Mario Monti perde anche la presidenza della Bocconi? “Incompatibile con Scelta civica”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2013 - 18:01 OLTRE 6 MESI FA
Mario Monti perde anche la presidenza della Bocconi? "Incompatibile con la politica"

Mario Monti perde anche la presidenza della Bocconi? “Incompatibile con la politica” (Ap-LaPresse)

MILANO – Dalle stelle alle stalle in poco più di un anno: questa la traiettoria di Mario Monti, che dopo aver lasciato la presidenza del Consiglio, perso l’appoggio di Napolitano, perso l’appoggio dei grandi giornali, perso alle elezioni politiche, perso anche l’appoggio dei suoi alleati, potrebbe perdere anche la presidenza della Bocconi. L’ultimo capitolo della sua parabola declinante lo ha raccontato Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano, in un articolo che chiude con un’osservazione difficile da contraddire: “È davvero così difficile scegliere tra la guida di un partito nato male e quella della più importante università italiana?”:

“Alla fine del 2011 i colleghi di Mario Monti, alla Bocconi, erano entusiasti: “È l’uomo giusto al posto giusto”, dicevano tutti. Spostarono addirittura l’inaugurazione dell’anno accademico alla fine di febbraio per consentire al presidente-premier di partecipare. Oggi i bocconiani si dividono in due categorie: quelli che sperano che Monti lasci la guida di Scelta Civica e quelli che mettono in dubbio la sua permanenza sulla poltrona più alta della Bocconi. È proprio il Corriere della Sera, l’ex giornale di Monti, quello per il quale ha fatto l’editorialista per 20 anni ottenendo anche una tessera da pubblicista ad honorem, che solleva il secondo punto.

Il caso parte da una mail di Enrico Valdani, un professore importante che dirige il dipartimento di marketing, spedita “a sedici colleghi”, dice il Corriere, per sollevare questo problema: Monti può fare il politico “senza coinvolgere l’Università sia direttamente che indirettamente?”. E ancora: “La domanda che mi pongo quindi è molto semplice e diretta: un’università come la Bocconi, indipendente, laica, equidistante da tutto perché luogo di dibattito democratico, può avere nei suoi organi di governo politici militanti e attivi?”. La risposta, in teoria, è sì: Giovanni Spadolini è stato presidente mentre era premier, presidente del Senato e politico molto attivo.

Quello che il Corriere non dice è che non si tratta del tormento interiore di un gruppo di docenti, bensì di una lettera riservata ma formale agli organi di governo dell’Università. Perché la presidenza della Bocconi non è una carica onorifica, ma comporta la presidenza del Consiglio di amministrazione che gestisce risorse e fissa le direttive strategiche per l’ateneo che, in questa fase storica, significa soprattutto la costruzione di un marchio internazionale per attirare studenti da tutto il mondo. Valdani solleva il caso all’interno dell’Università e quindi ora non commenta l’articolo del Corriere . Ma la questione non si chiude qui: il 31 ottobre 2014 il mandato di Monti da presidente scade e, per quanto possa sembrare incredibile, la leadership ventennale del Professore potrebbe essere messa in discussione. L’anno prossimo Monti rischia quindi di trovarsi con un partito svuotato e senza l’Università che ha contribuito a costruire e dalla quale continua ad attingere prestigio e autorevolezza.

Il 15 giugno, con un comunicato stampa, Monti comunica di riprendere la carica di presidente dell’ateneo, da cui si era sospeso al momento della nomina a premier. “Sono rimasto molto stupito dai modi: non ho ricevuto neppure una telefonata dal rettore, non una comunicazione informale, nessuna valutazione sull’opportunità”, commenta uno dei professori più importanti della Bocconi che conosce Monti da decenni e che si augura che “lasci presto il partito, non capisco cosa ci stia ancora a fare”. Tra i docenti circola l’ipotesi che sia stata l’Università a sollecitare il rientro, perché il presidente reggente, Luigi Guatri, è aziendalista di grande prestigio ma ha pur sempre 86 anni. Difficile trovare alla Bocconi qualcuno che sia entusiasta dell’esperimento Scelta Civica: a gennaio perfino Guido Tabellini, l’ex rettore che è il discepolo prediletto di Monti, ha detto di no all’offerta di una candidatura.

IL PROFESSORE (inteso come Monti) è nella fase più difficile della sua lunga carriera: mai in passato qualcuno in Bocconi (i bocconiani dicono “in”) avrebbe messo in discussione il suo ruolo, e mai il Corriere della Sera lo avrebbe trattato con così poca reverenza, come l’ex premier ha sottolineato in un piccato post su Facebook. Monti vede con crescente irritazione il suo successore Enrico Letta – che però resta tuttora “il miglior premier possibile” – appropriarsi dei successi dell’esecutivo dei tecnici”.