L’Ora della Calabria, chiude il giornale che inguaiò Gentile

Antonio Gentile
Antonio Gentile

ROMA – L’ Ora della Calabria chiude e, come scrive il Giornale “Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo per il quotidia­no calabrese diretto da Luciano Regolo, epicen­tro del t­erremoto che portò via la poltrona di sot­tosegretario al senatore alfaniano Tonino Gen­tile”.

L’articolo del Giornale:

Troppi debiti (all’incirca 800mi­la euro), quasi tutti contratti con la tipografia di Umberto De Rose,l’autore della telefonata che il 18 febbraio scatenò il caso. Quella sera lo stam­patore chiama Alfre­do Citrigno, editore del foglio. Sa dello spa­zio riservato alla noti­zia del coinvolgimen­to nell’inchiesta sulle consulenze dell’Asp di Andrea Gentile, fi­glio del senatore. So­no giornate decisive per la nomina del go­verno. E De Rose, per evitare complicazio­ni, intervieneperchie­dere che il pezzo ven­ga cestinato, evitando di incaponirsi.Perché«il cinghiale,se viene feri­to – dice al suo interlocutore – ammazza tutti». Ma editore e direttore non si piegano. E quando l’indomani, per un guasto notturno alle rotati­ve L’Ora non arriva in edicola, scoppia lo scan­dalo che alla fine travolge anche Gentile senior, costretto a lasciare l’incarico (nel frattempo as­sunto) di sottosegretario alle Infrastrutture. Fat­ti e misfatti oggetto delle indagini della Procura di Cosenza, che ha indagato De Rose e Gentile junior di tentata violenza privata. Quasi detta­gli, adesso, di fronte al destino che sembra at­tendere il battagliero quotidiano. La società edi­trice dell’ Ora (lambita dalle vicende giudizia­rie del suo fondatore Pietro Citrigno, condanna­to per usura), ha alzato bandiera bianca: non ci sono soldi per la ricapi­talizzazione. Si rischia la chiusura, ha scritto ieri Regolo in un’edito­riale. Annunciando che, ironia del destino, il giornale potrebbe es­sere rilevato proprio da De Rose. Preoccu­pato il Comitato di re­dazione: « L’Ora sta per chiudere i battenti. Aiutateci a non mori­re ». Un appello rimbalzato sul muro di gom­ma del silenzio, scheg­giato soltanto dalle parole del sindaco di Cosen­za, Mario Occhiuto, a tutela della salvaguardia «della sacrosanta pluralità d’informazione che la nostra regione non può permettersi di far ve­nire meno». Qualche imprenditore si sarebbe già fatto avanti, ma i tempi si allungherebbero. Un lusso che L’Ora non può concedersi.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie