Morte Andrea Antonelli, Imu e tagli alla politica, Casaleggio: prime pagine e rassegna stampa

Il Corriere della Sera: “Tagli alla politica, no dei partiti.” Lo stato di salute della nuova Chiesa. Editoriale di Ernesto Galli della Loggia:

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“Le riforme della Curia e dello Ior in cui il Papa appare impegnato fino in fondo ripropongono la peculiarità di quel complesso organismo che vede intrecciate, ancorché si tratti di due entità in linea di principio distintissime, Santa Sede e Stato della Città del Vaticano. Un organismo il quale, come si sa, nacque nel 1929 in seguito al Trattato del Laterano che pose termine alla «questione romana» apertasi nel 1870 con la conquista di Roma da parte del neonato Stato italiano che portò alla fine del potere temporale dei papi.
A proposito di questi avvenimenti ancora recentemente, in occasione del 150° anniversario dell’Unità, a testimoniare come spesso la storia produca sentimenti e risentimenti assai duri a morire, alcuni storici cattolici d’ispirazione diciamo così tradizionalistica hanno descritto il Risorgimento come un disegno volto soprattutto alla decattolicizzazione/scristianizzazione dell’Italia, da conseguire attraverso una sistematica persecuzione della Chiesa di Roma.
Che le cose però non siano andate proprio in tal senso basterebbe a indicarlo il fatto che qualche decennio dopo la presunta devastazione anticattolica operata dal Risorgimento arrivò al potere (chissà come), e destinato a restarvi a lungo, proprio un partito di cattolici. Ma c’è di più. E cioè che sia per il Papa che per la Santa Sede, l’esistenza dello Stato italiano nato 150 anni fa si è rivelato alla fine assai più di vantaggio che di danno. Lo si vede particolarmente oggi.”

Ablyazov, il ricatto dietro la fuga. Articolo di Fiorenza Sarzanini:

“Chi ha avvisato Mukhtar Ablyazov di essere stato individuato? E perché, prima di essere ricevuto al Viminale, l’ambasciatore kazako Andrian Yelemessov ha deciso di recarsi direttamente in questura? Sono questi i due interrogativi chiave per comprendere quanto accaduto tra il 28 e il 31 maggio scorsi, fino alla «consegna» di sua moglie Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua. Perché l’incrocio delle testimonianze e dei dati emersi dai documenti depositati in Parlamento sembra confermare l’ipotesi che l’espulsione delle due donne sia in realtà la contropartita pagata dall’Italia al governo di Astana per essersi fatti sfuggire il loro ricercato. Il tentativo estremo per obbligare l’uomo ad uscire allo scoperto. Un ricatto al quale non si è stati in grado di sottrarsi.”

Da Santanchè a Gelmini: i nomi non contano. Scrive Giovanna Cavalli:

“E a chi starebbe pensando, come nuovo ministro? Renato Brunetta scatta: «Ma lei l’ha letta bene la mia intervista su Avvenire ? Io sono un professore, preciso per natura». Dunque, in quel colloquio il capogruppo Pdl alla Camera sostiene che ci vuole un patto di legislatura e che, visto che tra Pdl e Pd c’è stato uno scarto di voti di appena lo 0,3 per cento, occorre un riequilibrio nel governo. Ovvero, andando al sodo, più dicasteri al centrodestra. Brunetta però non raccoglie. E continua il ragionamento: «Mentre Guglielmo Epifani, con lessico e metodo da Prima Repubblica chiede un rimpasto, ovvero manda un messaggio ostile e anche irresponsabile, io da responsabile dico:facciamo come la Germania, diamo stabilità politica all’Italia con un programma condiviso, proseguiamo fino al 2018 e a quel punto rafforziamo l’esecutivo, dando pari dignità a tutte le forze politiche». Appunto. Ha già qualcuno in mente?”

La prima pagina de La Repubblica: “Rimpasto e omofobia, il Pdl attacca.”

