ROMA – Per aiutare Isis a ottenere la vittoria finale, il Governo Italiano sta dando una mano importante, secondo Marco Travaglio: tiene Angelino Alfano al suo posto di ministro dell’Interno e soprattutto
“taglia ancora i fondi e gli organici alle forze dell’ordine e di intelligence, e impone limiti sempre più stringenti alle intercettazioni e alla tracciabilità del denaro”
rendendo sempre più difficile
“l’identificazione dei terroristi e dei loro finanziatori e sempre più facili le loro attività criminali”.
Sono 13 i punti in cui Marco Travaglio sviluppa la tesi, provocatoria, in alcuni passi paradossale, in altri, per fortuna irrealizzabile, in altri, come quello appena citato, molto realistica. Marco Travaglio li definisce
“una serie di semplici accorgimenti che ci permettiamo di suggerire ai governi europei, in particolare a quello italiano”.
Eccoli:
1) Nominare Maurizio Belpietro direttore del Tg1, Giuliano Ferrara del Tg2 e Magdi Allam del Tg3. […] Titoli come quello di Libero “Islamici bastardi”, opportunamente rilanciati a reti unificate, conquisteranno alla causa dell’Isis tutti i musulmani d’Italia, compresi i pochi moderati e agnostici rimasti.
2) Confermare il Giubileo di Roma nelle date e nei luoghi prefissati, anziché rinviarlo a tempi migliori in segno di lutto e per motivi di sicurezza: consentire la presenza di milioni di cattolici nello stesso posto contemporaneamente agevolerà di molto il lavoro dei bombaroli.
Qui la risposta gliela ha già data Papa Francesco, confermando che il Giubileo ci sarà. Nel suo piccolo, il Comune di Roma dà una mano con le domeniche a piedi e soprattutto le targhe alterne, costringendo centinaia di migliaia di romani a intubarsi nella metropolitana non per libera scelta ma perché costretti da un gruppetto di ideologi pseudo ecologisti che li vogliono rieducare come faceva Pol Pot.
3) Lasciare alla guida del ministero dell’Interno Angelino Alfano, garanzia di competenza, serietà e prontezza di riflessi. In una parola: di intelligence.
4) Continuare a pagare lauti riscatti in dollari o in euro sonanti in cambio della liberazione degli italiani presi in ostaggio dalle formazioni terroristiche in tutto il Medio Oriente, assicurando loro i necessari mezzi di sostentamento.
5) Seguitare a vendere armi a tutti gli Stati e a tutte le milizie esistenti nel mondo attraverso la nostra industria bellica, orgoglio e vanto della Nazione, garantendo al nemico tutto l’occorrente per sterminarci meglio.
Questa è un po’ ingenua. L’Italia può anche rinunciare e provare a chiudere o riconvertire qualche fabbrica, ma l’Italia nulla può fare per bloccare Paesi ben più grandi e attrezzati com Usa e Gran Bretagna, capaci di mobilitare divi e cantanti per favorire la rinuncia ai crediti verso i Paesi dell’Africa nera che poi comprano armi non in Italia ma in Inghilterra.
6) Intrattenere affettuosi rapporti diplomatici e commerciali con gli emirati del Golfo, noti finanziatori del fondamentalismo islamico in tutto il mondo, anche con missioni ufficiali sul posto ai massimi livelli, con imprenditori anche del settore-armi al seguito, al grido spensierato di pecunia non olet.
7) Fare la guerra all’Isis non direttamente e via terra e coinvolgendo il maggior numero di paesi arabi, ma in ordine sparso e per procura e dall’alto, armando (male) i peshmerga curdi e bombardando lo Stato islamico con i caccia e soprattutto con i droni telecomandati […]
8) Sostenere, in base all’astuta teoria del “male minore”, tiranni sanguinari e golpisti come Al Sisi e Assad (e in passato Gheddafi e Saddam Hussein) e governi fantoccio ipercorrotti come quelli da noi creati in laboratorio in Iraq e in Afghanistan, per illustrare alle popolazioni locali che cosa intendiamo noi per democrazia da esportazione.
Qui c’è un po’ di confusione con quel che segue (o possiamo interferire o no) e con quel che è stato: gli americani hanno tolto Saddam e i Talebani e hanno scelto la strada della democrazia. In Iraq democrazia vuol dire vittoria degli sciiti, che dopo anni di repressione si sono presi le loro rivincite, con naturale reazione di autodifesa dei sunniti.
9) Restare a pie’ fermo in Afghanistan con le nostre truppe di occupazione, dopo14 anni di inutili mattanze, affinché sia chiaro a tutto il mondo islamico che decidiamo noi da chi devono essere governati loro.
10) Disprezzare, insultare, criminalizzare tutti i rifugiati equiparandoli ai clandestini, ed equiparare tutti i clandestini ai terroristi, così che presto o tardi tutti i rifugiati e i clandestini sentano una vocazione irrefrenabile a diventare terroristi.
11) Evitare accuratamente discorsi come integrazione, accoglienza, assistenza, ospitalità e misericordia nei confronti di chi fugge da paesi in preda alla guerra o al terrorismo o alla dittatura o alla carestia […]
12) Tagliare ancora i fondi e gli organici alle forze dell’ordine e di intelligence, e al contempo tollerare gli affari con i paradisi fiscali e imporre limiti sempre più stringenti alle intercettazioni e alla tracciabilità del denaro, per rendere sempre più difficile l’identificazione dei terroristi e dei loro finanziatori e sempre più facili le loro attività criminali.
13) Reagire alla strage di Parigi con la legge del taglione, “occhio per occhio dente per dente”, per dimostrare agli occhi già iniettati di propaganda e rabbia di milioni di islamici che la nostra civiltà è come la loro, o anche peggio.