Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Non lo voglio più”

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "Non lo voglio più"
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Non lo voglio più”

ROMA – “Da ieri, di fatto – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – la Procura di Palermo è di nuovo senza capo. Com’era facile prevedere e come avevamo scritto in beata solitudine sul Fatto, il Tar del Lazio ha annullato la nomina di Franco Lo Voi da parte del Csm in quanto palesemente “illegittima”, accogliendo i ricorsi dei due concorrenti esclusi: i capi delle Procure di Messina e Caltanissetta, Guido Lo Forte e Sergio Lari”.

L’articolo di Marco Travaglio: Per escluderli dalla corsa e isolare quel pugno di magistrati che tuttoggi, pervicacemente, a rischio quotidiano della vita, cercano la verità sulla trattativa Stato-mafia e sui retroscena politico-istituzionali delle stragi del 1992-‘93, si era mobilitato con gli scarponi chiodati tutto il potere che conta: il presidente Napolitano, il suo vice Vietti, tutti i membri laici del Csm messi lì dai partiti e quelli togati della corrente di destra MI, più i vertici della Cassazione.

Pronti a tutto, anche a calpestare ogni precedente, ogni regola interna, ogni circolare, pur di premiare il candidato meno titolato, ma più gradito ai partiti e alle retrostanti lobby di ogni colore e risma. Che, di fatto, fu il primo procuratore della Repubblica nominato dal potere politico. Lo Voi ha 9 anni in meno di Lo Forte e Lari, non ha mai diretto né organizzato un ufficio giudiziario, non è mai stato né procuratore capo né aggiunto, ma solo sostituto (e per tre anni appena). L’unico incarico di prestigio della sua anonima carriera l’ha ottenuto su nomina politica, addirittura per grazia ricevuta dal governo Berlusconi: quella a delegato italiano in Eurojust (la cosiddetta “procura europea”, che non è neppure un organo giurisdizionale, ma “amministrativo” – come scrive lo stesso Tar – tant’è che molti paesi membri dell’Ue ci mandano degli impiegati o dei poliziotti) (…) E il nuovo Csm, nel frattempo eletto, capì l’antifona e assecondò i desideri del Colle e dei partiti, violando le proprie stesse regole premiando il meno meritevole. Che però, in una tragicomica relazione firmata dalla forzista Elisabetta Casellati, veniva dipinto come Er Più proprio perché il governo degli amici di Dell’Utri, di Mangano e di Cuffaro l’aveva promosso a Eurojust e questo incarico rappresentava “lo snodo fondamentale nella straordinaria carriera del dott. Lo Voi”. Roba da non credere. Il risultato fu quello di normalizzare e commissariare la Procura di Palermo, isolando i pm che indagano sulla trattativa Stato-mafia, fino alla pantomima dell’altro giorno, quando la Procura di Lo Voi ha convocato d’urgenza via email 50 giornalisti perché non prendano impegni a metà giugno, quando saranno interrogati i due criminali più pericolosi della Sicilia: Antonio Ingroia e Rosario Crocetta.

Naturalmente Lo Voi e Lari fecero ricorso al Tar Lazio, competente a giudicare la legittimità delle delibere del Csm. Che ieri ha giudicato illegittima quella che nominava Lo Voi e l’ha annullata per “vizi sintomatici dell’eccesso di potere, sia delle violazioni di legge in ordine al procedimento valutativo”, ritenendo che “non superi il vaglio di legittimità” a causa della motivazione “non coerente rispetto agli indici di valutazione del parametro attitudinale”, “illogica”, “irrazionale”, e addirittura “apodittica” dove “disconosce le esperienze pregresse del dott. Lo Forte in ordine alle peculiari caratteristiche dell’ufficio da ricoprire, idonee a denotare non in assoluto, ma in concreto, la particolare attitudine del magistrato a soddisfare le esigenze organizzative, di direzione e coordinamento, e di funzionalità dell’ufficio per le peculiarità che lo caratterizzano” per preferirgli Lo Voi che, “non ha mai svolto funzioni direttive e semidirettive specifiche”. Idem per il ricorso gemello di Lari (…).

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