Marianna Cendron, delitto del freezer: rassegna locale e prime pagine

ROMA – Bollo auto, in arrivo 16.700 contestazioni. L’articolo de L’Alto Adige:

“Tasse automobilistiche in Alto Adige, in migliaia non le pagano. Ed il fenomeno è quadruplicato nell’arco di una decina d’anni. Nei prossimi giorni partiranno agli indirizzi dei proprietari 16.700 cartelle, relative ai mancati pagamenti del 2010. Intendiamoci, può esserci anche l’errore, ma statisticamente non rilevante. Sempre restando ai numeri che escono dagli uffici della Provincia scopri che nel 2012 le iscrizioni a ruolo coattivo (riferite all’ anno di imposta 2009) sono state pari a 11.571, quando 10 anni prima erano appena 2.752 e quelle riferite al 2005 raggiungevano quota 7.889. Un trend in crescita, quello dei mancati pagamenti, legato da una parte alla crisi e dall’altra ad un affinamento del sistema di controllo, ovvero è sempre più difficile evitare di pagare la tassa. Come afferma Marco Balduzzo, coordinatore del servizio che si occupa della tassa automobilistica provinciale. Ancora qualche dato. Il parco veicoli complessivo circolante in Alto Adige è attorno ai 310 mila mezzi, mentre la tassa per la Provincia significa un gettito annuo pari a 53 milioni di euro. Il residuo non riscosso – sempre riferito al ruolo 2012 per l’anno d’imposta 2009 – è stato di 2,32 milioni di euro, pari al 4,2 per cento del gettito complessivo della tassa.”

Il sindaco in esilio. L’articolo de Il Corriere delle Alpi a firma di Francesco Dal Mas:

“Ieri mattina De Carlo e Franceschi sono stati di parola: inforcati maschera, stivali e decespugliatore, hanno cominciato a prestare quell’opera di volontariato, falciando il verde pubblico, che avevano promesso. Tra l’altro, ben disciplinati agli ordini dei dipendenti comunali. E a costo zero, ovviamente. Franceschi si è presentato al bar del centro, a Calalzo, subito dopo le 8. Il collega gli ha permesso di sorseggiare un caffè e poi via. «Come padrone sei troppo esigente» l’ha rimproverato Franceschi. «Macché, sono un padrone fratellone», gli ha risposto De Carlo. Per 8 ore, i due pubblici amministratori, hanno spaziato in siti diversi del centro di Calalzo, rasoiando le scarpate e le aree più coperte dall’erba incolta. «Un’opera che unisce l’utile al dilettevole» ha commentato il sindaco di Calalzo, al termine della “faticosa” giornata di lavoro. Sindaco che si era dichiarato pronto, fin dai primi giorni dell’esilio di Franceschi a San Vito, a offrirgli «quest’attività per tenere impegnato il fisico e sgombra la mente». Soddisfatto il sindaco esiliato, tanto che ha deciso di tornare a Calalzo probabilmente domani, per una seconda giornata di volontariato. E De Carlo: «Sono pronto fin da ora a ricambiare il favore appena Andrea potrà tornare a Cortina a fare il suo vero lavoro». E proprio per questo, aggiunge, «non ho preteso l’impossibile dal collega, perché so che me le ritornerebbe tutte. Nel pomeriggio ai due improvvisati (ma non tanto) operatori ecologici, i “Vip” di Calalzo, ovvero i “volontari in pensione” che provvedono alla manutenzione del territorio, hanno donato le loro magliette ed hanno provveduto a sostenerli moralmente, falciando anche loro. Un “sincero” grazie all’amico De Carlo arriva da Franceschi «sia per essermi sempre stato vicino sia per avermi offerto questa bella giornata da volontario alla quale ne seguiranno probabilmente altre. Non mi piace rimanere con le mani in mano. A casa mi sento come un leone in gabbia e va a finire che mia moglie potrebbe stufarsi presto di me».”

La scomparsa di Marianna: il mistero del biglietto sull’auto dei genitori. L’articolo de Il Gazzettino:

“Un biglietto con due lettere e cibque cifre, lasciato sul parabrezza della macchina dei genitori non aiuta a far luce sulla sparizione di Marianna Cendron, scomparsa a Paese (Treviso) il 27 febbraio. Sul biglietto c’è scritto: PD 27885. Potrebbe essere una targa di un veicolo oppure un numero di telaio o le iniziali di qualcuno e una data di nascita o altro ancora. Questo messaggio cifrato è uno dei tanti misteri che circondano Marianna Cendron, la diciottenne sparita con la sua bicicletta alla fine di febbraio dopo essere andata a vivere con un amico di famiglia.”