La Stampa: “Imu solo sulle prime case di lusso.” Il cammino aperto da Mandela. Editoriale di Roberto Toscano:

“Nelson Mandela ci sta lasciando. In un certo senso ci ha già lasciato, con la perdita della coscienza e una sopravvivenza fisica solo permessa dalle moderne tecnologie mediche. Tra poco sarà il momento dei necrologi, che saranno di certo improntati alla celebrazione di una delle poche figure positive del nostro tempo, così carente di eroi e così affollato da personaggi poveri sia di principi che di carisma. La sua è una straordinaria vicenda politica ed umana: la lotta armata contro uno dei più spietati e disumani sistemi politici del XX secolo, l’Apartheid; oltre vent’anni di carcere; la costruzione di un Sudafrica per tutti basato non sulla sconfitta del nemico razzista, ma sul dialogo e l’esclusione della violenza. E tutto questo con uno stile inconfondibile fatto di pazienza e serena fermezza, e soprattutto con una stupefacente mancanza di odio e risentimento nei confronti di chi, oltre a macchiarsi di innumerevoli crimini di lesa umanità, gli avevano rubato oltre due decenni di vita.”

Il nuovo catasto a prezzi di mercato. Scrive Rosaria Talarico:

“Un catasto più a misura di contribuente. Non solo perché saranno aggiornate le valutazioni sul valore patrimoniale e la rendita degli immobili (finora spesso sganciate dagli effettivi prezzi di mercato), ma perché anche i proprietari avranno voce in capitolo, in caso di errate valutazioni da parte del fisco. Sono queste alcune delle novità a cui ha lavorato alla Camera il comitato ristretto della commissione finanze che sta passando al vaglio la legge delega fiscale. Un percorso che è ancora lontano dalla conclusione: manca l’approvazione del parlamento che difficilmente avverrà entro l’estate. È un fatto però la volontà di non allungare i tempi, poiché la riforma del catasto deve marciare di pari passo con quella dell’Imu. E per non provocare ritardi anche su questo fronte, è stato già stabilito un sistema di calcolo transitorio per l’imposta municipale unica.”

Il centrodestra teme lo spettro delle “maggioranze variabili”. Articolo di Fabio Martini:

“Nell’orizzonte continuamente cangiante del governo Letta è apparso un nuovo fantasma: quello delle maggioranze variabili. E proprio a questo scenario allude l’iniziativa delle quattro personalità del Pdl che hanno proposto una «moratoria legislativa sui temi etici». Tradotto in soldoni Maurizio Lupi, Maurizio Sacconi, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna chiedono al Pd di congelare per il resto della legislatura tutti i provvedimenti divisivi sui temi della famiglia, una richiesta che però se ne porta dietro un’altra, persino più impegnativa: su queste tematiche, caro Pd, rinuncia a fare accordi e maggioranze “anomale” con partiti di opposizione, nel caso specifico Cinque Stelle e Sel.”

Sud Sudan, dolce vita sul Nilo e solo un pediatra per i poveri. Dal corrispondente Giordano Stabile:

“Per le ostetriche appena diplomate al Teaching Hospital di Juba è la seconda festa in una settimana. Nelle loro divise fucsia stentano a trattenere la gioia e accennano a qualche passo di danza. Sono le prime diplomate da quando è nato il Sud Sudan, il 9 luglio del 2011. Ragazze da tutte dieci province e le 64 tribù che compongono, e dividono, il Paese. Torneranno nei villaggi per formare l’ossatura del futuro sistema sanitario. Che ora non esiste. Come non esiste, a parte l’esercito, uno Stato. Il Sud Sudan è nato prematuro e resta nell’incubatrice dell’Onu: 7mila Caschi Blu e 22 agenzie per la cooperazione e lo sviluppo. Persino il padre della patria, John Garang, morto nel 2005 subito dopo gli accordi di pace, era contrario a una separazione da Khartum prima «che il Nord avesse sviluppato il Sud». Invece è nata una nazione fra le più povere al mondo, con 120 chilometri di strade asfaltate, un medico ogni 10mila persone, dove il 97% del cibo dev’essere importato, il 70% degli abitanti è analfabeta, Aids e malaria dilagano.”

