Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Incandidabilità Berlusconi? Mi faccia il piacere…”

vignetta-vauro-berlusconi-300x195ROMA – “Ma mi faccia il piacere”, questo il titolo dell’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano di oggi (12 agosto). Ecco l’editoriale:

Odo Augelli far festa. “Se stiamo facendo melina? Mi sento di escluderlo. Ieri sera abbiamo iniziato la discussione alle 20. 15 e alle 21. 45 era già chiusa” Andrea Augello, Pdl, relatore sulla decadenza e l’incandidabilità di Berlusconi nella giunta per le elezioni del Senato, il Messaggero, 9-8). Beh in effetti, con ben un’ora e mezza di discussione al giorno, melina è la parola sbagliata. Quella giusta è parèsi. Stefano 1 a Stefano 2. “Nessun rinvio per favorire il Cavaliere” (Dario Stefano, Sel, presidente della giunta per le elezioni del Senato, la Repubblica, 9-8). “In giunta non faremo gli ultrà” (Dario Stefano, Sel, presidente della giunta per le elezioni del Senato, Corriere della sera, 9-8). Chissà che dirà quando lo intervisterà il Giornale. Samsonite. “I giudici di Cassazione hanno violato tutti i protocolli, hanno chiamato i giornalisti ad assistere allo show, per spettacolarizzare la sentenza e la propria affermazione di potere… La condanna di Berlusconi – assolutamente discutibile sul piano giuridico – rappresenta anche sul piano simbolico la sconfitta e l’umiliazione della politica. Da oggi il potere della magistratura non ha più nemici. Nella magistratura è la completa vittoria della componente – come dire – ‘religiosa’. Composta da quei magistrati che profondamente e in buona fede ritengono di avere avuto un mandato da Dio: punire Berlusconi.

L’errore di Berlusconi è stato fatale: non c’è dubbio che è lui, molto più della sinistra, il responsabile della mancata riforma della Giustizia. Nel ‘ 97 la riforma era pronta, elaborata dalla bicamerale di D’Alema: Berlusconi la fece saltare per miope calcolo politico. E commise lo stesso errore nel 2008, quando lasciò che De Magistris silurasse il governo Prodi affondando il ministro Mastella” (Piero Sansonetti, 1-8). A parte il fatto che Mastella nel 2008 fu inquisito dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e non da De Magistris, che stava a Catanzaro, il compagno San-sonetti ci dà una notizia preziosa: la riforma della giustizia della Bicamerale di D’Alema vietava ai giudici di condannare i politici colpevoli di frode fiscale. Non è meraviglioso? Accanimento. “Un piano per il Fisco: dichiarazioni dei redditi a domicilio” (Corriere della sera, 9-8). Oh no, proprio adesso che B. va ai domiciliari! Non gliene va più bene una.”

L’estremista. “Renzi sfodera un linguaggio (‘le sentenze vanno rispettate’) che assomiglia molto a quella parte della sinistra contro cui ha combattuto e che ha sempre auspicato la soluzione per via giudiziaria del problema berlusconiano” (Pierluigi Battista, Corriere, 9-8). In effetti la frase “le sentenze vanno rispettate” è un po’ fortina. Nemmeno Che Guevara avrebbe osato tanto. Veda Renzi di temperarla aggiungendovi un’espressione a caso fra le seguenti: “quasi”, “per così dire”, “talvolta”, “forse”, “eventualmente”, “si fa per dire”, “con rispetto parlando”, “stavo scherzando”, “se Battista è d’accordo”. Il moderato. “Berlusconi attacca la magistratura: ‘Regime’” (la Repubblica, pag. 1, 5-8). “Napolitano apprezza il sostegno” (la Repubblica, pag. 7, 5-8). Basta così poco per farlo contento. Ponzio Pelato. “Sull’agibilità politica di Berlusconi non ho preso alcuna posizione” (Giorgio Napolitano, la Repubblica, 7-8). E se ne vanta pure. Top secret. “Da Craxi a Berlusconi… Vorrei conoscere la segreta legge in base alla quale chi si oppone alla sinistra è sempre un delinquente” (Marcello Veneziani, il Giornale, 5-8). Magari si potrebbe provare a opporre alla sinistra uno che non rubi. L’equivoco. “Gli amici del Fatto, dell’Unità, dell’Espresso e di Repubblica sembrano terrorizzati all’idea che Silvio possa solo mettere un piedino dentro una cella… Perdonate la volgarità della questione, cari amici del Fatto: lo volete dentro o fuori?” (Francesco Borgonovo, Libero, 7-8). La prima che hai detto Borgonovo. Ma, se possibile, non chiamarci amici: l’idea che qualcuno ti creda è l’unica che ci terrorizza più di Silvio in cella. Sing-Sing. “Silvio prepara il tour delle spiagge” (Libero, 7-8). Ecco perchè il governo vuole riaprire l’Asinara.

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