ROMA – Per il matrimonio di Mattia Destro con la showgirl del telequiz L’Eredità, Ludovica Caramis, l’amministrazione di Ascoli Piceno ha lasciato agli sposi la centralissima piazza Ventidio Basso. L’ordinanza ha previsto solo il versamento di diritti d’autorizzazione: 35 euro.
Racconta Antonella Beccaria sul Fatto Quotidiano:
Non è stata sufficiente una pioggia d’autunno anticipato a guastare la cerimonia nuziale perché tutto era stato studiato nei dettagli: dall’ombrello in tinta con l’abito della sposa all’ordinanza del Comune di Ascoli Piceno che, dietro il versamento di 35 euro di diritti d’autorizzazione, concedeva agli sposi la centralissima piazza Ventidio Basso. (…) E a proposito del provvedimento dirigenziale che ha consentito alla coppia di avere la piazza storica per pochi euro dice Guido Castelli, il sindaco di Ascoli Piceno: “In effetti è un’ordinanza un po’ originale, ma se possiamo dare una mano ai cittadini, la diamo”.
Vediamo più nel dettaglio cos’è accaduto. Nelle cronache mondane dei giorni scorsi l’evento nuziale è stato raccontato sotto diversi punti di vista. Alcuni hanno riguardato l’abito provocante della sposa, giunta puntualmente in ritardo rispetto all’orario della cerimonia, fissata per le 17 nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio. Altri invece si sono concentrati su alcuni dei 200 invitati, tra i quali comparivano il centrocampista dell’Inter Joel Obi, il portiere della Roma Morgan De Sanctis o il giocatore della Juventus Luca Marrone, solo per citarne alcuni. E per rendere perfetto lo svolgimento della cerimonia – almeno a rigor del testo del provvedimento comunale – la città di Ascoli Piceno ha voluto offrire “l’adeguata ‘ospitalità ascolana’ alla indiscutibile notorietà degli sposi e il conseguente, ovvio afflusso di convenuti altrettanto noti provenienti da molteplici località italiane e non, che comporterà, altresì, la necessità di individuare congrue misure di sicurezza”.
Così il 13 agosto 2014 è stata firmata l’ordinanza dirigenziale, la numero 392, che arriva cinque giorni dopo la richiesta di Mattia Destro a proposito di piazza Ventidio Basso. E la domanda viene accolta per la “ragionevole necessità di garantire all’impegnativa cerimonia-evento di cronaca” un tranquillo svolgimento. Dunque, dal 30 agosto, in zona compare la segnaletica stradale che comunica la chiusura della piazza e le relative modifiche alle regole di accesso. Tra queste, dalle 15 alle 21 del 1 settembre, occorre “interdire la sosta veicolare – con rimozione forzata – su 25 stalli riservati a residenti-autorizzati […] conformemente all’allegata planimetria”. In cambio di ciò “sarà cura del richiedente effettuare un versamento di € 35,00 per i diritti di autorizzazione da versare sul c/c postale […] del Comune”. Obbligo che viene rispettato e così Ascoli, città “medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana”, come ricorda la dicitura sotto il logo del Comune stesso, finisce immortalata nelle pagine cartacee e web delle testate più glamour.
“In realtà la motivazione dell’ordinanza doveva essere un’altra”, commenta il sindaco Castelli, riconfermato lo scorso 26 maggio nel ruolo di primo cittadino conquistato per la prima volta nel 2009. Il politico – alla guida di una giunta di centrodestra e che negli anni per l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) si è occupato di ambiti diversi, dai trasporti e viabilità all’attuale tassazione locale soprattutto per quel che riguarda gli immobili – prosegue: “Non ravvisando motivi per negare la piazza, l’abbiamo concessa. E facendolo volevamo che fosse garantita la perimetrazione dell’area e la sicurezza degli ospiti, dato che attendevamo molti più big. Insomma, non c’entra nulla la notorietà degli sposi, le nostre considerazioni hanno riguardato l’ordine pubblico e l’accesso alla zona”.
Però poi c’è la questione della cifra chiesta al calciatore, che magari poteva essere più interessante per le casse del Comune. “Abbiamo un tariffario standard per gli eventi e gli spettacoli”, spiega ancora Castelli. “Ma un matrimonio non rientra in quel contesto. Così abbiamo applicato solo il pagamento dei diritti previsti per legge. Di certo, però, qualche ragionamento dobbiamo iniziare farlo dato che poi spetta a noi la pulizia della piazza dal riso o da altro materiale lasciato dopo la cerimonia. E forse, nel caso gli sposi se lo possano permettere, non sarebbe inopportuno chiedere un contributo. Ma solo se ci sono le possibilità economiche per farlo perché – glielo ripeto – non abbiamo voluto lucrarci, siamo sempre ben contenti di dare una mano. Pensi che una volta da noi si è sposato un maragià, un grande re” (…)