Napoli, 3 onlus sotto inchiesta: “Rubavano soldi per gli immigrati”

Napoli, 3 onlus sotto inchiesta: "Rubavano soldi per gli immigrati"
Napoli, 3 onlus sotto inchiesta: “Rubavano soldi per gli immigrati”

NAPOLI – Sono tre le onlus accusate di aver rubato i soldi destinati agli immigrati. Soldi che finivano ai responsabili e ai collaboratori della Caritas di Teggiano, nella provincia di Salerno. L’inchiesta della procura ha portato all’arresto di Alfonso De Martino, presidente dell’onlus, e delle compagna Rosa Carnevale. Altri due esponenti della Caritas sono stati denunciati per peculato, tra cui il sacerdote don Vincenzo Federico.

Leandro Del Gaudio sul Mattino scrive che sono tre le coop che facevano riferimento alla Caritas di Teggiano, coop apparentemente senza fine di lucro che secondo le accuse dei pm avrebbero gestito in modo sospetto i “rimborsi destinati dal governo italiano ai recenti immigrati africani (anno 2011-2013)”.

Un affare da 582mila euro, scrive Del Gaudio, con i ticket giornalieri da 2,50 euro che secondo le accuse sarebbero stati intascati dalle onlus:

“Oggi c’è una convinzione di fondo: da Teggiano, gli immigrati venivano dirottati presso un’edicola di Pozzuoli (riconducibile a De Martino e Carnevale), dove era possibile acquistare schede telefoniche. Si parte da una domanda: perché un immigrato che vive ad Eboli doveva recarsi a Pozzuoli per incassare il bonus sociale che gli era stato dato dalla sua coop di riferimento?

Scrivono gli inquirenti: «È verosimile che strutture come la Caritas di Teggiano facevano pervenire a De Martino i pocket money destinati ai migranti da loro ospitati, ricevendo in cambio una percentuale degli enormi guadagni che ne ricavava il De Martino (pari al 20 per cento del valore di ogni singolo buono, oltre alle ricariche telefoniche acquistate»”.

A svelare alcuni dei particolari, prosegue Del Gaudio, è lo stesso imprenditore De Martino, nei cui racconti ai pm spuntano anche le figure di alcuni funzionari regionali, finiti sotto inchiesta

“Ma chi sono i due funzionari finiti sotto inchiesta? Agli atti, i nomi di Pino Mattiello e Vincenzo Cincini. Vicenda che va raccontata da una premessa: al momento a tirare in ballo i due funzionari pubblici è stato De Martino in un verbale del 2013, in uno scenario in cui è doveroso sottolineare il principio di innocenza fino a prova contraria. Tutti gli indagati potranno replicare alle accuse e dimostrare il senso del proprio operato”.

C’è poi la presenza di un’altra figura, quella del “dentista” Pino Mattiello, scrive il Mattino:

“Una presenza assidua, quasi ingombrante, che avrebbe spinto l’imprenditore ad affrontare la questione: «Capii che voleva un tornaconto, alla fine gli ho corrisposto dieci rate da 3mila euro in un anno, per i 39-40 nordafricani ospitati dalla onlus». Quaranta euro al giorno il costo pagato dallo Stato, in uno scenario in cui la concorrenza tra enti no profit era elevata.

Ipotesi di «bustarelle» o «mazzette», dunque, indagine per corruzione. In tutto 35-40 mila euro – aggiunge De Martino – soldi che venivano contabilizzati sul computer aziendale sotto la voce «dentista», anche se è lo stesso indagato a chiarire che il presunto scambio di denaro «veniva effettuato sempre in assenza di altre persone»”.

E poi ancora vicende di bustarelle e voci di bilancio non proprio chiare, scrive Del Gaudio:

“Il «pesce fresco»

Ma c’è un secondo esponente della sala operativa della Protezione civile a finire sotto i riflettori. È il capitolo che riguarda le accuse a carico di Cincini, che si sarebbe prodigato – spiega l’uomo oggi in cella – per garantire un contratto in favore di De Martino per l’accoglienza di 19 somali. Dicembre del 2011, De Martino manda un cesto di pesce fresco (valore di 200 euro) a casa di Cincini, il quale lo ringrazia al telefono. Poi, una volta faccia a faccia, la battuta a De Martino: «E ora te ne vorresti uscire con una spasella di pesce?».

La busta gialla

Stando alla ricostruzione offerta da De Martino, il funzionario regionale aveva il potere di revocare in ogni momento il contratto, tanto da arrivare a vere e proprie bustarelle. Febbraio del 2012, in un bar nelle vicinanze della Protezione civile, «consegnai una busta gialla con 3mila euro, che Cincini prese e mise in tasca senza aggiungere nulla e senza aprirla», spiega l’imprenditore.Le partite del NapoliC’è spazio anche per le partite del Napoli al san Paolo. Spiega De Martino: «Gli ho comprato biglietti per quattro partite, alla prima partecipai io, lui e i suoi due figli dall’età di circa 25-30 anni, un maschio ed una femmina». In tutto, sarebbero stati comprati e regalati anche 37 biglietti per il match Napoli-Chelsea, per un valore di 5.720 euro.

Le assunzioni

Sono ancora le dichiarazioni messe a verbale da De Martino, mesi prima di essere arrestato, a puntare su Cincini, anche in relazione ad alcune richieste di assunzione. In un bar di Posillipo, il funzionario avrebbe ottenuto l’assunzione di tre persone su sua segnalazione. Inchiesta allo snodo, ce n’è anche per la realtà del servizio civile, almeno a giudicare dall’attenzione investigativa caduta su altre due coop (Alba chiara e Arcobaleno)”.

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