Marco Travaglio, Fatto Quotidiano: “Salvini ministro subito”

Marco Travaglio, Fatto Quotidiano: "Salvini ministro subito"
Salvini (LaPresse)

ROMA – “Salvini ministro subito” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di martedì 18 agosto.

Siccome il Viminale è sede vacante due anni (c’è Angelino Alfano, cioè nessuno), Renzi dovrebbe prendere seriamente in considerazione la proposta di Salvini: nominarlo ministro dell’Interno per tre giorni, durante i quali il leader leghista promette di risolvere una volta per tutte il problema dell’immigrazione. Non ci venga a dire che non può farlo perché il suo è un governo di centrosinistra e Salvini farebbe una politica di centrodestra: anche il Jobs Act e le altre controriforme renziane (dalla scuola alla Costituzione, dalla responsabilità civile dei giudici ai reati fiscali) erano nel programma del centrodestra: una più una meno, non se ne accorgerebbe nessuno. Ma soprattutto abbiamo come il sospetto che Salvini, se facesse il ministro per tre giorni (o settimane o mesi o anni), non combinerebbe un bel nulla. Esattamente come Alfano, noto pelo superfluo. In compenso la sua propaganda sull’immigrazione a colpi di felpe, ruspe e talk show che l’ha portato sopra il 15% nei sondaggi, messa alla dura prova dei fatti si scioglierebbe come calippo al sole ela Lega tornerebbe là dov’era venuta: nelle valli bresciane, bergamasche e trevigiane, col suo endemico 4-5%.

La fortuna di Salvini è che qualunque cosa dica alla pancia, alle viscere e ai genitali degl’italiani meno alfabetizzati non avrà mai la possibilità di essere sperimentata per vedere l’effetto che fa. E nessuno ha la memoria così lunga per ricordare che, negli 11 anni in cui la Lega governò, occupando ministeri chiave per la sicurezza come l’Interno e la Giustizia, gli immigrati continuarono a entrare in Italia imperterriti e incontrollati. Senza contare che: la legge Bossi-Fini fu la più clamorosa sanatoria di irregolari (oltre 700 mila) mai vista; il ministro Maroni finanziò – come tutti – i campi rom; il devastante regolamento Dublino-2 (poi esteso ad altri paesi nella terza formulazione) fu siglato nel 2003 dal governo Berlusconi-2 con dentro il Carroccio; la decisione di bombardare la Libia di Gheddafi nel 2011 fu assunta dal Berlusconi-3 con l’ok della solita Lega. Se Salvini andasse al Viminale, dovrebbe fare i conti con le norme italiane ed europee, ma soprattutto con i numeri e le realtà che – a chiacchiere –può serenamente ignorare. Intanto non c’è nessuna “invasione” che giustifichi lo stato d’emergenza, nazionale o padano. Nel 2014 sono sbarcati in Italia 170 mila migranti, nei primi 7 mesi del 2015 circa 100 mila: quasi altrettanti (…)

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