“Montanelli s’inginocchiò alla Madonna” (provò anche con Wojtyla che lo bloccò)

"Montanelli s'inginocchiò alla Madonna" (provò anche con Wojtyla che lo bloccò)
“Montanelli s’inginocchiò alla Madonna” (provò anche con Wojtyla che lo bloccò)

ROMA – “Montanelli s’inginocchiò alla Madonna”, il libro di Giancarlo Mazzucca. Laico cinico, agnostico senza sconti, anarchico in fondo che non credeva in nulla: l’immagine consolidata di Indro Montanelli vacilla, come vacillante fu il muro eretto tutta la vita contro ogni soluzione consolatoria dell’esistenza quando la sua di vita si approssimava alla fine.

Dopo la testimonianza di Cesare Romiti che parlò di un Montanelli che, giunto al termine dei suoi giorni cedette parte del suo scetticismo nei confronti del mistero divino, arriva “Uno straniero in Patria” (Cairo editore) il libro di Giancarlo Mazzucca (suo collaboratore tra il ’94 e il ’95).

L’istantanea di Montanelli che si inginocchia davanti alla Madonna mentre condivide con Papa Giovanni Paolo II una preghiera per la madre merita certamente un titolo. Genuflessione che Montanelli tentò anche con il suo illustre interlocutore: il papa polacco però lo fermò (giusto in tempo?) stringendogli i polsi.

Certo, quel dono non l’ha mai avuto, ma l’ha sempre cercato, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Ai tempi della «Voce», volle conoscere Ersilio Tonini, ottimo prete e grande comunicatore. Il monsignore piacentino era, allora, arcivescovo di Ravenna: tra il sottoscritto, di Forlì, e il romagnolo ad honorem (Ersilio) c’era già un buon feeling e Indro insistette tanto per convincere il vescovo a scrivere commenti sulle colonne della «Voce». Quella collaborazione portò fortuna al religioso perché, pochi mesi dopo, Giovanni Paolo II lo volle principe della Chiesa.

Quando il Concistoro rese noti i nomi dei nuovi cardinali, Tonini scrisse per noi una riflessione, che Montanelli volle pubblicare in prima pagina. Bussai alla porta del Direttore per fargli approvare la bozza del titolo che era: Da prete a cardinale. Senza dire una parola, Cilindro cancellò le mie due righe e scrisse: Da cardinale a prete . Aveva compreso la grandissima umiltà di «don Ersilio», che non mancava mai di ricordare le sue modeste origini, nato com’era in una famiglia di poveri contadini della campagna piacentina.

All’apparenza, la Fede li divideva, ma avevano, ugualmente, molti punti in comune, a cominciare dalla venerazione che entrambi nutrivano per le loro madri, pur così diverse tra loro anche nell’estrazione sociale.  Il Direttore è stato sempre un grande perfezionista che andava direttamente alla fonte. Non potendo farlo con Dio, si «accontentò» di vedere un cardinale, Tonini appunto, mentre, qualche anno prima, nel 1986, aveva incontrato anche il Papa.

Al toscanaccio, miscredente finché si vuole, piaceva molto Wojtyla, anche se, al momento della sua elezione, lo confuse con un cardinale africano. Riuscì ad andare a cena con il Pontefice assieme al portavoce spagnolo Joaquín Navarro-Valls e al segretario del Papa, monsignor Dziwisz, polacco pure lui.  Rispetto agli incontri con Tonini a casa mia, la situazione era un po’ cambiata: il Vecchio inappetente si era sentito in colpa d’ingordigia di fronte a Giovanni Paolo che aveva messo sotto i denti solo un pezzetto di tonno, una sottile fetta di mozzarella e una mela.

Quando si alzarono da tavola, il Papa accompagnò l’ospite lungo il corridoio e, davanti alla statua della Madonna, volle pregare per la madre di Indro «che era molto devota» e pure il laico Montanelli s’inginocchiò assieme al vicario di Cristo. Indro cercò d’inginocchiarsi anche quando, qualche secondo dopo, si congedò, ma Giovanni Paolo glielo impedì, serrandogli il polso e abbracciandolo due volte. Padre Marella, Giovanni Paolo II, Ersilio Tonini: Montanelli ha avuto fortuna nel suo cammino verso la Fede. Avranno fatto il miracolo? È certo comunque che il Papa polacco fece un grande regalo all’anarchico di Fucecchio con quella preghiera rivolta a sua madre davanti alla statua della Madonna. (estratto da “Uno straniero in Patria” di Giancarlo Mazzucca, pubblicato sul Corriere della Sera).

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