Napolitano e la legge elettorale, Berlusconi, Datagate: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Ottobre 2013 - 08:33 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Lo strappo di Berlusconi”. La maionese impazzita. Editoriale di Antonio Polito:

“Provate a seguire da vicino l’iter di un provvedimento legislativo. Scoprirete che i partiti che compongono la maggioranza non sono tre come si dice, ma almeno sette. Nel Pd agiscono separatamente il gruppo dei «Renzi for president» e l’avversa coalizione del «Tutto tranne Renzi»; più un manipolo di deputati che rispondono direttamente alla Cgil. Nel Pdl i «fittiani» contendono palmo a palmo il terreno agli «alfaniani», e il consenso del Pdl va contrattato con entrambi (più Brunetta). Scelta civica si è sciolta in due fazioni, per niente moderate nella foga con cui si combattono. Per condurre in porto il vostro provvedimento preferito dovrete dunque fare sette stazioni della via crucis parlamentare, per quattro volte (se il governo non mette la fiducia, due letture alla Camera e due al Senato). Vi servono insomma ventotto sì. Un’intesa larghissima: si fa prima al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Una volta approvata, la nuova norma rimanderà di sicuro a un regolamento attuativo. E lì ricomincerà la vostra gimkana, stavolta tra i burocrati dei ministeri che hanno il potere di scriverlo.
Il nostro sistema politico-parlamentare è letteralmente esploso. E la cosa incredibile è che il massimo della frammentazione convive con il massimo del leaderismo nei partiti. Il Pd, che pure è il più democratico, è una monarchia elettiva (quattro capi in cinque anni, l’unico partito al mondo che incorona il segretario con una consultazione del corpo elettorale). Il Pdl è una monarchia ereditaria. La terza forza, il M5S, è una diarchia orientale, con un profeta e un califfo”.

Lo scandalo dei leader spiati A rischio il «patto» Usa-Ue. Dall’inviato Ivo Caizzi:

“Il quotidiano britannico Guardian ha diffuso altre rivelazioni della «talpa» Edward Snowden su almeno 35 leader mondiali spiati dagli agenti segreti della National Security agency degli Stati Uniti (Nsa). La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha duramente accusato Washington di aver intercettato perfino le sue telefonate. Lo spionaggio degli Stati Uniti in Europa ha così conferito allo scandalo Datagate il ruolo di argomento politico principale nella due giorni del Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue, che termina oggi a Bruxelles.
E’ quanto chiedeva da giorni il presidente francese François Hollande, dopo aver saputo di 70 milioni di telefonate intercettate in Francia in un mese dalla solita Nsa. Hollande intendeva ottenere dal summit una accelerazione dell’iter per l’approvazione delle nuove regole Ue sulla protezione dei dati, già votate in commissione nell’Europarlamento, e del blocco dell’accordo sul trasferimento dei dati finanziari Swift a Washington (in quanto pochi a Bruxelles credono sia stato rispettato l’uso solo per l’antiterrorismo)”.

Una bozza europea per l’immigrazione. Scrive Luigi Offeddu:

“Lampedusa è «il simbolo della politica migratoria europea, che ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero». Lo dice il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz. E lo dice davanti ai 28 capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, riuniti a Bruxelles per il loro vertice d’autunno. Non è molto comune che si sentano rivolgere parole così. Ma la tragedia dei migranti nel Mediterraneo è veramente piombata — insieme con lo scandalo Datagate — nel cuore di quest’incontro solitamente raggelato in questioni di banche e finanza. È stato il governo italiano a chiedere che se ne discutesse, ma non ha dovuto insistere troppo perché non esiste un solo Paese che possa voltarsi dall’altra parte, a cominciare dalla ricca Germania: non è certo una Lampedusa sul mare ma solo nell’ultimo anno ha accolto più di 280 mila migranti. Perciò, in queste ore, Bruxelles non è un’astronave isolata, e certi drammi non sono solo europei: proprio ieri Barack Obama ha chiesto che una riforma sull’immigrazione negli Usa venga varata entro la fine dell’anno”.

Ritorno a Forza Italia e incarichi azzerati Mossa di Berlusconi. Il rischio scissione. Scrive Paola Di Caro:

“Dirà che non è una vendetta, quella che i governativi — infuriati — definiscono «un colpo di mano», «una coltellata» , ma soprattutto «l’ultima raffica di Salò». Dirà, come gli ha già detto due sere fa, che «non è una mossa contro di te Angelino, io ti voglio vice presidente del partito, non ho alcuna intenzione di affidarmi ai falchi, voglio gente fresca e nuova e tu sarai sempre con me, resterai mio erede». Ma la verità è che Silvio Berlusconi — che per oggi ha convocato un Ufficio di presidenza per votare la proposta di ritorno a Forza Italia con connesso azzeramento degli incarichi a partire da quello di Alfano come segretario per finire con quelli dei coordinatori — non ha dimenticato il «tradimento», così lo chiamano i falchi, della sua pattuglia di ministri. Non ha cancellato dai suoi occhi l’immagine di Alfano che si scambia il «cinque» con Enrico Letta appena ottenuta la fiducia alla Camera, sulla scia dell’evocata «fine del Ventennio».
«La vendetta si serve fredda…» sibilano i falchi plaudendo alla scelta, che sembrava per il momento congelata, di lanciare Forza Italia e, di fatto, defenestrare il segretario, il leader di quegli Innovatori che ancora quattro giorni fa al Senato si contavano firmando una lettera a difesa del governo che era un modo per dire che i numeri per la sopravvivenza dell’esecutivo erano dalla loro parte e Berlusconi non aveva più armi”.

