Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “SuperEsposito Unchained”

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "SuperEsposito Unchained"
Manifestazione a sostegno di Berlusconi a Palazzo Grazioli (LaPresse)

ROMA – “SuperEsposito Unchained”, questo il titolo dell’editoriale di Marco Travaglio di oggi, mercoledì 21 agosto, sulle pagine de Il Fatto Quotidiano.

“Nella bizzarra convinzione che sputtanando il giudice si assolva il condannato, il Giornale pubblica ogni giorno a puntate le avventure del giudice Antonio Esposito: l’avvincente feuilleton si avvale di testimoni super partes, che disinteressatamente accorrono a compiacere B. narrando ai segugi sallustiani le gesta dell’alto magistrato fin dalla più tenera età. Ne emerge la figura di un supereroe da cartoon giapponese, dotato di uno stomaco di ghisa (è sempre lì che mangia con qualcuno) e ossessionato sin dall’infanzia dall’incubo B. (non parla d’altri che di lui, come Sherlock Holmes di Moriarty, come Eliot Ness di Al Capone, come Basettoni di Macchianera).

Ieri sul Pornale, nell’ultima puntata della saga, il commissario Zuzzurlo ha scovato un tale Massimo Castiello da San Nicola Arcella (Cosenza) che dal 2011 non vedeva l’ora di liberarsi di un terribile segreto: una cena a casa sua, ospiti d’onore l’attore Franco Nero in arte Django e naturalmente lui, SuperEsposito, che per l’intero pasto avrebbe ammorbato i commensali con feroci invettive contro B.: “Mi sta proprio sulle palle… Si salva sempre.. gli avvocati… la prescrizione… Ma se mi dovesse capitare a tiro gli faccio un mazzo così…”.

Già che c’era, il nostro eroe avrebbe tirato in ballo anche Wanna Marchi, da lui condannata nel 2009 subito dopo un’altra cena a Verona – anch’essa svelata dal Pornale – in cui avrebbe sparlato di lei e di B. (…). Esposito smentisce con tanto di testimoni. In attesa che l’ennesimo processo per diffamazione chiarisca chi mente fra i Sallusti boys e il giudice (noi un’ideuzza ce l’avremmo), siamo in grado di rivelare i prossimi episodi della serie. Con nuovi, mirabolanti colpi di scena.

(…) Scherzi da prete. Padre Incoronato Molestia, parroco della chiesa di Santa Fuggitiva ad Agropoli, ricorda che il piccolo Esposito terrorizzava gli amichetti dell’oratorio tirando loro i capelli, poi si giustificava in confessione: “Che ci posso fare, padre, è più forte di me: da grande voglio fare il giudice per strappare la chioma finta a Berlusconi e quella tinta a Wanna Marchi”.

(…) Gennaro ’o Squartaguaglioni, prestigioso assistente sociale ultracentenario di Sapri, ricorda perfettamente in un’intervista al Giornale quando, nei primi anni 50, il giovane Esposito prestava opera di volontariato in un ospizio: si faceva consegnare una vecchina al giorno per portarla a spasso, la aiutava ad attraversare la strada, poi la spingeva sotto le ruote della prima automobile di passaggio urlando: “Mi alleno per Berlusconi e Wanna Marchi”.

Rasta il Selvaggio. Tonino ’o Ciucciasangue, decano dei vigili urbani di Castellabate, vuota il sacco con il Giornale: ormai prossimo alla maggiore età, un irriconoscibile Esposito coi capelli rasta e i piercing dappertutto, dalle sopracciglia all’ombelico, si aggirava nottetempo per le strade di periferia armato di bomboletta spray e imbrattava i muri, sempre con la stessa scritta, all’epoca incomprensibile ai più: “Wanna Marchi e Berlusconi finirete in schiavettoni”.

Tressette col morto. Totonno ’o Scarrafone, titolare della cattedra di Furto con Scasso all’Università Campania-3, svela al Giornale che una sera dell’estate del 1979 invitò a casa sua il giudice Esposito, l’inseparabile Franco Nero, Giovanni Rana, Roberto Carlino e la buonanima di Bombolo per una partita a tressette, purtroppo funestata dalle continue truffe del giudice Esposito, che estraeva continuamente dal polsino le carte vincenti che gli aveva precedentemente passato Ilda Boccassini.

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