ROMA – Corazzieri & Cancellieri, Marco Travaglio, sul Fatto Quotidiano di oggi (18 ottobre) parla del processo di Palermo, della trattativa Stato-mafia e del presidente della Repubblica, chiamato a testimoniare:
Qui le cose inusuali che lasciano perplessi sono altre: uno Stato che tratta con la mafia e ormai se ne vanta; un esercito di presunti servitori dello Stato che mentono per la gola e ricordano a singhiozzo, ma solo quando i mafiosi e i figli dei mafiosi li costringono a farlo; un capo dello Stato che, anziché precipitarsi dai giudici a dire tutto ciò che sa, fa l’offeso e si trincera dietro i corazzieri; e una cosiddetta ministra della Giustizia che ignora i fondamentali del diritto, tipo l’art. 205 del Codice di procedura penale che prevede espressamente la testimonianza del Presidente al Quirinale. Chissà perché questo scatenamento non s’è registrato qualche mese fa, quando a convocare Napolitano come teste fu la Corte d’assise di Caltanissetta nel processo Borsellino-quater. Forse perché rifiutarsi di testimoniare nel quarto processo sulla strage di via D’Amelio pareva un po ’ troppo anche a lor-signori. O forse perché stavolta c’è di mezzo quel che scrisse il consigliere giuridico Loris D’Ambrosio nella lettera di dimissioni del giugno 2012 (pubblicata da Napolitano con un plateale autogol): e cioè che aveva confidato al Presidente i suoi “timori” di essere stato usato come “ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi” all’Alto commissariato antimafia e poi al ministero della Giustizia crocevia dei traffici legislativi in ossequio al papello.
Se Napolitano testimonierà che D’Ambosio non gli disse nulla, gli darà del bugiardo. Se invece rivelerà le sue confidenze, qualcuno si domanderà perché non abbia sentito il dovere di farlo prima. Ma potrebbe pure rifiutarsi di testimoniare e tenere i giudici fuori dalla porta, come già Cossiga nel processo Gladio, ben sapendo che al Presidente non può accadere ciò che accade in questi casi a ogni altro cittadino: accompagnamento coatto dei carabinieri e incriminazione per reticenza. Nel qual caso, avremo capito tutto lo stesso.