Napolitano bis, nuovo parlamento e presidente: De Bortoli, Corriere della Sera

Pubblicato il 10 Marzo 2013 - 19:48 OLTRE 6 MESI FA
giorgio napolitano

Giorgio Napolitano. De Bortoli: “Sia rieletto”

Giorgio Napolitano rimanga al Quirinale, quanto meno per traghettare l’ Italia oltre le inevitabili elezioni anticipate e venga rieletto, con “un voto largamente maggioritario, se non quasi plebiscitario”: è la speranza, l’auspicio, il sogno di Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, che dedica al tema il suo insolito editoriale della domenica del 10 marzo. È vero che Napolitano ha 87 anni e che non è possibile un mandato a termine: ma lo stesso Giorgio Napolitano saprà scegliere il momento più adatto per ritirarsi, una volta insediato un nuovo parlamento con una maggioranza definita, cui toccherà di esprimere un nuovo primo ministro e il successore dello stesso Giorgio Napolitano, di questo De Bortoli è certo.

L’appello è un fatto inconsueto: i giornali registrano e commentano la politica, non se ne fanno attori, meno che ma il Corriere della Sera. Ma è giustificato dal momento che vive l’ Italia, dall’attuale momento politico, come si diceva una volta, in una delle tante emergenze che costituiscono una costante della storia repubblicana. Nei prossimi giorni, avverte De Bortoli con un piccolo volo pindarico,

“assisteremo, con emozione, alla fumata bianca dell’elezione del Papa, ma continueremo a essere tristemente avvolti nelle nuvole nere della politica italiana. Le tenui speranze di una soluzione sono tutte nelle mani del capo dello Stato, i cui poteri però si stanno di fatto lentamente esaurendo”.

L’idea, avverte De Bortoli non si sa quanto informato,

“non piace all’interessato, ma la saggezza e il buon senso, merci ormai rarissime, dovrebbero consigliare ai partiti di rieleggere il 15 aprile Giorgio Napolitano. La prassi non va in questa direzione, ma la Costituzione non lo vieta e quando esclude una rielezione lo dice. Di necessità virtù. La precaria, per non dire peggio, situazione del Paese ha maledettamente bisogno di un punto fermo, un riferimento certo, un simbolo della sua unità. Rispettato da tutti”.

Sarebbe, secondo De Bortoli,

“uno straordinario significato, quasi uno scatto d’orgoglio nazionale, in particolare agli occhi degli osservatori stranieri che descrivono il disfacimento delle nostre istituzioni ed esprimono una inaccettabile sfiducia. Anche gli eletti di Beppe Grillo potrebbero valutare con favore un’opportunità del genere, sperimentando che la democrazia è dialogo, confronto e accordo. Dimostreremmo così tutti insieme di vivere sì una complicata ed eccezionale congiuntura politica, come quella di altri Paesi, ma di non avere dubbi sui nostri legami costituzionali e civili, sui valori di fondo della nostra italianità”.

L’esortazione di De Bortoli alle forze politiche perché confermino Napolitano al Quirinale si giustifica con la sequenza delle date e degli adempimenti che non lasciano respiro alla politica e dall’ineluttabile sbocco delle elezioni anticipate:

1. “Il 15 aprile la Costituzione prescrive che Camera e Senato si riuniscano in seduta comune, con i delegati regionali, per scegliere il successore di Napolitano il cui mandato scade il 15 maggio.

2. “dal 15 marzo [sono da rinnovare] anche le presidenze di Montecitorio e di Palazzo Madama  [Senato e Camera dei deputati]

3. “l’incarico per la formazione del nuovo governo”.

In tutto questo è implicito un fatto: che esiste una maggioranza alla Camera, quella della Sinistra, ma non al Senato, stante il rifiuto del Pd di allearsi con il Pdl nella persona di Berlusconi, stante il rifiuto di Beppe Grillo di votare chiunque. Di conseguenza le elezioni anticipare appaiono inevitabili:

“Napolitano, il cui prestigio internazionale è elevatissimo, potrebbe così concludere il suo tentativo di dare un governo al Paese, nella pienezza dei poteri, anche di quello di scioglimento delle Camere. Un nuovo capo dello Stato che, appena eletto, mandasse a casa il Parlamento che lo ha votato apparirebbe presto delegittimato, l’uscente no. Certo, l’età di Napolitano è avanzata (87 anni). Un mandato a tempo non è possibile. Sarà il presidente rieletto a decidere, quando verrà il momento, anche dopo pochi mesi, di dimettersi lasciando a parlamentari e delegati l’onere di una scelta autorevole — e più giovane — ma soprattutto non condizionata da altri convulsi passaggi istituzionali”.