ROMA – “Non ha più la cattiveria di un anno fa”. Questo il titolo dell’articolo di Mario Sconcerti riguardante la Juve e l’ottava giornata del campionato di serie A sulle pagine del Corriere della Sera.
“Una partita sbilenca, molto strana ma alla fine chiara, apre sulla Juve una discussione che si rimandava da tempo. Non c’è più l’ordine degli anni scorsi, quella certezza della materia che funzionava da chiusura di un sistema. La Juve oggi è abbastanza accademica, lascia che le cose accadano, non le provoca. Sta meno bene sul campo, infatti prende molte reti ed è meno concentrata nel cercarle. È una crisi che naviga ancora a livello di leggerezza, non è un crollo, ma è qualcosa di inaudito, nel senso almeno della meraviglia.
Avesse avuto la vecchia cattiveria la partita non si sarebbe mai riaperta. La Fiorentina ha pareggiato due gol nei venti minuti migliori della Juve, come se la partita non avesse mai avuto senso. È stata un’invenzione di Rossi, nella preparazione e nel tiro, a ricostruire la Fiorentina, a dimostrazione che sono sempre i giocatori impossibili a fare la differenza. (…)
Molti corrono lentamente, si guardano e si piacciono. Altri sono in questo momento fuori misura, come usurati da una concentrazione troppo lunga. La Juve è adesso una squadra vulnerabile, prende sempre gol, sbaglia spesso atteggiamento. Che senso ha prendere i due gol finali in contropiede quando il pareggio a dieci minuti dalla fine è comunque un risultato? Sembra più la confusione intellettuale a determinare lo squilibrio, che una vera voglia di riprendere per intero la partita.
Dall’altra parte Rossi è un fuoriclasse modernissimo, non fa mai un movimento in più, solo quello che serve a trovare la porta. Non è paragonabile a nessuno. Con il suo fisico da italiano medio e la sua tecnica superiore, sembra la perfezione di un argentino furbo e timido, un giocatore difficile da capire perché padrone di molte logiche in una. Mi sembra meno forte di un anno fa questa Fiorentina che aspetta Gomez, un po’ più spaventata, e molto più conosciuta dagli avversari. Ma sta trovando continuità, si adatta, cerca nella partita ogni piccola cosa che serve.
Il vero problema di tutti è la corsa diversa della Roma. Le avversarie si stanno contenendo una con l’altra, anche Napoli e Juve sarebbero dentro una buona media scudetto se non ci fosse la corsa impossibile della Roma. (…) Ha pareggiato in dieci su uno dei peggiori campi, non ha giocato benissimo ma ha giocato molto. I gol subiti (6 in due giornate) dicono che non è ancora una squadra. Ora si aspetta adesso una società normale.”