Violenza su una bambina sotto la tenda del terremoto. L’articolo di Giancarlo Oliani su La Gazzetta di Mantova:

“Una violenza sessuale consumata sotto le tende del terremoto. A denunciarlo alla Procura di Mantova la mamma di una bambina che, nel maggio dello scorso anno, non aveva ancora compiuto tredici anni. Il presunto “orco” sarebbe addirittura un parente stretto, la cui età si aggira sui 65 anni. Il fatto è accaduto nel Basso Mantovano. Non diamo indicazioni ulteriori a tutela della minorenne, ma della vicenda si stanno occupando i carabinieri. Nei confronti del presunto violentatore ci sarebbero comunque solide prove. Tutto succede all’indomani del terribile terremoto del maggio 2012. Molte famiglie sono costrette ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi nelle tendopoli allestite dalla Protezione civile. In una di queste trova alloggio anche la dodicenne. Sono tutti ammassati e accanto a lei trova posto un parente stretto.”

La Molo Street Parade finisce in tragedia, muore giovane. L’articolo su La Gazzetta di Modena:

“Doveva essere un fine settimana di festa, una serata estiva trascorsa con gli amici e la musica sulla riviera romagnola. Invece la notte tra sabato e domenica si è trasformata in tragedia per un gruppo di amici modenesi. Emanuele Manzo, 23 anni appena compiuti il 17 giugno scorso, è morto dopo ore di coma all’ospedale di Rimini. Nel sangue, lo hanno rivelato le analisi, aveva tracce di alcol e di una droga sintetica, la Mdma, un derivato della metamfetamina. Manzo e gli amici erano partiti sabato con due auto da Modena verso la riviera romagnola per prendere parte alla Molo Street Parade, manifestazione sul porto canale di Rimini che in questa edizione ha fatto registrare centomila presenze. «Avevamo la base a Riccione – ha spiegato uno degli amici che erano con lui, Marco Rubbiani – perché Emanuele aveva un appartamento proprio su viale Ceccarini. L’idea era quella di passare una serata divertendoci, poi restare a dormire a Riccione. Mai avremmo immaginato quello che poi è accaduto». “

Truffa delle mense, carne “fetida” nei pasti delle scuole di Atessa. L’articolo su Il Centro:

“L’operazione dei carabinieri di Napoli ha portato alla luce anche altre truffe. Ai bimbi che frequentano la «De Amicis» di Camposano (Napoli) sarebbero stati presentati «prodotti mangiati dai topi». Ai plessi scolastici di Montesano Sulla Marcellana (Salerno) veniva consegnata acqua di rubinetto al posto di quella minerale. Agli anziani ospiti dell’istituto per anziani di Val della Torre (Torino), infine – stando sempre ai contenuti dell’ordinanza – anzichè carne di bovini di razza piemontese, come previsto dal capitolato d’appalto, veniva data carne di bovini provenienti dalla Polonia. L’operazione è scattata stamani, al termine di indagini coordinate dalla Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura della Repubblica di Napoli e condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale e del Gruppo Carabinieri Tutela per la Salute di Napoli. Oltre alle misure cautelari, sono state eseguite 53 perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di 53 persone fisiche o giuridiche e in enti pubblici e locali. Secondo le indagini, gli indagati avevano dato vita a un’associazione per delinquere che, dal 2009, si era resa protagonista di numerosi reati contro la pubblica amministrazione, riconducibile – secondo l’accusa – a una società, la Puliedil srl, che opera nel settore delle mense scolastiche e ospedaliere.”

Spuntano i cartelli con sfottò sugli alberi condannati a morte. L’articolo de Il Tirreno:

“«Primo premio, motosega impazzita, al Comune di Livorno». Il cartello satirico, scritto con un pennarello nero e attaccato con delle puntine verdi, è comparso ieri mattina su alcuni dei platani ancora in piedi ma destinati ad essere abbattuti all’interno del parco di piazza Mazzini. È questa l’ultima tappa di una polemica iniziata sabato tra i residenti e l’amministrazione.”

Caso Scarano: sono indagati anche gli armatori D’Amico. L’articolo de La Città di Salerno:

“Avvisi di garanzia nei quali si ipotizza il reato di evasione fiscale sono stati notificati agli imprenditori Paolo, Cesare e Maurizio D’Amico, discendenti dell’armatore Giuseppe D’Amico, nel quadro degli accertamenti della procura di Roma sul fallito tentativo di far rientrare in Italia 20 milioni di euro, a loro riconducibili, dalla Svizzera. I tre, secondo quanto si è appreso, sono convocati domani in procura per essere interrogati. Non è escluso che qualcuno di loro si avvalga della facoltà di non rispondere.”

Giallo del freezer, Caria ai giudici: «Sono innocente». L’articolo de La Nuova Sardegna:

“È attesa per domani la decisione del Gip di Sassari sulla posizione di Giulio Caria, che oggi è stato interrogato per oltre quattro ore durante l’udienza di convalida del fermo: il trentaquattrenne, rintracciato in Sardegna sabato, è accusato dell’omicidio volontario e dell’occultamento del cadavere della fidanzata Silvia Caramazza, trentanovenne bolognese trovata morta in un congelatore a Bologna il 27 giugno. Il Gip si è riservato la decisione. Caria, assistito dall’avvocato Gennaro Lupo, ha ribadito la propria innocenza. «Ha dato riferimenti – ha spiegato il legale – per rintracciare gli eventuali autori delle comunicazioni con Silvia via internet», anche se nomi non ne ha fatti.”

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