Marco Travaglio: tra Renzi e Berlusconi, Patto del Lazzareno (o Lazzarone?)

Pubblicato il 27 Dicembre 2014 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio: tra Renzi e Berlusconi, Patto del Lazzareno (o Lazzarone?)

Marco Travaglio. Sorrisi ma occhi bassi con Berlusconi, come prima del duello

ROMA – Il Patto del Lazzareno, come dice Marco Travaglio nel titolo, o Patto del Lazzarone, come scrive papale papale nell’articolo, è l’evoluzione del patto fra Matteo Renzi e Berlusconi in base al quale sarà eletto il nuovo presidente della Repubblica. Questo il ragionamento di Marco Travaglio.

A politici di Forza Italia, osserva Marco Travaglio, è attribuita una serie di reati e alla lista mancano ormai solo la rapina a mano armata, lo scippo, il taccheggio e l’abigeato. Questo dopo la notizia dell’arresto in Montenegro dell’ex deputato di Forza Italia Massimo Romagnoli per traffico d’armi. Mentre pubblicavano questa notizia, sui giornali del 19 dicembre ne appariva un’altra: quella del vertice fra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti e l’ambasciatore berlusconiano Denis Verdini per scegliere un presidente della Repubblica “condiviso”. Sarebbe quindi nella linea del Patto del Nazareno. Renzi ha spiegato che Berlusconi “è stato decisivo nel votare convintamente nel 1999 Ciampi e nel 2013 Napolitano: non vedo alcun motivo per cui dovrebbe star fuori stavolta”.

Ma qui Travaglio non è d’accordo: “Gliene suggeriamo qualcuno noi, di motivo” per cui il Patto del Nazareno “è diventato del Lazzarone”:

“Nel 1999 e nel 2013 Berlusconi era un parlamentare incensurato, ora invece è decaduto in quanto pregiudicato. Nel 1999 Berlusconi era il leader del primo partito di opposizione in un sistema bipolare e votò Ciampi “gratis”: il centrosinistra non aveva bisogno dei suoi voti. Oggi, in un sistema almeno tripolare, è il leader di mezza FI che nei sondaggi non supera il 15%, alla pari con la Lega e molto sotto i 5Stelle. Ma soprattutto oggi FI ha il suo capo ai servizi sociali, il suo ideatore Dell’Utri in galera per mafia, il suo boss campano Cosentino in carcere per camorra, una trentina fra condannati, imputati e inquisiti in Parlamento (per non parlare degli ex, tipo Previti e Romagnoli).

“Siccome Renzi invoca “il Daspo per i politici che rubano”, cosa gli manca per escludere quest’associazione a delinquere dalla scelta del prossimo capo dello Stato? La rapina in banca, lo scippo, il taccheggio e l’abigeato tutti insieme, o gli basta uno dei quattro?”

Denis Verdini, ricorda Marco Travaglio, “è titolare di quattro rinvii a giudizio, dunque molto titolato a rappresentare Forza Italia”.

L’ultima che riguarda un ex parlamentare di Fora Italia è della vigilia di Natale, il 19 dicembre, quando

“fra le notizie in breve, i giornali hanno riferito dell’arresto a Podgorica (Montenegro) di Massimo Romagnoli, 43 anni, e di due suoi presunti complici romeni, per ordine del procuratore distrettuale di New York Preet Bhararaa, al termine di un’indagine della Dea, l’agenzia statunitense antidroga. Le accuse vanno dal terrorismo internazionale alla cospirazione al traffico d’armi per la vendita, fra l’altro, di lanciamissili e mitragliatori ai terroristi colombiani delle Farc (con tanto di certificati d’acquisto fasulli per far passare la merce alla dogana).

L’aspetto avvincente dell’operazione è che Romagnoli è stato dal 2006 al 2008 un deputato italiano, ovviamente di Forza Italia, nonché responsabile del gruppo degli europarlamentari forzisti e sei anni fa, scaduto il mandato, l’allora ministro degli Esteri Franco Frattini lo inserì nel direttivo della Conferenza dei giovani italiani nel mondo; nell’aprile scorso infine Romagnoli fu promosso sul campo vicepresidente del Club Italiani nel Mondo e membro del Comitato di presidenza di Forza Italia in Sicilia, presentato da Silvio Berlusconi in persona. E in Sicilia si candidò alle elezioni Europee di fine maggio, mancando di un soffio l’elezione a Bruxelles. Nello stesso mese, nei ritagli di tempo della campagna elettorale,

Romagnoli avviava – secondo le intercettazioni durate fino a ottobre – un fruttuoso traffico d’armi e veniva immortalato dalle telecamere della Dea mentre riceveva agenti sotto copertura travestiti da acquirenti delle Farc e mostrava loro i cataloghi aggiornati di mitra, pistole, lanciarazzi e bazooka da spalla ultimo modello. Ora è in mano all’Interpol e attende l’estradizione negli Usa: rischia da 15 anni all’ergastolo. Il Palmarès di Forza Italia si arricchisce così di nuovi reati finora inesplorati dai pur versatili leader e rappresentanti del partito.

La collezione, già ricca di concorsi esterni in mafia, camorra e ‘ndrangheta, favoreggiamenti mafiosi e non, corruzioni giudiziarie e non, concussioni, finanziamenti illeciti, frodi fiscali, appropriazioni indebite, peculati, truffe, bancarotte fraudolente, falsi in bilancio (alla memoria), persino lenocini minorili, era finora sprovvista di traffici d’armi e reati eversivi. Romagnoli ha finalmente colmato la lacuna”..