Pesto al botulino, è psicosi Negli ospedali 40 ricoverati. Scrive Marco Raffa:

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“Nausea, vomito, dolori addominali, febbre. Oppure stanchezza, difficoltà di parola, senso di stordimento, palpebre pesanti. Sono i sintomi dell’avvelenamento da botulino. Sintomi che ieri sono stati al centro di una giornata tesa in molti ospedali liguri e non solo. Il bilancio è di una quarantina di ricoveri tra Genova, La Spezia e Milano per l’allarme lanciato dalla Regione e dalle Asl liguri e piemontesi dopo la segnalazione di un’azienda di Genova che produce pesto in vasetto. In una delle partite di «Pesto di Prà» prodotte dalla storica ditta «Ferrari e Bruzzone», infatti, a un controllo interno allo stabilimento, rinnovato di recente con fondi regionali ed europei e che sforna ogni giorno sette quintali della celebre salsa ligure, sono stati trovati i germi responsabili della tossina «Clostridium botulinum». Già nella serata di venerdì era scattato l’allarme che dall’Asl di Genova è rimbalzato nell’Alessandrino dove si trovano le tre piattaforme logistiche (a San Guglielmo di Tortona, Casalnoceto e Rivalta Scrivia) che smistano il prodotto in nove regioni: tutto il Nord Italia più Toscana e Sardegna.”

Come smascherare le bugie che rovinano le vacanze. Articolo di Giuseppe Bottero:

“Laura si aspettava una notte da regina. Bed and Breakfast nell’Astigiano, recensito con tre stelle. Arriva e trova una «camera lurida, con i bagni sporchi. Eppure sul web ne parlavano benissimo». Un messaggio tra i mille che affollano il forum di Tripadvisor. Tutti colpiti e affondati dalle «bugie a 5 stelle», le recensioni fasulle che rischiano di rovinare le vacanze ai sette italiani su dieci che si affidano alla rete per scegliere la meta estiva. Comprare finte recensioni per un albergatore è facile, troppo facile. Basta una mail all’agenzia che offre «servizi di marketing». «Sono il gestore di un piccolo ostello, vorrei aumentare le visite al mio sito». Rispondono subito e, al telefono, snocciolano il listino prezzi: 25 euro per un giudizio positivo sui portali per hotel, 49 per un migliaio di fans su Facebook, nove per mille visite su YouTube.”

Il Giornale: “I cinquanta manager più pagati d’Italia.” Da Renzi a Casaleggio. Siamo nell’estate dei professionisti dell’alta tensione. Editoriale di Vittorio Macioce:

L’estate dei professionisti dell’alta ten­sione. Forse la politica si è arresa, op­pure in giro deve esserci uno strano tipo di influenza che porta al maso­chismo. Magari è impotenza. Nessuno sa davve­ro come si esce da questa stagione lunga e nera. Oppure è solo egoismo. Una cosa è certa, la crisi economica la sente sulla pelle chi la vive tutti i giorni. Gli altri ne parlano, come un rumore di fon­do, un coro greco,ma passano i giorni e per un mo­tivo o per l’altro finisce in secondo piano. Assuefa­zione. Eppure la crisi era, è, dovrebbe essere il pro­blema. La risposta da dare in fretta. Illusi. La crisi viene sempre dopo. C’è sempre qualcosa di più urgente da fare. Un giorno bisogna sfiduciare Al­fano, un altro Renzi smania e via discussioni sulle regole delle primarie, sul partito, sul porcellum, su come arrivare a Palazzo Chigi, diretti o passan­do per la segreteria. Poi la verifica di governo o il processo Berlusconi. E per non farci mancare nul­la buttiamo nel minestrone anche la val di Susa, il nuovo campo scuola per tutti quelli che sognano la rivoluzione, o devono sfogare rabbia, frustra­zioni e mal di denti, perché «No Tav ergo sum» e pure questo è un modo per sentirsi vivi.In Italia, come diceva Flaiano, la linea più breve tra due punti è sempre l’arabesco.Forse è per que­sto che cerchiamo di alimentare le tensioni, di buttare tutto all’aria per vedere l’effetto che fa. Ognuno con la speranza di guadagnarci qualco­sa. Nel club degli apocalittici da tempo c’è anche Casaleggio. Il filosofo di Grillo non si nasconde più. Parla, teorizza, vede il futuro. A Gianluigi Nuzzi,che lointervista per Ponza d’Autore, svela cosa c’è nella palla di vetro.«Il Paese avrà nei pros­simi mesi, non so quanti, uno choc economico». Falliremo.”

 

 

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