Mps, Profumo smentisce le dimissioni: “Lavoriamo a un Monte senese”

Profumo smentisce le dimissioni: «Lavoriamo a un Monte senese»
Profumo (LaPresse)

ROMA – Il presidente della banca Mps Alessandro Profumo e l’Ad Fabrizio Viola replicano, tramite il portavoce dell’istituto senese, all’ipotesi che possano dimettersi se slitterà l’aumento di capitale dicendo che stanno lavorando per rafforzare la banca.

“Profumo e Viola stanno lavorando e lavoreranno come sempre nell’interesse della banca e del suo rafforzamento patrimoniale”, ha risposto il portavoce a cui è stato chiesto di commentare un articolo di stamani de Il Sole24Ore in cui si sostiene che le banche internazionali avrebbero riferito che l’ipotesi più probabile se slitta l’aumento è che i vertici si dimettano.

Scrive Enrico Paoli su Libero:

Insomma, voci. Solo e soltanto voci, ma che Siena diventano grida, se non addirittura moneta sonante. Soprattutto se nel bel mezzo della partita in corso entra in campo anche il Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria. Il giornale economico ha rilanciato l’opzione secondo la quale le banche internazionali avrebbero riferito che l’ipotesi più probabile, se slitta l’aumento, è che i vertici si dimettano. «Vediamo la luce in fondo al tunnel», ha sottolineato Profumo, «e non è un treno. C’è la possibilità di uscire dalla crisi con un capitale costituito e con lo Stato fuori dalla nostra base societaria».

Lo slittamento rispetto all’aumento da 3 miliardi in programma per gennaio è stato chiesto dalla Fondazione che è il principale azionista e può determinare il risultato dell’assemblea appositamente convocata il 27 dicembre. Una data segnata in rosso in tutte le agendedegli azionisti di questa intricata partita. La Fondazione Mps ha fatto sapere che voterà a favore della ricapitalizzazione a patto che l’operazione venga effettuata nel secondo trimestre del 2014 e non ad inizio anno. Secondo Il Sole 24 Ore , invece, il Cda della banca senese, che si riunirà questa settimana, dovrebbe accogliere la richiesta della Fondazione di inserire all’ordine del giorno dell’assemblea anche la votazione sulla tempistica del rafforzamento patrimoniale.

Il rischio, arrivati a questo punto, è l’inizio di un duro braccio di ferro tra i vertici del Montepaschi (l’ad Viola e il presidente Profumo) e l’ente di Palazzo Sansedoni, gravato da 350 milioni di euro e con la paura di veder diluita in maniera significativa la sua quota del 33,5% nell’istituto senese. Che sarebbe un altro duro colpo alla “senesità” della banca (…)

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