ROMA — Tutti chiamavano Giuseppe Mussari, tutti volevano qualcosa dal Monte dei Paschi di Siena: Giuliano Amato che chiede un finanziamento per il suo torneo di tennis a Orbetello, il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo che chiede un aiuto per un amico indebitato. E poi: Daniela Santanché, Guido Crosetto, la cena a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi. E ancora: la telefonata con Piero Fassino e gli appuntamenti con Pier Luigi Bersani, Enrico Letta, Matteo Renzi.
È l’affresco “Montepasco” che viene fuori dalle intercettazioni contenute negli incartamenti dell’inchiesta sull’ampliamento dell’aeroporto senese di Ampugnano, nella quale Mussari è indagato per falso e turbativa d’asta.
La telefonata con Amato, per esempio, mischia grandi e piccole questioni, l’Abi e il tennis a Orbetello, come riporta Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:
“Il 14 lo chiama Giuliano Amato e, annotano gli investigatori nel «brogliaccio» delle telefonate, «gli chiede se è vera la voce circa la sua candidatura all’Abi in modo tale da fare qualcosa per sostenerlo. Mussari glielo conferma». Non si sa se il sostegno sia stato determinante, ma il 1 aprile è Amato a chiedere un favore.
Amato: «Mi vergogno a chiedertelo, ma per il nostro torneo a Orbetello è importante perché noi siamo ormai sull’osso, che rimanga immutata la cifra della sponsorizzazione. Ciullini ha fatto sapere che il Monte vorrebbe scendere da 150 a 125».
Mussari: «Va bene ma la compensiamo in un altro modo».
Amato: «Guarda un po’ se riesci, sennò io non saprei come fare… trova, c’hai un gruppo? La trovi?».
Mussari: «La trovo, contaci»”.
I rapporti con la politica sono trasversali. Nelle giornate di Mussari c’è tanto centrodestra:
“Il 12 marzo 2010 gli investigatori captano una telefonata di Mussari che avvisa il suo autista «di aver finito» e di «arrivare qui davanti per cortesia, dentro dentro dentro». E specificano che «la cella agganciata è quella di via del Plebiscito 102, verosimilmente Palazzo Grazioli». Effettivamente il giorno dopo «Mussari chiama il sindaco di Siena Maurizio Cenni e gli dice che la sera precedente si trovava a Roma invitato a cena, insiema a Vigni (il direttore generale di Mps Antonio Vigni) dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi».
Una decina di giorni dopo anche Daniela Santanchè si fa viva con Mussari: «Gli chiede di fissare un appuntamento a Roma per il suo socio Giampaolo Angelucci del gruppo Tosinvest (che è già cliente Mps) Mussari le dice che la ricontatterà il prossimo lunedì». Il giorno dopo vedrà invece Guido Crosetto, il sottosegretario «che gli dà appuntamento presso il ministero della Difesa»”.
Ma non può mancare una continuità di frequentazioni e telefonate con i big del Pd locale e nazionale:
“Il 13 gennaio 2010 «Mussari discute con il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini dei futuri assetti di Comune, Provincia ed Fondazione Mps». Alla fine di febbraio «la segretaria gli gira la chiamata dell’onorevole Piero Fassino che gli domanda quando potrà raggiungerlo a Roma e Mussari gli risponde che sarà in ferie per una settimana. Fassino lo invita a ricontattarlo al suo rientro per programmare un incontro a Roma “così facciamo un po’ il punto totale”».
A Mussari Prodi confida il 4 marzo di quell’anno «di non avere alcuna intenzione di rientrare in politica», mentre il 6 aprile, parlando con Franco Ceccuzzi di un’iniziativa che però non viene specificata «gli spiega di aver informato l’onorevole Massimo D’Alema che gli ha spiegato di voler sentire prima Casini. Mussari gli ha poi dovuto confermare l’intenzione di Ceccuzzi di lasciare il Parlamento per candidarsi a sindaco di Siena». È la sua segretaria a rammentargli poi gli appuntamenti tra il 19 e il 21 aprile 2010 «con Bersani, Enrico Letta, La Torre» e quello con il sindaco di Firenze Matteo Renzi.”
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