Maria Elena Boschi, “il perizoma Pd e le finte moraliste”. Melissa P. sul Giornale

Maria Elena Boschi, il fotomontaggio con il perizoma
Maria Elena Boschi, il fotomontaggio con il perizoma

ROMA – “Il perizoma Pd e le finte moraliste” è il titolo dell’articolo di Melissa P. (sì, quella di “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”) sul “caso” del fotomontaggio di Maria Elena Boschi col perizoma:

Chi ha ritoccato la foto del ministro Boschi non sa che il pe­rizoma è ormai fuori moda.
Le colleghe di partito hanno ieri lanciato un comunicato so­stenendo che certe battute, cer­te trivialità, riescono a strappar loro qualche risata, non certo a indignarle. E allora perché fare un comunicato? Vogliono for­se coinvolgerci nelle loro pazze risate? Oppure fermare la piog­gia di accuse di moralismo che da qualche tempo le investe? Se non sono indignate, dovreb­bero spiegare perché un perizo­ma riesce a sollevare tanto pol­verone. Certo, il sessismo. Lo conosco bene. Ogni donna lo conosce, qualunque sia la sua posizione sociale, la sua età, il suo impegno. Il mostro si av­venta su tutte, soprattutto quando all’intelligenza si uni­sce la bellezza. Sono due cose che, insieme, non possono es­sere sostenute da una società maschiocratica convinta che più è alto il livello di carriera di una donna, più incredibili so­no state le performances eroti­che. Se vivessimo in un Paese sessualmente libero, non sa­rebbe certo un problema esse­re considerata una donna viva­ce. D’altra parte un uomo mol­to attivo sessualmente non ge­nera la stessa psicosi collettiva, anzi viene lodato, pubblica­mente venerato. È un vecchio assioma, mi pare. Nulla di nuo­vo.
Indossare un perizoma è così sconveniente? Ovviamente no. E allora perché gli uomini usano l’immagine come un’of­fesa e le donne la recepiscono come tale?
Perché le regole sono anti­che, usurate. Ognuno percepi­sce se stesso come contenitore di nobili virtù e non vuole esse­re contaminato dal sudiciume altrui. Ma questo ci fa tornare al­la domanda di prima: indossa­re un perizoma è così sconve­niente? Una donna che lo in­dossa è da considerarsi una po­co di buono? Come dicevo, è un indumento ormai fuori moda ma estremamente democrati­co: dai ministri alle fornaie, tut­te possono indossarlo. Forse so­no troppo seria, me ne dispiac­cio, ma mi chiedo cosa ci sia ve­ramente da ridere. Alle scuole medie i maschi ridevano quan­do intravedevano le spalline del reggiseno delle femmine, oppure quando queste si abbas­savano mostrando un lembo di mutanda oltre la cintura dei pantaloni. Quelli ridevano, vol­gari come una commedia di Na­tale. Ma eravamo ragazzi delle medie, eravamo tutti molto im­barazzati dai fatti del sesso e ci proteggevamo deridendo ciò che ci faceva paura. Quando i deputati del M5S hanno accu­sato le deputate Pd di essere al parlamento perché particolar­mente capaci nel sesso orale, sono stata sorpresa tanto dalle accuse degli uni quanto dalle reazioni delle altre. Se i grillini avessero detto «Siete al Parla­me­nto perché cucinate un otti­mo fegato alla veneziana », nes­suno si sarebbe offeso. Proba­bilmente le deputate di sareb­bero risentite, perché trattasi di una bugia- per esempio nes­suna di loro sa cucinare il fega­to alla veneziana, ma sono tutte bravissime a fare i supplì. Per­ché quindi il sesso orale dovreb­be generare indignazione? Po­tevano semplicemente dire che quanto sostenuto fosse fal­so e che il sesso orale non rap­presenta un problema per nes­suno. Il nemico, si sa, si combat­te così: facendogli notare che la pistola che ti ha puntato contro è una pistola ad acqua. 

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