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Marco Travaglio: per Stefano Dambruoso senso dello Stato è picchiare le donne

di Marco Benedetto |8 Febbraio 2014 9:48

 

Loredana Lupo alle prese con Stefano Dambruoso

Confrontate, esorta Marco Travaglio sul Fatto, gli “alati concetti” esposti dal Regolamento della Camera a proposito di ruolo e compiti dei Deputati Questori,

“con il filmato che immortala il questore Stefano Dambruoso, magistrato eletto nelle liste di Scelta civica, mentre assesta un colpo di karate sul volto della collega Loredana Lupo dei 5Stelle. Naturalmente questo, che è l’unico scontro fisico registrato l’altro giorno alla Camera, è anche l’unico episodio che quasi nessuno s’è sognato di chiamare col nome giusto: squadrismo, violenza, sessismo, stupro, eversione, barbarie.

Tutti termini usati invece dalle LaureBoldrini, dai Letta, dai partitanti e dalla stampa serva a proposito (anzi, a sproposito) delle gazzarre, delle volgarità e degli insulti partiti dai parlamentari di M5S e dai loro simpatizzanti veri o presunti sul web.

Figurarsi che sarebbe accaduto se la scena si fosse svolta a parti rovesciate: se, cioè, a menare fosse stato un deputato del Movimento 5 Stelle e a ricevere lo sganassone fosse stato un qualunque esponente di un qualunque partito. […] Invece per fortuna a prendersi le botte è stata una putribonda “grillina”, dunque tutto è bene quel che finisce bene.

Per il questore-picchiatore finirà a tarallucci e vino, tra buffetti affettuosi e pacche sulle spalle.

Il bello è che il Dambruoso, anziché starsene schiscio per qualche giorno, al fine di far placare le acque e dimenticare il suo ignobile gesto, continua a fare la vittima e a rilasciare interviste. Memorabile quella di ieri al Corriere della Sera , in cui ha ridisegnato da par suo il concetto di “uomo di Stato”: termine che tutti finora associavano a Cavour, a Einaudi, a De Gasperi, mentre lui lo associa a Dambruoso.

Se lo dice da solo: “Nella concitazione del momento, da uomo di Stato, non me la sono sentita di abbandonare i commessi all’aggressione dei 5Stelle”.

Hai capito l’uomo di Stato? Non se l’è sentita di lasciarli soli, perché “cedere una volta davanti alla violenza significa cedere per sempre”. E così, “nell’esercizio del mio dovere a difesa delle istituzioni”, il giustiziere di metà pomeriggio ha gettato impavido il cuore oltre l’ostacolo, ha preso il coraggio a due mani (anzi a una, essendo l’altra impegnata nel karate) e, fra tutti i pentastelluti maschi che gli stavano attorno, ha scelto proprio una donna minuta di 35 anni per fare giustizia.

Non, per dire, un Alessandro Di Battista, che essendo alto due metri avrebbe magari risposto a tono. Del resto la pericolosità di Loredana Lupo balza agli occhi al primo sguardo: una virago che metterebbe paura a Charles Bronson.

Tant’è che “l’ispettorato della Camera mi ha assegnato persone che tutelano la mia sicurezza”.

Primo caso di picchiatore scortato per proteggerlo dalle sue vittime. Eppure persino gli altri due questori han dovuto ammettere che il suo gesto è “estraneo alle sue funzioni”.

Ma lui non ci sta: “Voglio chiedere all’Ufficio di presidenza cosa significhi per loro sovraintendere”. Già, che significa? Basta consultare il dizionario per scoprire che sovrintendere è sinonimo di menare le donne.

Infatti, da chi dovrà sanzionarlo, “mi aspetto in termini mediatici una posizione di mezzo che non ho problemi ad accettare. Ma si tratterebbe di una banalizzazione netta e semplicistica, mi preoccupa sul piano politico una grigia equidistanza”.

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