Mughini: “Il voto è inutile”. Belpietro risponde: “Vera pazzia è tenersi Letta”

Enrico Letta
Enrico Letta (LaPresse)

ROMA – Elezioni anticipate sì o no? Un dibattito si è aperto a destra, sul quotidiano Libero, fra il direttore Maurizio Belpietro e Giampiero Mughini, firma e bastiancontrario.

Il dibattito sembra aperto da Giampiero Mughini, che si schiera contro le elezioni anticipate: “Andare al voto è una pazzia che pagheremo molto cara”.

L’articolo di Maurizio Belpietro, che Mughini chiama in causa anche attraverso la linea del quotidiano, è una replica senza appello.

Scrive Giampiero Mughini:

Mi pare di capire che Libero sia ben contento che il Parlamento presunto «illegittimo» votato nel febbraio scorso in base a una legge elettorale dichiarata (dalla Consulta) incostituzionale in alcune sue parti sia circondato da truppe politiche numerose e vigorose che lo vogliono conciare per le feste. Le truppe che fanno capo al probabile leader del Pd Matteo Renzi, al Beppe Grillo che fa da Duce di quelli che schiamazzano il nulla 24 ore su 24, al Silvio Berlusconi che si mette alla testa di una Forza Italia che vorrebbe rilanciare il favore ottenuto nel 1994 ed è ovvio che è pazzesco il solo pensarlo (…)

Chi vorrebbe andare alle elezioni il più presto possibile, e non sappiamo bene con quale legge elettorale – se sì o no con un più marcato proporzionalismo che romperebbe definitivamente le gambe all’illusorio bipolarismo della Seconda Repubblica – non sa né ci dice in base a quali criteri verrebbero assegnati i seggi. Con un premio di maggioranza sempre e comunque a favore di chi ha vinto? Io penso di sì e me lo auguro. Solo che non esiste legge elettorale al mondo che possa cambiare il volto politico dell’Italia datata 2013-2014. Può scendere Dio in terra, ma questo nulla cambierebbe al fatto che l’Italia di oggi è divisa in quattro compartimenti elettorali, ciascuno solido e vigoroso. Un 30 per cento di italiani che non andranno a votare nemmeno morti. Il restante 70 per cento si dividerà più o meno così: 32-34 per cento voterà ciò che sa di sinistra, 32-34 per cento voterà ciò che sa di coalizione di centrodestra, il 22-23 per voterà per il gran nuotatore che ha attraversato a colpi di pinne lo Stretto di Messina, ossia Beppe Grillo. Non c’è legge elettorale che tenga. Questa è l’Italia reale (…)

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Maurizio Belpietro risponde così a Mughini:

Caro Giampiero, confesso che il dibattito sulla legge elettorale mi appassiona poco o nulla. Anzi, ti dirò di più: credo di essere tra i pochissimi che ritengono il sistema con cui si eleggono i parlamentari meno importante di quanto si creda. Se in Italia abbiamo avuto governi balneari o semplicemente incapaci non lo dobbiamo al Porcellum, ma alle cattive abitudini della nostra classe politica, più propensa agli intrighi di palazzo che a governare. Anzi, aggiungo qualcosa che forse ti scandalizzerà: io penso che il tanto vituperato Porcellum, cioè la norma porcata appena manomessa dalla Corte costituzionale che l’ha cancellata nella parte del premio di maggioranzae delle liste bloccate, sia in realtà una buona legge.

Prova ne sia gli articoli che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi in cui si dimostra che il sistema in vigore ha garantito maggior stabilità rispetto a quelli del passato e, probabilmente, a quelli del futuro senza premio o liste bloccate. Del resto basta ripercorrere la storia degli ultimi esecutivi per rendersene conto. Romano Prodi non è caduto per colpa della legge elettorale: semmai è stato eletto proprio perché quella legge era in vigore. Senza il Porcellum infatti non avrebbe mai avuto una maggioranza e non si sarebbe mai accomodato sulla poltrona di Palazzo Chigi, in quanto all’armata brancaleone della sinistra mancavano semplicemente i voti per poter sostenere un governo (…)

Detto ciò, mi pare che tu sia preoccupato di quanto accadrà da ora in poi e guardi con sospetto l’alleanza che potrebbe verificarsi tra berlusconiani, renziani e grillini. Da quel che capisco tu ritieni che tornare a votare sarebbe una sciagura, soprattutto se il voto lo si fa con una legge elettorale rabberciata alla bell’e meglio. Io invece penso che la sciagura sia questo governo o quello che ne potrebbe venire se il Pd si mettesse d’accordo con un po’ di transfughi a cinque stelle o un po’ di sinistri e liberi. Sono l’incapacità dell’attuale esecutivo e le capacità di un’alleanza di sinistra-sinistra che mi mettono paura, non le urne. Da quelle può uscire un risultato poco chiaro o forse chiarissimo, ma di certo mai peggiore di quello che già ci è stato servito nello scorso febbraio dall’arroganza del Pd. Secondo te votare equivale a dichiararsi inaffidabili di fronte al mondo ed esporsi a una nuova tempesta finanziaria. Per questo suggerisci di andare avanti così, con Letta, premiando la stabilità. A differenza tua e al pari del Wall Street Journal, cioè del principale quotidiano finanziario del mondo, io nell’attuale esecutivo vedo una stabilità cimiteriale e nel rigore del presidente del Consiglio intravedo il rigor mortis dell’economia. Qui bisogna cambiare e anche in fretta, perché siamo nel classico caso di un’azienda che a forza di tagliare si sta tagliando i cosiddetti (…)

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