Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Spending Dudù”

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Il Fatto Quotidiano, la vignetta di Vauro

ROMA – “Spending Dudù”, questo il titolo dell’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano di oggi (10 ottobre). “Nella strepitosa intervista della first fidanzata Francesca Pascale a Oggi – scrive Travaglio – si apprendono un sacco di notizie sconvolgenti. La prima riguarda il povero Dudù, che “dorme addosso a Silvio e non ha ancora imparato dove fare i bisogni”: si spera che le due affermazioni non siano collegate.”

Ecco uno stralcio dell’editoriale:

La prima riguarda il povero Dudù, che “dorme addosso a Silvio e non ha ancora imparato dove fare i bisogni”: si spera che le due affermazioni non siano collegate. La seconda è che “mancava una donna in casa”: in effetti, fino a qualche mese fa, ne arrivavano quaranta alla volta. Poi è arrivata lei, ha trovato “una situazione inaccettabile” e ha “fatto un po ’ di pulizia” perché troppi “hanno approfittato di lui”. Spolverava un divano da sotto il coprisofà saltava fuori un’olgettina. Spostava una fioriera e ne sbucava un pappone. Apriva lo sportello del comodino per cambiare il pappagallo, e spuntava un faccendiere che batteva cassa. Per non parlare degli armadi. La terza è la sempre più frequente salita da Napoli a Palazzo Grazioli della famiglia Pascale al gran completo, con zii, nipoti, cognati, suoceri, parenti di ogni ordine e grado, con tanto di colbacchi e pellicce: un’orda che occupa diversi pullman. Al confronto le comitive dei Mora & Tarantini erano quattro gatti. La quarta è la nascita di una nuova Masaniella, che invita i cittadini alla “rivolta di opinione” contro la sentenza di separazione fra Silvio e Veronica, che costringe il povero Cainano a “pagare 3 milioni di euro al mese all’ex moglie”. In cantiere una manifestazione di piazza organizzata da Giuliano Ferrara dal titolo “Siamo tutti separati”. La quinta è la “riorganizzazione della casa” (figura retorica: la parte per il tutto) con “spending review” nelle cucine e negli approvvigionamenti: “Dovevo intervenire, pagavano i fagiolini 80 euro al chilo. Le pare possibile? Arrivavano casse di pesce, quando lo sanno tutti che il presidente non solo non lo mangia, ma prova fastidio anche solo per l’odore” (di qui, fra l’altro, l’allergia ai delfini). Viene in mente il film Il vedovo con Alberto Sordi e Franca Valeri, di cui qualche scriteriato ha appena sfornato il remake. Credendo la moglie morta in un incidente ferroviario, Sordi organizza funerali in pompa magna e prende possesso delle di lei proprietà terriere, interrogando il fattore, anzi “il bifolco”. “Quanto rendono il foraggio e il frumentone? E i bovini? Io vendo tutto, lottizzo il terreno, faccio le strade e piazzo le case popolari. O trasformo i bovini in denaro liquido e lo metto negli ascensori, guadagnando dieci volte tanto. Tanto la signora non c’è più e il padrone sono io… Hai capito il bifolco? Voleva convincermi a incrementare la produzione bovina perché lui ruba, ecco perché! Ma io vendo tutto!”. Par di vederla, la First Fidanzata, che perlustra le proprietà e interroga le maestranze. “Angelino, perché tutto quel pesce?”. “Bondi, a quanto li compriamo i fagiolini? Ottanta euro? Ecchè, sono di platino tempestati di brillanti? Questa dev’essere opera di Verdini, ora mi sente: lo caccio di casa, a chillo!”. La fenomenologia del fagiolino è importante, anche perché uno statista di governo che paga il pur apprezzabile ortaggio 80 euro al chilo spiega meglio di qualunque esperto di alta finanza perché nel suo ventennio la spesa pubblica non ha fatto che crescere. Ma, prima di trarre conseguenze affrettate dal prezzo del fagiolino chez Silvio, bisogna andarci con i piedi di piombo. Pare infatti che il sistema di acquisto in casa B., almeno fino all’avvento della Pascale, seguisse lo stesso iter dei diritti tv in casa Mediaset. Il fagiolino veniva contrattato in California da un manager del gruppo al costo di 2 dollari al chilo. Questi però non lo acquistava direttamente: lo faceva comprare da una società di Frank Agrama, che lo rivendeva subito per 4 euro a una fiduciaria lussemburghese, che lo girava per 8 euro a una srl maltese, che lo cedeva per 16 euro a una società anonima delle Cayman, che lo triangolava per 32 euro a una spa delle Isole Vergini, che lo passava per 64 euro a una scatola vuota di Hong Kong, che finalmente lo paracadutava per 80 euro a villa San Martino. Marcio.

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