Eugenio Scalfari ha esaminato, sullo sfondo di uno scenario da far tremare, la prospettiva di Matteo Renzi, segretario del Pd. Matteo Renzi, assicura Scalfari,
“vincerà perché non ha veri avversari capaci di sbarrargli la strada”.
Osserva Eugenio Scalfari che
“Renzi propone un partito con “vocazione maggioritaria”. Queste due parole significano un partito che combatta da solo per un riformismo radicale con forti venature di liberismo, ma attento anche a non perdere voti a sinistra; sensibile quindi ai temi del lavoro, ad un nuovo “welfare”, a incentivi alle imprese, alla diminuzione del cuneo fiscale, ad un ribasso dell’Irpef, al taglio di ogni finanziamento pubblico ai partiti”.
Matteo Renzi, secondo Scalfari,
“cercherà di recuperare voti dal Movimento 5 stelle di Beppe Grillo in decadenza e dagli elettori che hanno abbandonato Berlusconi rifugiandosi nell’astensione ma che non voterebbero mai un partito con connotati socialdemocratici.
“E infine un partito che non metta le dita negli occhi a Berlusconi (Renzi ha dichiarato che voterà contro la sua ineleggibilità perché vuole sconfiggerlo politicamente e non per via giudiziaria).
“Una legge elettorale con premio a chi prenda consensi almeno del 40 per cento dei votanti. Questa è la “vocazione maggioritaria”.
[…]
“Dunque Renzi. Tutto bene? Tutti contenti? Parrebbe di sì, con qualche eccezione, ma non stiamo a cincischiare e ad asciugare gli scogli, Renzi vincerà e Berlusconi con i processi e le sentenze se la vedrà per conto proprio. Se decidesse di andarsene in pensione ad Antigua o in qualche altro sito ameno, Matteo gli farà certamente un regalino, un dolcetto, un ricamo, insomma una gentilezza.
“Ma Letta e il suo governo? Questo è il punto. Non pensate male: Matteo ha stima di Letta. Lo lascerà lavorare fino a quando avrà realizzato lo scopo per il quale il governo è stato nominato ed è sostenuto dalla strana maggioranza che conosciamo.
“Lo scopo, ecco il punto. Su questo Matteo ha idee chiarissime: deve fare quelle tre o quattro cose che la gente si aspetta in tempi di vacche magre: un po’ più di lavoro ai giovani, un po’ di soldi agli esodati, un po’ di cantieri per opere pubblichelocali, l’abolizione del patto di stabilità per i Comuni virtuosi, Senato federale senza poteri di fiducia. E poi a casa.
“Quando? Mica subito.
“Diciamo che le elezioni si faranno a primavera del 2014. Letta può lavorare tranquillo fino a Natale prossimo, poi a marzo campagna elettorale e Renzi premier nel prossimo maggio.
“C’è un punto però: dal prossimo primo luglio, quando Renzi scioglierà la riserva, tutti gli interessati in Italia e in Europa (e anche in America) sapranno quello che accadrà poi. E comincerà il ballo: sullo “spread”, sui tassi di interesse, sulla speculazione contro il nostro debito sovrano, sull’evasione fiscale, sul rigorismo tedesco e via enumerando. Un ballo che durerà almeno un anno, per cui quelle “tre o quattro cose” che Letta dovrebbe fare entro il prossimo marzo finiranno nel pallone.
“Il fatto che il congresso riguardi soltanto la carica di segretario del partito non cambia le cose perché se Renzi lo diventerà avrà la guida di una gamba del tavolo parlamentare, e che gamba!
“Dunque niente Renzi? A me era antipatico, poi l’ho conosciuto e mi è parso simpatico; ma le cose stanno esattamente come ho fin qui esposto.
“Se si presenta vince, se vince comincia il ballo (al quale anche Berlusconi parteciperà). Allora gli scogli bisognerà asciugarli e francamente non vedo nessuno che ci possa riuscire”.
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