Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Piove sul Bagnasco”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Novembre 2015 - 08:16 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "Piove sul Bagnasco"

Angelo Bagnasco (LaPresse)

ROMA – “Piove sul Bagnasco” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di martedì 10 novembre.

Il Papa è fuori concorso, perché viene “dall’altra parte del mondo”. Ma i cardinaloni e vescovoni che da tempo immemorabile danno lezioni all’Italia e ordini ai politici italiani, da che pulpito pontificano? E dov’erano mentre in Vaticano succedeva quel che emerge grazie ai libri di Fittipaldi e Nuzzi? L’ultima trovata per neutralizzare le loro rivelazioni, a parte il solito giochino di guardare il dito (i corvi, le fughe di notizie) anziché la luna (gli scandali), è quella di dire che i fatti emersi erano già noti a chi di dovere, che stava già provvedendo alle necessari e bonifiche. A parte il fatto chele stesse cose si dicevano dopo il primo scandalo, quello nato dai documenti trafugati dal maggiordomo di Benedetto XVI e pubblicati dallo stesso Nuzzi e dal nostro Marco Lillo, quella non è un’attenuante, ma un’aggravante.

Perché vuol dire che un mese fa, mentre l’Osservatore Romano, il presidente della Cei Angelo Bagnasco, il suo giornale Avvenire e il cardinal vicario Agostino Vallini facevano il tiro a segno su Ignazio Marino, già peraltro polpettizzato dai bombardamenti dell’aviazione renziana, sapevano tutto della mala gestione delle finanze vaticane, della vita da nababbi di certi cardinali (anche di quelli chiamati a moralizzare), degli sprechi su spese ordinarie e appalti, degli investimenti folli, dei fondi stornati dall’ospedale pediatrico Bambin Gesù per il super attico e l’elicottero del Faraone Bertone, dei conti bloccati a padre Georg e ad altri big per la gran mangiatoia della fabbrica dei santi. Eppure parlavano di Marino.

“Assume i contorni di una farsa la vicenda legata alle dimissioni del sindaco”, tuonava l’Osservatore strabico: “Aldilà di ogni altra valutazione, resta il danno, anche di immagine, arrecato a una città abituata nella sua storia a vederne di tutti i colori, ma raramente esposta a simili vicende”. Silenzio, invece, sul danno d’immagine della Chiesa che usa parte dell’8 per mille, e persino delle offerte di tanta brava gente peri bambini malati, per mantenere cardinali che vivono da prìncipi rinascimentali. “Roma ha bisogno di un’amministrazione efficiente, alla sua altezza”, turibolava Bagnasco. Chissà dov’era il presidente della Cei nei cinque anni in cui la Capitale d’Italia cadde nelle grinfie di Alemanno e di Mafia Capitale: siccome il sindaco non registrava unioni gay e marciava col centrodestra al Family Day, tutto era perdonato (…)