ROMA – La Rai non può trasmettere la diretta della “Partita del cuore” a Firenze con Matteo Renzi in campo col numero 8 fra Baggio e Battistuta, lo dice il buon senso e anche la legge sulla par condicio, visto che la partita si giocherà il 19 maggio, a pochi giorni dalle elezioni europee.
L’annuncio della partita è stato dato da Matteo Renzi stesso in una intervista un po’ genuflessa condotta dal direttore della Stampa Mario Calabresi, che questa volta a palazzo Chigi non si è fatto accompagnare da nessun assistente tipo Bob Geldof, forse per non rischiare incidenti diplomatici e compromettere la sua ascesa al Corriere della Sera.
Nel finale dell’intervista, a livello di telepromozione, Matteo Renzi “si ferma. Si gira come se si fosse dimenticato qualcosa di decisivo. “Ve l’ho detto che il 19 maggio, a Firenze, facciamo la partita del cuore per Emergency?”. In effetti no. “Beh, vi dico la formazione. Baggio 11, Antognoni 10, Batistuta 9. Indovinate un po’ chi fa l’8? Loro mi passano la palla e io, tic, la butto dentro”.
L’altra notizia è che la settimana dalla data della partita è la stessa che si chiude con le elezioni per Europee e Amministrative. Matteo Renzi, quindi, e anche il candidato sindaco di Firenze per il Pd Dario Nardella, non dovrebbero calcare il campo. Fatto sta che anche la Rai ha deciso di dare risalto all’evento, trasmettendolo in diretta tv. E qui sorgono i veri problemi legati alla par condicio. Come fare a trasmettere l’evento benefico (legato ai 20 anni di Emergency) senza fare anche da cassa di risonanza per Renzi.
La frase è stata rilanciata dal Fatto il giorno di Pasqua e ha provocato l’intervento di Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e soprattutto presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai:
“La presenza di Renzi – dice Roberto Fico – nella diretta della gara non è ammissibile. Cito qualche norma: in base all’articolo 1 della legge 515 del 1993, come modificata dalla legge del 2000 sulla par condicio, “in tutto il periodo della campagna elettorale la presenza di esponenti del governo è vietata in tutte le trasmissioni diverse da quelle di comunicazione politica e quelle informative riconducibili alla responsabilità di una specifica testata giornalistica”. Poi ci sono due recenti delibere della commissione e dell’Autorità garante della comunicazione, che confermano come nelle “altre trasmissioni” (intrattenimento, sport) la presenza di candidati ed esponenti politici non sia ammessa ad alcun titolo”.
Non sono possibili deroghe per ragioni particolari, come motivi benefici?
Assolutamente no, nessuna deroga.
Poniamo il caso che la Rai confermi la diretta con Renzi. Che succede?
Io sono sicuro che la presidente Tarantola e il direttore generale conoscano alla perfezione la legge. E che l’applicheranno. Facciamo un esempio di scuola… La commissione potrebbe discuterne nell’ufficio di presidenza, che viene convocato da me o su richiesta anche di un singolo membro.
E in quel caso cosa direste alla Rai?
Non ci sarà bisogno di interventi, l’ho detto e lo ripeto.
Avete avuto notizia di casi simili a questo, ultimamente?
No. In questo periodo, in cui vige la par condicio, in commissione ci occupiamo soprattutto degli spazi concessi al governo. Il tema è distinguere gli interventi che il presidente del Consiglio e i ministri fanno nella loro veste istituzionale, e quelli che fanno per propaganda politica. Vanno conteggiati come voci diverse. Per capirci: se Renzi parla di quello che farà, è propaganda e va conteggiata come tempo del Partito democratico. Se invece racconta di quello che ha già fatto, o di un caso di governo come quello dei marò, quello è tempo che va attribuito al governo.
Su cosa vi basate per calcolare i tempi?
Ci basiamo sui dati dell’Agcom e dell’Osservatorio di Pavia. Li valutiamo, ed eventualmente chiediamo modifiche.
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