescritti, tant’è che l’hanno condannato per i 7, 3 superstiti (su due anni), ma non va ancora bene: i suoi servi ripetono in tv che Mediaset ha pagato miliardi di tasse, dunque la frode da 7, 3 milioni (che poi sarebbero 300) non è reato. A parte il fatto che non s’è mai visto un ladro d’auto che si difenda in tribunale argomentando che, con tutte le auto che circolano ogni giorno, lui s’è limitato a rubarne una, dunque è come se non l’avesse rubata; lunedì sera la Casellati diceva a Otto e mezzo che Mediaset ha pagato 6 miliardi di imposte, mentre la Santanchè diceva a Piazza Pulita che ne ha pagati 11, mentre Schifani diceva a Porta a Porta che ne ha pagati 9. Ecco, non sta a noi dirlo, ma perché la gente si beva qualcosa bisognerebbe fare almeno come I soliti ignoti: sincronizzare le puttanate.”

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