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Marco Travaglio sul Fatto: “Franco Gabrielli, factotum….”

di Gianluca Pace |16 Ottobre 2015 8:14

Franco Gabrielli (foto Ansa)

ROMA – “Un mese fa – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – ponemmo una domanda: ma questo Franco Gabrielli che animale è? Un prefetto, come c’è scritto sulla targhetta del suo ufficio? Oppure un politico, un candidato sindaco, un podestà ad honorem, il proconsole di Renzi nella Capitale? Nessuno, com’era ovvio, ci ha risposto”.

L’editoriale di Marco Travaglio: (…) Sennò, a dar retta alla legge, il Comune di Roma sarebbe commissariato da un anno, dalla prima retata di Mafia Capitale. Ma a metà giugno, mentre Gabrielli ancora leggeva le carte della commissione d’accesso, Renzi annunciò a Porta a Porta: “Il governo non commissarierà il Comune per mafia”. Un prefetto con un minimo di dignità si sarebbe dimesso contro quell’invasione di campo. Infatti Gabrielli restò al suo posto ed eseguì l’ordine di chi non glielo poteva dare: propose di non sciogliere il Comune, salvo poi avvertire di tanto in tanto “Posso ancora scioglierlo”. Dopo il Funeral Show Casamonica con tanto di elicottero per lanciare petali di rosa, fu chiaro a tutti che non spettava al sindaco evitare lo scempio, ma al prefetto. Gabrielli preferì andare in tv a far battute sulle ferie di Marino (“Le ferie all’estero non gli hanno fatto bene, ha una mentalità da chirurgo”. “Il sindaco lo sento fra un’immersione e l’altra”, e pazienza se Ignazio non era al mare ma sulla terraferma a New York). E liquidò l’incredibile buco nel controllo dei cieli con un paio di supercazzole: “Nell’epoca degli ultraleggeri e dei droni i nostri cieli sono affollati, mica potevamo chiamare gli Eurofighter da Grosseto e abbattere l’elicottero”, “Quando questi oggetti si alzano, è troppo tardi”. In un altro Paese, dopo uno scandalo del genere, per giunta alla vigilia del Giubileo, sarebbe saltato il prefetto. Siccome siamo in Italia, è saltato il sindaco, mentre il prefetto nomina il suo successore e diventa il Factotum del Giubileo, anzi il Superfactotum che nomina il Dream Team. Si spera che nelle nuove nomine abbia mano più felice che nelle precedenti.

A giugno, dopo il secondo round di Mafia Capitale, vengono commissariate tre società del gruppo La Cascina e Gabrielli nomina tre amministratori straordinari. Due sono ex finanzieri: Stefano Grassi e Raffaele Ferrara. Grassi, ex generale della Gdf, è stato fino a pochi mesi fa il capo della sicurezza di Poste Italiane. È citato nei verbali della P4 dallo stesso Milanese e da alcuni imprenditori come grande amico di Michele Adinolfi, il comandante aggiunto delle Fiamme Gialle amico di Renzi. Ferrara è stato direttore dell’Agenzia delle Entrate e poi direttore dell’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato che controlla i giochi, citato negli atti dell’inchiesta milanese sul ras delle slot Francesco Corallo e sul banchiere Massimo Ponzellini: “Tra le conversazioni intercettate si trovano numerosi contatti con Raffaele Ferrara… molto personali, dai quali si evince in alcuni casi la gratitudine di Ferrara verso Ponzellini che avrebbe interceduto per lui presso il ministro Tremonti in una questione riguardante il posto di lavoro. Sul conto di Ferrara, Paolo Viscione, persona sottoposta ad indagini a Napoli e ‘accusatore’ di Marco Milanese, ha riferito: ‘Ho riscontrato un rapporto di sudditanza di Ferrara nei confronti di Milanese, dal tenore e dal tono delle telefonate alle quali ho assistito’”. Nonostante tutto ciò, i due piacevano molto a Gabrielli. O forse proprio per tutto ciò.

 

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