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Monti col pettine sul calcio e Fornero sul terremoto: persi immagine e consenso

di Marco Benedetto |31 Maggio 2012 11:32

Mentre il cuore della Padania è piegato dal terremoto e tutto il Nord trema, il ragliare di Bossi sulla secessione della Padania è azzittito da scandalo e buon senso, in attesa di vedere quanto ritornerà a Nord dal semi secolare ciclo di redistribuzione in senso inverso. Non tace invece il primo ministro Mario Monti, che ha anche oggi grandi titoli in prima pagina ma non per le opere del suo Governo a favore di una Italia prostrata da una recessione da lui resa ancor più grave: i titoli sono sulla malsana idea di sospendere “per due o tre anni” il campionato di calcio: “C’è un malcostume continuo” (Corriere della Sera). Savonarola o Torquemada non avrebbero escogitato di meglio. Tradotto in lingua contemporanea: manuale per come dissipare un patrimonio di good will accumulato a spese di una nazione.

La Gazzetta dello Sport ci fa l’intera prima pagina: “Monti shock. Affondo del presidente del Consiglio al mondo del pallone. Fuorigioco!”. Sotto una foto del volto di Monti tagliata in modo crudele da un po’ sopra la punta del naso, che fa vedere solo gli occhi e i capelli e quegli occhi fanno davvero paura.

Non se ne accorge il Corriere dello Sport, come lo ignora la Stampa. Il Corriere preferisce occuparsi dei guai della Lazio e dello schieramento pro Juventus e Conte della famiglia Agnelli. Ma la notizia è talmente clamorosa che trova posto in prima anche sui giornali non sportivi.

Ci fa il titolo a tutte colonne il Giornale dei Berlusconi: “Monti ci toglie il calcio. L’ultima trovata del Prof: campionati in castigo per un paio d’anni. Ma non farebbe meglio a occuparsi di banche e magistratura?”.  Più contenuti gli altri. Repubblica: “Monti shock: il calcio andrebbe fermato”; Messaggero: “Monti: fermare il calcio per tre anni. Coro di no”. Il Fatto riporta anche la reazione di Maurizio Zamparini, presidente del Palermo: “Premier indegno”.  Il Corriere della Sera si schiera contro, lo fa con garbo per la penna ovattata di Pierluigi Battista e riportando in prima le parole di Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio: “Lo sport non è peggiore della società” e all’interno, nell’articolo di Marco Galluzzo, lo sdegno di Gianni Rivera, campione del mondo e politico di un certo standing: “Frasi fuori luogo, è Monti che fa Crozza“. Il quale Crozza non usa perifrasi per alludere a un certo inquietante potere del primo ministro. Il Corriere nelle due pagine che dedica a Monti e al calcio scommesse sfiora la crudeltà, con una sequenza di tre foto che danno un’idea della vanità di Monti, che quasi rivaleggia in materia con Berlusconi: si vede Monti che con una precisione e una attenzione quasi autoerotica si mette a posto i capelli con un pettine talmente lungo che lascia in tasca ben poco spazio per altre cose.

Tutta Genova è intanto in subbuglio per una frase di Monti che era tanto allusiva quanto diretta contro il Genoa. Il Secolo XIX ha in prima un titolo semplice, ma all’interno elabora: Monti si è riferito al Genoa e allo spettacolo delle magliette che i tifosi hanno costretto i calciatori a togliersi. Per Monti è stato uno “spettacolo indegno”. Per molti benpensanti i tifosi hanno fatto bene, così come fanno bene i cittadini a chiedere a un Governo ormai alla frutta (caso di Berlusconi) di lasciare il campo.

Franco Bechis su Libero conclude il tema: “Monti vuol creare milioni di disoccupati”.

Ma se Monti straparla, la Fornero non scherza nemmeno lei. Ieri ha pontificato sul terremoto: “Quei capannoni accartocciati: altrove non succede” ha detto Alice-Elsa secondo il Corriere della Sera.

Le prime scosse ci sono state quasi due settimane fa. Oggi pare (Sole 24 Ore) che il Consiglio del ministri si decida a prendere “prime misure per le popolazioni”. E tutto quel che il Governo sa fare e dire sono le parole della Fornero. Vuoi vedere che Monti se l’è presa perché la gente lo ha contestato? Confindustria è schierata contro la Fornero secondo la quale, da buona mamma ma non altrettanto buona ministro di un Paese  che già ha tanti problemi. Certo un morto colpisce, ma nel kit di un Governo ci deve anche una certa dose di equilibrio e razionalità e non si può non confrontare il numero dei morti in Emilia con le centinaia in un colpo solo del terremoto in Abruzzo di tre anni fa. Cinismo? Senso della realtà: con lo stesso principio chiudiamo le strade: in un sabato e domenica ne muoiono cinque volte tanti che in Emilia.

Sul filone Fornero anche il Fatto Quotidiano: “Schiacciati dalle fabbriche”, e  la Stampa, che è della stessa zona del ministro: “Strage di operai”. Compensa Alberto Mattioli: “Ce la faremo da soli. Col sorriso”. Mentre impazzano le chiacchiere nel resto d’Italia, qua la gente si è già rimboccata le maniche, è gente dura, abituata a tenere su la testa da migliaia di anni, è un miscuglio di razze dure, dai galli ai goti, che nasconde la durezza sotto il sorriso e quell’accento che inganna.

Testimonia Giorgio Salvetti sul Manifesto: “La compostezza degli abitanti della Bassa modenese sconvolti dal sisma”. Fa eco Aldo Bonomi sul Sole 24 Ore: “Ce la faranno, ce la faremo”

L’Emilia non sarà il bis dell’Abruzzo, anche perché il Governo li lascerà a se stessi e non pretenderà di metterci le zampe come hanno fatto all’Aquila ai tempi di Berlusconi.

Sulle prime di oggi resta spazio per poco d’altro. La commovente storia di don Ivan “che cercò di salvare la Madonna” (su Repubblica, Fabrizio Revelli, grande cronista, dà i brividi a leggerlo). Titoli in prima su don Ivan anche su Messaggero, Giornale, Stampa.

Poi la meno edificante storia del banchiere Massimo Ponzellini, arrestato ieri in odor di mazzette: Sole 24 Ore, Fatto, Repubblica, Giornale, Corriere della Sera.

Statale tremate. Italia Oggi ci informa, con soddisfazione della maggioranza degli italiani, che non ci saranno sconti per voi: “saranno licenziati tutti i dipendenti pubblici che non rispettano i doveri di lealtà, diligenza e imparzialità. Lo prevede il nuovo codice anticorruzione”.

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