Napolitano ha inchiodato Berlusconi. Governo stabile? Se Renzi o il Pd…

Pubblicato il 14 Agosto 2013 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA
Napolitano ha inchiodato Berlusconi. Governo stabile? Se Renzi o il Pd...

Giorgio Napolitano: Berlusconi bloccato, Governo stabile, a meno che il Pd…

Dopo il comunicato del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul futuro di Berlusconi, per capire la situazione della politica italiana può essere utile il commento di Stefano Folli sul Sole 24 Ore:

“Il punto politico apre e chiude la nota del capo dello Stato ed è rappresentato dalla preoccupazione per la sorte del Governo”.

A leggere l’interpretazione di Stefano Folli, si giustifica la speranza che il Governo tenga molto più a lungo della primavera 2014, se a farlo cadere a questo punto non provvederanno Matteo Renzi o il Pd,  una volta inchiodato Berlusconi in un congegno che lo tiene in bilico, lo fa sperare ma gli impedisce di fare danno, se i chiodi terranno e Berlusconi, come Tex Willer, alla fine non riuscirà a svincolarsi.

Quanto alla grazia a Berlusconi,

“fin dall’inizio era chiaro che la grazia presidenziale non ci sarebbe stata. Magari si dissente da quello che la Cassazione ha deciso e anche questo è legittimo; e tuttavia non si butta all’aria il Governo, non si fa pagare al Paese un prezzo inaccettabile. Si accetta il verdetto con rispetto e senso delle istituzioni. Il presidente della Repubblica è molto chiaro nella sua nota”.

Ma Giorgio Napolitano, nella nota scritta di suo pugno, non si limita a

“sottolineare che Berlusconi oggi può solo scontare la sua pena, sentendosi emarginato dalla dialettica democratica”.

In realtà, spiega Stefano Folli, Napolitano

“risponde alla domanda di fondo che è arrivata dal Pdl: come consentire a Berlusconi un certo grado di “agibilità politica”, espressione oscura che significa permettere al leader di restare in qualche forma nell’agone politico”.

La risposta di Napolitano,  è

“complessa nella forma, ma molto esplicita nella sostanza. Si riconosce a Berlusconi di essere stato un protagonista innegabile della scena nazionale e di essere ancora il capo incontrastato di una forza “importante”, tanto importante che da essa discende la stabilità del Governo. Quindi il leader del Pdl ha nelle mani un grande responsabilità, al di là dei casi che riguardano la sua persona: egli resterà alla guida del suo partito nelle forme che saranno possibili e opportune. Continuerà a svolgere un ruolo politico, ma commetterebbe un errore imperdonabile se distruggesse l’equilibrio attuale, quello che si riassume nel Governo Letta e che egli stesso ha contribuito a costruire”.

Secondo Stefano Folli, che forse oggi è il migliore interprete del pensiero del presidente della Repubblica,

“fra le righe Napolitano sembra suggerire a Berlusconi di accettare l’affidamento ai servizi sociali e gli suggerisce di avere fiducia e di avviarsi lungo un percorso virtuoso di riabilitazione per il periodo, circa un anno, in cui dovrà scontare la pena”.

È l’opposto esatto, osserva Stefano Folli,

“della linea, pressoché eversiva, di chi ha consigliato all’ex premier condannato di correre l’avventura delle elezioni anticipate”.

“La storia di Berlusconi è fatta di mosse d’azzardo, ma anche di gesti di forte realismo. Tutto lascia pensare che stavolta, giunto al momento più difficile della sua vita pubblica, egli sceglierà ancora una volta il realismo. Del resto, la nota solenne di Napolitano è il frutto di un lavoro preparatorio e non è certo destinata a cadere nel vuoto delle polemiche. Serve a chiudere la vicenda, per quanto è possibile, salvando il Governo e l’assetto delle larghe intese faticosamente messo in piedi”.

Berlusconi

“può persino vedere la luce in fondo al suo personale tunnel. Non quella che avrebbe desiderato in base a una bizzarra concezione dello Stato di diritto e dei poteri del Quirinale. Ma la luce di un sentiero che potrebbe portarlo in futuro anche alla grazia. Purché, sia chiaro, si seguano tutte le procedure, si lasci al Presidente il compito costituzionale di valutare e soprattutto, nel frattempo, si proceda con l’espiazione della pena. Poi, se le circostanze saranno propizie e soprattutto se nessuno avrà scassato l’equilibrio politico per vendetta o ritorsione, si vedrà. Senza alcuna forzatura istituzionale”.

Conclusione. Berlusconi

“è in grado di costruirsi la propria “agibilità politica”. Immediata per quanto riguarda il destino del Pdl o di Forza Italia, come di nuovo si chiamerà: formazioni di cui egli continuerà a essere il capo. Ma c’è un’agibilità più sostanziale, più idonea a un uomo che è stato per tanti anni presidente del Consiglio di questo Paese: ed è quella che discende dal pagare per i propri errori accettando il verdetto della magistratura, garantendo al tempo stesso la necessaria stabilità”.