Marco Travaglio a Gabrielli e Cantone: dove volete andare?

a cura di Sergio Carli
Pubblicato il 6 Settembre 2015 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio a Gabrielli e Cantone: dove volete andare?

Marco Travaglio. Domanda a Franco Gabrielli e Raffaele Cantone: dove volete andare?

ROMA – Marco Travaglio dà voce a quanto si chiedono in molti in Italia: chi sono, che ruolo hanno, che obiettivi si pongono il prefetto Franco Gabrielli e il giudice Raffaele Cantone, due personaggi proiettati, per nomina governativa, da una carriera statale alle luci della ribalta della politica.
L’articolo, sul Fatto del 6 settembre 2015, ha un tono agrodolce. Marco Travaglio non ha molto da obiettare sui due grand commis, vengono dalla sua cultura di legalità e giustizia, specialmente Cantone è nel suo cuore. Ma anche l’essere più perfetto può cadere in tentazione, ha rischiato di cedere anche Gesù Cristo. Di conseguenza Marco Travaglio fa bene a mettersi fuori dal coro e scorticarli un poco, con garbo ma severo.
L’articolo di Marco Travaglio punta prima su Franco Gabrielli, che dei due si ha l’impressione essergli meno congeniale, partendo dalla domanda “che razza di animale” sia Franco Gabrielli,

“che sulla carta sarebbe un prefetto della Repubblica: uno di quei funzionari pubblici che anche nel loro comportamento dovrebbero incarnare l’imparzialità e l’impersonalità dello Stato.

Il Governo di Matteo Renzi, non avendo il coraggio di obbedire alla legge e sciogliere per mafia il Comune di Roma, ha nominato Gabrielli sindaco aggiunto, senza peraltro dotarlo di un solo potere che già non avesse prima; ma a furia di far dire dalle tv e dai giornali amici che è il nuovo tutore-badante del sindaco Marino, tutti han finito per crederci, a cominciare da lui”.

Secondo Marco Travaglio, Franco Gabrielli

“si aggira da un talk show all’altro dando fiato alla lingua con freddure, avvertimenti e dichiarazioni su ogni materia dello scibile umano, come una Santanché o una Picierno qualunque”.

Obiettivo principale di Marco Travaglio è però il magistrato Raffaele Cantone,

“altra figura anfibia che da qualche mese popola il cast del dichiarazionismo nazionale”.

Anche per Raffaele Cantone la domanda iniziale è “che razza di animale” sia. Raffaele Cantone

“sulla carta è un magistrato fuori ruolo distaccato all’Autorità nazionale anticorruzione. Essendo Cantone una persona competente e onesta, svolge al meglio quella funzione.

Poi però si sa come vanno le cose in Italia: nessuno è disposto a credere che Cantone farà il capo dell’Anac a vita, infatti non passa giorno senza che qualcuno lo candidi a qualcosa.

Lui ogni volta declina l’invito, ma nessuno è pronto a giurare che, nel caso in cui accada un incidente al Governo Renzi sempre appeso a un filo, rifiuterebbe anche quello di guidare un Governo istituzionale di emergenza”.

Raffaele Cantone, nota Marco Travaglio

“è molto attento acurare la sua immagine e a calibrare la sua popolarità, sia presso la società civile sia presso quella politica, con un sapiente dosaggio di moniti sufficientemente generici per non scontentare nessuno, né la maggioranza né le opposizioni, e di esternazioni sapientemente calibrate per correre in soccorso del Governo che l’ha nominato all’Anac ogni volta che appare in difficoltà.
Renzi è in crisi per il caso De Luca?
Cantone si fa intervistare da Repubblica per attaccare Rosi Bindi che ha osato infilare il condannato De Luca nella lista dei candidati condannati e per dire che, se De Luca restasse governatore in barba alla legge Severino, non sarebbepoi questo scandalo.

Renzi si sputtana salvando Azzollini dall’arre-sto? Riecco Cantone, sempre su Repubblica, affermare con grave sprezzo del ridicolo: “È giusto e doveroso che il Parlamento possa dissentire quando non condivide i provvedimenti della magistratura”. Come se le Camere fossero un quarto grado di giudizio per sindacare gli atti della magistratura, sostituendosi a essa e decidendo non sul fumus persecutionis, ma sulle esigenze cautelari al posto del solo soggetto preposto dalla Costituzione: il giudice.

Ora Renzi si gioca la pelle sulla controriforma del Senato e corteggia Ncd e FI per neutralizzare l’opposizione interna, offrendo in cambio l’unica merce appetibile per quei due partiti: le leggi contro la Giustizia, dal bavaglio sulle intercettazioni allo stop della norma blocca-prescrizione all’ennesima riforma del Csm (non per cacciarne i politici, ma per politicizzarlo vieppiù) e magari dell’obbligatorietà dell’azione penale. Si rifà vivo Cantone, stavolta alla presentazionedi un libro di Claudio Cerasa e dell’ex pm Piero Tony che è un po’ la bibbia del Foglio, […] che fino aieri lo attaccava e ora invece si sdilinquisce ai suoi piedi (“Cantone choc sulla magistratura”).

Dice Cantone che il “cancro della magistratura” non sono le toghe ossequienti alle pressioni politiche, ma “le correnti” (strano: anche Falcone ne fondò una, il Movimento per la giustizia). E un po’ anche l’Anm, non perché troppo timida sulle controriforme del Governo (ai tempi di Berlusconi scioperava per molto meno), ma anzi perché “si batte per tenere il numero di ferie a 45 giorni” contro il Governo che le ha ridotte a 30 […] facendo credere che il problema della giustizia sia la fannulloneria dei magistrati italiani (i più produttivi d’Europa).
Poi, già che c’è, definisce l’obbligatorietà dell’azione penale “bellissima ma inattuabile”, portando altra legna al falò di chi vorrebbe dettare politicamente le priorità alle Procure, con tanti saluti alla loro indipendenza e alla legge uguale per tutti.
Cantone è liberissimo di dire ciò che vuole dove e a chi gli pare, ma non può essere così ingenuo da non porsi il problema delle conseguenze delle sue parole. Sa benissimo di essere un testimonial del Governo Renzi, che a ogni scandalo tira fuori il suo nome come foglia di fico per coprire le proprie vergogne.
Attendiamo dunque che parli con la stessa passione anche quando il Governo sbaglia (magari sulle nuove leggi del falso in bilancio, del voto di scambio, dei reati fiscali e dell’autoriciclaggio, che dovevano migliorare le precedenti e invece le hanno peggiorate,mandando assolti quelli che prima erano stati condannati). Sempreché, si capisce, Cantone non pensi che il Governo Renzi è infallibile. Nel qual caso verrebbe da dubitare non della sua imparzialità, ma della sua sanità mentale”.