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Nunzia De Girolamo. Il Fatto: perché “Mister bufala” non pagò mai la multa?

di admin |9 Gennaio 2014 21:04

Nunzia De Girolamo. Il Fatto: perché “Mister bufala” non pagò mai la multa?

BENEVENTO – Perché “mister Bufala”, il proprietario del negozio “Tutto di Bufala”, amico del ministro Nunzia De Girolamo, non ha mai pagato la multa dopo un maxi sequestro di formaggio di Fossa?

Se lo chiedono Vincenzo Iurillo e Marco Lillo sul Fatto quotidiano, parlando di una vicenda a margine dell’inchiesta in corso a Benevento, indagine dalla quale sono emerse alcune intercettazioni in cui la De Girolamo si esprime in un linguaggio molto colorito:

“Gastronomia spicciola. Ieri a mezzo agenzie di stampa, il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo ha esternato sulle norme anti-rabbocco dell’olio d’oliva. Come se volesse farsi scivolare addosso le polemiche che rimbalzano dal Sannio. Intanto la Finanza si occupava di mozzarelle. Quelle del controllo a Giovanni Perfetto, inciso nelle registrazioni clandestine delle riunioni di fine luglio 2012 a casa De Girolamo tra l’allora semplice deputata Pdl e il management dell’Asl beneventana”.

Alcuni brandelli di queste intercettazioni ambientali, effettuate di nascosto dall’ex direttore amministrativo dell’Asl Felice Pisapia, al soggiorno coatto a Salerno con accuse di truffa aggravata e peculato, sono finite in un’informativa di polizia giudiziaria allegata all’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giovanni Tartaglia Polcini. Perfetto è il titolare di “Tutto in bufala”, negozio di mozzarelle e altre leccornie in piazza IV Novembre, a pochi metri dalle vie dello shopping di Benevento chiuse al traffico.

“L’amico di Nunzia è mio amico, un bravo ragazzo” sottolineava in riunione Luigi Barone, strettissimo collaboratore della De Girolamo, lagnandosi del maxi sequestro di “80, 90 chili di formaggio di fossa … perché lui l’aveva già tagliato, hai capito? Quello si deve tagliare al momento”.

Secondo Iurillo e Lillo, la De Girolamo aveva molto a cuore la vicenda della boutique del formaggio:

“Un bello sfregio”, commenta il manager dell’Asl Michele Rossi, l’uomo che una settimana prima ha ammesso di avere ottenuto la nomina “perché io l’ho chiesta a te (Nunzia De Girolamo, ndr) e tu me l’hai data”. In altra parte della conversazione Michele Rossi e Luigi Barone concordano che della vicenda bisogna parlarne con tale “Tommaso”. È il nome di battesimo del direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl, a capo del dipartimento di prevenzione, Tommaso Zerella.

IL FORMAGGIO sequestrato quasi sempre, purtroppo, va perduto e se ne ordina la distruzione. “Però ora dico – ricordava Barone – almeno sulla sanzione amministrativa …”. Già. La sanzione, circa 3.600 euro con l’oblazione (Barone la quantificava in “quattro, cinquemila euro”), non è stata ancora pagata. Più di un anno e mezzo dopo. E ieri mattina gli uomini del nucleo di polizia tributaria della sezione tutela finanza pubblica, su delega del pm, hanno sentito uno dei vigili sanitari Asl che procedette all’ispezione. I finanziari hanno voluto ragguagli sul perché quella multa non sia stata ancora pagata. E informazioni precise e dettagliate su leggi, norme e regolamenti in materia di sanzioni pecuniarie di questo tipo non onorate.

È L’EPISODIO citato in una riga dell’ordinanza del gip Flavio Cusani, come esempio dell’attività del “ristretto direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni norma di legge” che si occupava “in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl: trasferimenti, nomine di dirigenti e primari, gare di appalto, allocazione sul territorio di sedi Asl, rapporti con strutture e ospedali convenzionati Asl, per giungere sino a faccende spicciole come il rimediare al sequestro di latticini effettuato a un rivenditore amico”. Il vigile sanitario che l’ha compiuto, G. R., qualche tempo dopo è stato oggetto di una sanzione disciplinare, per un’altra vicenda. Motivo: l’utilizzo di un tipo di carta intestata non corretto.

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