 La Stampa: “Spiati dagli Usa 35 leader mondiali”. Il bivio per l’America di Obama. Editoriale di Roberto Toscano:

Leggi anche: Massimo Gramellini, Buongiono sulla Stampa: “Rianimazione”

“Sarebbe un grave errore sottovalutare il caso delle intercettazioni americane del cellulare di Angela Merkel considerandolo semplicemente come un ulteriore capitolo della vicenda Snowden. Le cose sono diverse perché la rivelazione che l’intelligence americana spiava il Cancelliere tedesco non proviene da informazioni tratte dai files di Snowden, ma dallo stesso governo tedesco, che non ha semplicemente reagito – come hanno fatto con più o meno vigore gli altri Paesi una volta che la loro condizione di bersagli dell’intelligence americana è stata resa nota – ma ha preso l’iniziativa della denuncia. Una denuncia, va notato, priva delle cautele che hanno spesso caratterizzato in analoghe circostanze i linguaggi di altri governi alleati degli Stati Uniti.

E sono diverse, e più gravi, perché una cosa è una raccolta di dati «a strascico» come in una pesca indiscriminata cui fa poi seguito una cernita del pescato, un’altra un’operazione mirata su un obiettivo del più alto livello politico.
L’imbarazzo di Obama di fronte alla risentita telefonata della Merkel risulta evidente, ma quello che è più interessante è cercare di capire che cosa questo episodio riveli sulla politica americana in generale”.

Scrive Francesco Semprini:

“Un grande fratello dedicato ai capi di Stato e di governo del Pianeta. È quanto emerge da una nuova rivelazione di Edward Snowden, pubblicata da «The Guardian». Secondo la talpa della National Security Agency, l’agenzia avrebbe costituito un nucleo dedicato proprio a sorvegliare i leader di tutto il mondo. Sono almeno 35 quelli che venivano costantemente ascoltati nelle conversazioni telefoniche, secondo quello che il quotidiano britannico definisce un programma di «ordinaria amministrazione». Un imponente orecchio nei palazzi del potere di alleati e non gestito con modalità assai semplici. Nel documento, che risale all’ottobre del 2006, si spiega che un funzionario «avrebbe consegnato 200 numeri di utenze telefoniche» di alto livello, tra cui quelle di «35 leader politici di Paesi che spaziano un po’ in tutto il globo». Questi numeri sarebbero stati «immediatamente acquisiti dalla Nsa» per dare inizio alle operazioni di monitoraggio”.

Il Fatto Quotidiano: “B. silura Alfano. Legge elettorale, diktat del Colle”.

Leggi anche: Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “L’arco incostituzionale”

Leggi anche: Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: “Parla il Pd paraculo”

Il Giornale: “De Benedetto ci deve 360 milioni ma con lui i giudici non hanno fretta”. Dicano qualcosa di destra. Editoriale di Alessandro Sallusti:

Il ministro France­schini ieri ha detto che «nella maggio­ranza ci sono proble­mi ». Benvenuto, noi lo so­steniamo da tempo. E la mamma di tutti i problemi è che il governo non dice e non fa con la dovuta celeri­tà cose di centrodestra. Il solo ipotizzare una pa­trimoniale camuffata sul­la casa e un’altra sul rispar­mio ( titoli di Stato compre­si) dovrebbe provocare le urla sdegnate quantome­no dei ministri in quota Pdl. E invece niente, silen­zio di tomba, anzi un am­miccare alla stabilità a pre­scindere. Prescindere dal destino personale e politi­co di Berlusconi, dal tipo di tasse e tagli, dalla sparti­zione di poltrone delicatis­sime (caso Bindi, sul qua­le il solo Brunetta minac­cia legittimi sfracelli). Il problema comincia a di­ventare serio. Non sta a noi decidere chi dovrà co­mandare nel Pdl tra falchi e colombe (basta che si sbrighino, la gente non ne può più), ma ci preme chi deve e dovrà in ore decisi­ve difendere gli interessi economici, politici e cultu­rali dell’elettorato di cen­trodestra. E al momento, l’impressione è che ci sia troppa confusione e quin­di distrazione. Il che non è bello, addirittura pericolo­so se si pensa che proprio ieri, fatto senza preceden­ti, il presidente Napolita­no ha convocato al Quiri­nale maggioranza e gover­no per una sorta di Consi­glio dei ministri abusivo e illegale”.