Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Bivacco di ridicoli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Aprile 2015 - 08:18 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "Bivacco di ridicoli"

La prima pagina del Fatto Quotidiano del 29 aprile

ROMA – “Bivacco di ridicoli” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di mercoledì 29 aprile.

Ma che cosa deve ancora accadere perché il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ritrovi la favella? Le scene di ieri a Montecitorio parlano da sole. Un’aula ridotta a bivacco di manipoli, o di ridicoli, da un governo che espropria definitivamente il Parlamento del suo potere di legiferare, imponendo la fiducia su se stesso per far passare una legge elettorale di squisita competenza parlamentare. Una presidente della Camera, brava donna per carità, ma palesemente inadeguata al ruolo, che assiste impassibile ai funerali dell’istituzione che presiede e inghiotte supinamente il diktat di Palazzo Chigi, terrorizzata dai giannizzeri governativi pronti a fare con lei ciò che han già fatto con i parlamentari disobbedienti, destituendo prima al Senato e poi alla Camera chiunque si mettesse di traverso sulla strada del premier padrone. E invoca, con voce monocorde e burocratica, “i precedenti”. Ci sono sempre dei precedenti, nella patria di Azzeccagarbugli. È vero, la ministra Boschi non è la prima a imporre la fiducia su una legge elettorale: prima di lei l’avevano già fatto il ministro dell’Interno Mario Scelba nel 1953 sulla cosiddetta “legge truffa” (un bijou di democrazia, al confronto dell’Italicum) e il governo Mussolini nel 1923 sulla legge Acerbo (questa sì, degna progenitrice dell’Italicum).

Nelle pieghe del regolamento, volendo, si trova sempre tutto e il contrario di tutto pur di sostenere le ragioni del più forte. Però, un po’ al di sopra dei regolamenti, ci sarebbe la Costituzione. E l’articolo 72 prescrive che “la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale”. Che c’è di normale nella procedura che costringe il Parlamento a obbedire al governo sulla legge elettorale perché altrimenti cade il governo e il capo del governo, al prossimo giro, non ricandida più chi non vota la fiducia al suo governo? E che senso ha il voto segreto sulla legge elettorale, se poi il governo costringe i parlamentari al voto palese sulla fiducia al governo sulla legge elettorale? Oltre alle regole, poi, c’è la sostanza: oggi l’Italicum e domani il nuovo Senato approvati a colpi di maggioranza, che poi maggioranza non è se si toglie il premio del Porcellum già tolto dalla Consulta in quanto incostituzionale; e, anche volendolo ancora calcolare, la maggioranza non c’è lo stesso, perché senza i ricatti del premier i parlamentari del Pd contrari all’Italicum e al nuovo Senato sarebbero oltre un centinaio.

Ricordare questi dati di fatto a Mattarella è “tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica”? Pazienza – diceva Giovanni Sartori quando richiamava Ciampi e Napolitano ai loro doveri – “alla peggio il presidente se ne comprerà un’altra”. Noi sappiamo per certo che Sergio Mattarella, su quanto accaduto ieri, ha le idee molto chiare. E non perché ci parliamo (per farlo, tra l’altro, bisogna essere in due). Ma perché quanto accaduto ieri è il replay (aggravato dalla fiducia, che neppure B. osò imporre) di quanto accadde nell’ottobre del 2005, quando il centrodestra cambiò la Costituzione e la legge elettorale a colpi di maggioranza. E Mattarella,allora deputato della Margherita, il giorno 20 pronunciò parole definitive,che abbiamo già citato ma continueremo a ricordare ancora per molto tempo: “Oggi voi del governo della maggioranza vi state facendo la vostra Costituzione, avete escluso di discutere con l’opposizione, siete andati avanti solo per non far cadere il governo, ma le istituzioni sono di tutti, della maggioranza e dell’opposizione”. Poi ci sono le parole dello Smemorato di Rignano, che per un anno intero se n’è riempito la boccuccia per giustificare il Patto del Nazareno con B (…)